5 Mar 2024

Cittadinanza attiva per non dimenticare: 180 giovani sardi al lavoro contro l’indifferenza

Scritto da: Alessandra Ghiani

Promemoria Auschwitz è un progetto di educazione alla cittadinanza attiva pensato per accompagnare le giovani generazioni alla scoperta e alla comprensione della complessità del reale a partire dal passato e dalle sue rappresentazioni. La finalità è quella di acquisire lo spirito critico necessario a un protagonismo nel presente. Quest'anno dalla Sardegna sono partiti 180 ragazzi e ragazze dai 18 ai 25 anni: una carovana di giovani pronti a costruire una società nuova, meno indifferente, più attenta e partecipativa.

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Un viaggio alla scoperta del periodo più cupo della storia del Novecento per favorire la cittadinanza attiva e facilitare la comprensione delle problematiche del presente: è il progetto Promemoria Auschwitz, ideato dall’associazione di promozione sociale Deina di Torino e realizzato nell’Isola in collaborazione con Arci Sardegna. Rivolto ai giovani dai 18 ai 25 anni, il progetto prevede una serie di laboratori di formazione storica, un viaggio a Cracovia nei luoghi tristemente noti dell’Olocausto, la successiva condivisione di quanto si è vissuto e la messa in pratica di una cittadinanza attiva che rifiuta l’indifferenza.

Finanziato dai Comuni del territorio – in Sardegna sono attualmente circa 70 gli enti locali coinvolti – proprio alle comunità è destinata la restituzione delle riflessioni che un’esperienza tanto forte suscita. Un modo per analizzare la Storia, interpretare il presente, custodire la memoria di ciò che è avvenuto e tenere presente che non esistono diritti acquisiti per sempre. Ne abbiamo parlato con Valeria Acca, vicepresidente del circolo Arci Memoratu di Cagliari, che ci ha raccontato la recente esperienza dei 180 giovani sardi che dal 2 al 7 febbraio di quest’anno sono stati a Cracovia e gli altri progetti portati avanti dall’associazione.

cittadinanza attiva
Valeria, quali sono i capisaldi del progetto?

Si comincia con la formazione storica. Organizziamo una serie di incontri la cui caratteristica non è il racconto unilaterale di quanto avvenuto in passato bensì l’utilizzo della storia per riflettere su quanto accade nel presente. Sono incontri con un alto livello di interazione all’interno del gruppo. Gli incontri sono propedeutici al viaggio a Cracovia, che è la parte principale del progetto. I ragazzi visitano il ghetto nazista, i campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau, la fabbrica di Schindler. Ciascuna visita dura una giornata intera ed è realizzata da guide che parlano italiano.

Quali sono i temi su cui vi soffermate maggiormente?

Diamo ampio spazio al ruolo della propaganda, alla creazione del consenso e a come si instaura un regime totalitario. Non tanto raccontando quello che è accaduto ma cercando di ragionare insieme su come è successo, e rapportando sempre tutto al presente. L’indifferenza è il nemico principale che vogliamo combattere: l’indifferenza nella vita di tutti i giorni, quella che “tanto se non mi tocca non sono affari miei”; ma nella vita dobbiamo prendere delle scelte, cittadinanza attiva è anche questo.

La cittadinanza attiva è alla base dell’esito del progetto.

Quali sono le suggestioni e le riflessioni che giungono dai partecipanti?

Quando facciamo la formazione, emerge che la maggior parte dei ragazzi non ha idea di quello che è realmente accaduto, come è nata la dittatura. Il viaggio in sé è poi emotivamente molto forte e al rientro si trovano un po’ spaesati. Sentono il bisogno di sfogare questo grande input emozionale e quello che facciamo a posteriori è proprio offrire loro spazio e tempo per esprimerlo, con risposte che guardano anche alla storia stessa e agli esempi di resistenza.

Il progetto prevede una sorta di restituzione di quanto hanno vissuto, una spinta alla cittadinanza attiva.

Sì, dopo il viaggio organizziamo degli incontri in cui i ragazzi condividono quello che hanno provato, come si sentono rispetto alle prime formazioni. Successivamente lavoriamo per trovare il modo migliore per raccontare questa esperienza agli altri. I ragazzi si riuniscono e rielaborano i materiali che hanno raccolto durante il viaggio. Da questa attività nascono filmati, poesie, qualcuno negli anni ha creato anche delle opere teatrali. Cercano il veicolo migliore per esprimere le proprie emozioni e, in seguito, li aiutiamo a organizzare queste restituzioni con gli enti coinvolti. Ne prevediamo una in ogni comune finanziatore, la cittadinanza attiva è alla base dell’esito del progetto.

cittadinanza attiva
Un progetto di ampio respiro se rapportato al vivere in un’Isola, con tutte le problematiche che questo comporta.

Sì. I giovani della nostra terra sono penalizzati perché spesso non hanno la possibilità di viaggiare, di vedere altre realtà. Cerchiamo quindi di mostrare loro ciò che che c’è oltre i nostri piccoli paesi, quel che accade altrove nel mondo e soprattutto come si arriva a determinate situazioni. Vogliamo dare un contributo alla formazione di un presente più giusto e libero dai pregiudizi del passato attraverso un’azione diretta nel sociale, che dia anche valore alla cittadinanza attiva.

Quali sono le paure che emergono maggiormente in questo dialogo con le nuove generazioni?

La tematica principale è il non sentirsi ascoltati, gli sembra di non aver un luogo sicuro in cui parlare, dove poter condividere liberamente le proprie idee, in cui poter crescere personalmente e politicamente. Noi nel nostro piccolo cerchiamo di dare loro questo spazio, la possibilità di essere ascoltati, di poter fare le cose e di portare avanti dei progetti nel territorio. Lo facciamo prima e dopo il viaggio, ma anche a prescindere da esso. Come circolo Arci ci impegniamo per dare a questi ragazzi non solo le opportunità per una cittadinanza attiva ma anche la possibilità di una condivisione aperta, di sentirsi accolti e liberi di esprimere sentimenti, idee, emozioni.

cittadinanza attiva
Quali altre attività sta portando avanti Memoratu?

Stiamo creando altri progetti legati a tematiche per noi molto importanti quali l’ambiente, la parità di genere, l’antimafia: la tematica della cittadinanza attiva può abbracciare ogni istanza che arriva dalle nostre comunità. Vorremmo poi iniziare a breve anche delle collaborazioni con il carcere e con il centro di giustizia minorile. Le idee non mancano, ci vuole tempo per svilupparle e per trovare i fondi, ma l’associazione sta crescendo. Attualmente siamo circa 200 soci, abbiamo grandi aspettative e grandi speranze.

Progetti per l’immediato futuro?

Il primo progetto che segnalo, per il quale abbiamo già ottenuto i finanziamenti, riguarda proprio l’antimafia. Porteremo una classe di Villamassargia a Palermo per trattare, appunto, le tematiche legate alla mafia. Pian piano cercheremo di estendere questo progetto anche ad altri paesi e ad altre scuole. A luglio ci sarà un altro viaggio organizzato con Arci, Promemoria Balcani, in cui tratteremo tutte le questioni relative alla guerra nei Balcani. Per agosto abbiamo invece in mente un campo estivo legato alle tematiche ambientali con momenti di formazione per sensibilizzare i ragazzi sulle questioni legate all’ecologia.

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