20 Mar 2024

Ecomuseo Mare Memoria Viva, il racconto inclusivo della città di Palermo vista dal mare

Scritto da: Alessia Rotolo

A dieci anni dalla sua apertura, l’Ecomuseo Mare Memoria Viva si rinnova negli allestimenti e negli exhibit rendendo lo spazio più accessibile grazie all'abbattimento di barriere architettoniche e all'inserimento di percorsi e dispositivi per persone con disabilità visive e uditive. Restano immutate le tante anime del museo che, oltre a essere un presidio sociale e culturale, è anche un luogo di memoria che racconta la trasformazione della costa Sud della città a seguito del cosiddetto "sacco di Palermo”.

Salva nei preferiti

Palermo - “Ma la sofferenza tocca il limite; e così cancella tutto; e rinasce un fiore sopra un fatto brutto”. Il verso di questa canzone mi ha fatto pensare alla trasformazione che la costa Sud di Palermo ha subito dalla metà degli anni ’50 fino agli anni ’80, il cosiddetto “sacco di Palermo, quando vennero abbattute le ville liberty per fare posto ai palazzoni di nuova costruzione e alla speculazione edilizia di sedicenti costruttori che andavano a braccetto con la mafia fuori e dentro i palazzi della politica.

Quella parte di costa era usata dai palermitani per godersi il mare: c’erano tanti lidi, diverse imprese legate al mare che usavano quel luogo per permettere alle navi di caricare facilmente la merce. Col “sacco di Palermo” la costa Sud è diventata la discarica dove sversare tutti gli sfabbricidi delle distruzioni che spesso avvenivano senza autorizzazioni.

La morfologia è cambiata insieme a tutto il resto, i lidi sono stati chiusi, le aziende ittiche a poco a poco sono scomparse e le altre imprese sono sopravvissute ancora per poco tempo. La città ha voltato le spalle a quel tratto di costa perché si vergognava di quegli abusi avvenuti con il bene placido di molti e la costa Sud è stata marginalizzata e abbandonata all’incuria.

ecomuseo mare vivo

“E così cancella tutto”… È servito un lasso di tempo per metabolizzare quanto accaduto, circa quarant’anni. Adesso questa ferita viene raccontata agli studenti di tutta Italia, ai ricercatori, ai turisti e ai semplici curiosi dallo staff dell’Ecomuseo Mare Memoria Viva, nato dieci anni fa nel 2014, all’interno dell’ex deposito locomotive di sant’Erasmo, accanto alla foce del Fiume Oreto, e sopra quei “mammelloni” che altro non sono che le macerie di una Palermo che non c’è più. Un presidio, un avamposto che si prende cura degli abitanti, dei luoghi come il fiume Oreto, del mare, che cerca di essere una cerniera tra quella che è diventata una periferia e il centro città.

L’ecomuseo ha tante anime, è un presidio sociale per i bambini e i ragazzi del quartiere e per le donne, ma anche culturale: qui vengono organizzati tantissimi eventi, concerti, festival. Tra le sue anime c’è anche quella della conservazione e del racconto della memoria, con un museo dedicato che dal mare parla di Palermo. Un punto di vista diverso, un modo di conoscere la storia della città “tutta porto” – come dice lo stesso nome greco, Panormos – con una narrazione alternativa: dalle testimonianze di chi quella costa e quel mare li vive da sempre, alle leggende marinare, ai lavoratori di Fincantieri, alle interviste fatte a giornalisti che raccontano gli anni del sacco.

Siamo un museo comunitario che promuove pratiche di cura e conoscenza della costa urbana del golfo di Palermo come ambiente interdipendente

L’ecomuseo quest’anno si è rinnovato completamente negli allestimenti e negli exhibit ed è diventato accessibile grazie all’abbattimento di barriere architettoniche e all’inserimento di percorsi e dispositivi per persone con disabilità visive e uditive. Il restyling e il ripensamento è reso possibile grazie a un investimento di 335mila euro finanziato dall’Unione europea col programma Next Generation EU (PNRR).

