A 12 anni dalla sua morte, il messaggio di pace e inclusione di Lucio Dalla
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Bologna, Emilia-Romagna - Il Teatro delle Celebrazioni, lunedì 4 marzo, ha ospitato la rassegna Ciao, una serata in memoria di Lucio Dalla. Un evento che ha ricordato non solo il talento e l’eredità di uno tra i cantautori più amati d’Italia nel giorno di quello che sarebbe stato il suo ottantunesimo compleanno, ma che ha anche acceso un faro su come la musica riesca a trasmettere messaggi di pace e di cambiamento.
In che modo? Osando, prendendo posizione e non pensando a formule già esistenti, ma veicolando messaggi che vadano a ritmo con il mondo; un mondo che sta vivendo molte guerre, un mondo che ha sete, un mondo che soffre e che possiamo ambire a migliorare mandando i messaggi giusti. Già, perché la comunicazione è una tra le cose più potenti che ha in dote l’essere umano e che non richiede l’utilizzo del denaro; non ha prezzo e tutti la possiedono perché tutti a modo loro possono comunicare, anche senza l’utilizzo delle parole.
Non riesco a raccontarvi la serata in modo canonico perché alla fine, anche mentre sto scrivendo, penso a ciò che mi ha suscitato realmente qualcosa, qualcosa che l’evento che ho vissuto mi ha dato la spinta di approfondire. Penso all’artista, penso all’uomo, penso alla sua città che è anche la mia e lo faccio partendo dal nome che ha questa premiazione: “Ciao”.
Questa rassegna, al suo secondo anno di vita, prende il nome dall’omonima canzone, iconica nel repertorio di Dalla, che è stata il fulcro della serata e che porta con sé un significato che va oltre la semplice melodia perché con le sue parole intrise di nostalgia e speranza, evoca profonde emozioni e riflessioni su scenari purtroppo ancora molto attuali.
Ecco come una celebrazione, alla ricerca della musica del futuro, oltre a insignire del premio Ballerino numerosi artisti e dare voce alla nuova scena cantautorale, porti anche uno spazio di riflessione su temi a noi vicini che ancora affliggono molte parti del nostro mondo. Attraverso la musica di Lucio Dalla ho avuto l’opportunità di dare vita a un parallelismo con le sofferenze e le tragedie vissute da milioni di persone in conflitti armati odierni, ricordandomi e ricordandovi che la pace è un bene da preservare e difendere con ogni mezzo possibile, anche attraverso una presa di posizione artistica.
In guerra con noi stessi
Tra video e giornali
E noi sempre più lessi a farci abbindolare
Con la nostra indifferenza
La passione per le cose
Che non possiamo stare senza
Anche le pericolose
Come ad esempio una canzone
Mentre la stai cantando di là qualcuno muore
C’avete fatto caso che nel 1999 Lucio Dalla scrisse parole molto simili a quelle dette proprio quest’anno, dopo la sua prima esibizione, da Dargen D’Amico durante l’ultimo festival di Sanremo? «Il nostro silenzio è corresponsabilità. La storia, Dio, non accettano la scena muta».
Questo ci fa riflettere su come la musica possa essere uno strumento di cambiamento e di sensibilizzazione evidente, che ha il potere di unire le persone, di ispirare azioni positive e di trasmettere messaggi di speranza e di solidarietà. In un mondo spesso diviso da idee politiche, culturali e sociali, la musica può fungere da ponte per superare le differenze e promuovere la comprensione reciproca. L’eredità di Lucio Dalla continua a ispirare generazioni future utilizzando l’arte come mezzo di trasformazione e di pace.
“Ciao” è una tra le parole più semplici che esistano, una di quelle parole che impariamo sin da piccolissimi e che può aprire porte a chi arriva da un altro paese, a chi è disposto al dialogo e al confronto o a chi si sente semplicemente solo. E questo Lucio lo sapeva bene perché potevi incontrarlo sotto ai portici a disperdere gentilezza senza pregiudizi anche verso chi sotto quei portici trovava la propria casa.
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