L’ecomuseo MMV dall’anno scorso è gestito da un Partenariato Speciale Pubblico Privato (PSPP) di durata ventennale tra l’Area della Cultura del Comune di Palermo e l’associazione Mare Memoria Viva che ha in carico la valorizzazione dell’Ex Deposito delle Locomotive di Sant’Erasmo e della collezione ecomuseale. Attualmente le persone che lavorano all’ecomuseo sono circa cinquanta.

ecomuseo 2

«Siamo un museo comunitario – dice Cristina Alga, dell’associazione Mare Memoria Viva – che promuove pratiche di cura e conoscenza della costa urbana del golfo di Palermo come ambiente interdipendente di esseri umani, vegetali, animali, architetture, luoghi, storie. Raccontiamo Palermo dal mare. All’inizio non è stato facile relazionarsi alla città, pativamo e forse in parte ancora adesso patiamo, il fatto di essere uno spazio ibrido, multidisciplinare, che fa molte cose diverse in una città abituata a istituzioni classiche, molto “disciplinate”, come biblioteche, musei, teatri, dove al massimo puoi trovare la caffetteria che serve a fare aggregazione sociale».

«Noi siamo un luogo un po’ strano, siamo museo, spazio per festival e conferenze, laboratorio educativo, luogo di ricerca, archivio sul paesaggio e stiamo iniziando i lavori per avere anche un bar con cucina, un progetto culturale e uno spazio di aggregazione intergenerazionale gestito da un’impresa sociale», aggiunge Cristina Alga.

ccccsito 2048x1013 1
L’ex deposito locomotive di sant’Erasmo oggi sede dell’Ecomuseo Mare Memoria Viva

Gli interventi finanziati dal PNRR renderanno l’ecomuseo MMV il primo vero museo accessibile in modo innovativo in città: un percorso che nasce già multimediale e interattivo si è arricchito di dispositivi di ausilio alla fruizione come audiodescrizioni, video in LIS, dispositivi tattili, esperienze sonore e un’applicazione dedicata a persone con disabilità uditive e visive scaricabile su cellulare o da richiedere alla reception. Tutti i contenuti sono inoltre tradotti in lingua inglese.

Accessibilità per MMV non significa solo facilitare la fruizione delle persone con disabilità ma creare anche situazioni di “agio” che rimuovono le barriere che limitano la partecipazione delle persone nei luoghi della cultura. Altri interventi riguardano la creazione di contenuti adatti a diverse tipologie di pubblici come bambini, anziani, persone con bassa scolarizzazione ma anche zone ombreggianti, sedute, messa in sicurezza degli spazi comuni, una hall biglietteria e bookshop dedicata alla meraviglia e realizzata insieme alle designer di dueRRuote.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Raccontare il Medio Oriente: Al Ghalas, il nuovo romanzo del cronista sardo Luca Foschi
Raccontare il Medio Oriente: Al Ghalas, il nuovo romanzo del cronista sardo Luca Foschi

Il regista Vincenzo Caricari racconta il cinema calabrese, fra ‘ndrangheta e restanza
Il regista Vincenzo Caricari racconta il cinema calabrese, fra ‘ndrangheta e restanza

Napoli inVita: ricostruire la memoria del Rione Sanità partendo dall’identità napoletana
Napoli inVita: ricostruire la memoria del Rione Sanità partendo dall’identità napoletana

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Il boom dei fast food e la fine dell’identità – INMR Sardegna #58

|

Smartphone, pc, elettrodomestici: ripararli è possibile con “The Restart Project” – Soluscions #4

|

Terapie psichedeliche: una soluzione ancestrale ai disturbi mentali?

|

Il futuro del vino tra crisi climatica e innovazione

|

Dalla crisi ecologica alla disumanizzazione delle guerre, l’amore è la risposta

|

Lo storyteller dell’acqua Zach Weiss e il nuovo paradigma per mitigare clima, siccità e alluvioni

|

Tyrrhenian Link: “La nostra lotta continua oltre lo sgombero del presidio degli ulivi”

|

Luana Cotena e il suo concetto rivoluzionario di capo d’abbigliamento

string(7) "sicilia"