12 Mar 2024

Biblioteche di quartiere: a Bari ecco Colibrì, per la diffusione della cultura letteraria

Scritto da: Angela Giannandrea

Una rete di biblioteche di quartiere sta per contaminare positivamente e in maniera capillare la città di Bari, da tempo attenta al tema della diffusione della cultura letteraria. Ma lo scopo del progetto Colibrì – questo è il suo nome – è anche quello di generare socialità e inclusione in questi spazi, pensati altresì per essere presidi di legalità in zone difficili del capoluogo pugliese.

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Bari, Puglia - Riconoscere e sostenere la crescita socio-culturale attraverso la diffusione della lettura come valore riconosciuto e condiviso, in grado di influenzare positivamente la qualità della vita individuale e collettiva. È questo l’obiettivo di Colibrì, un progetto che, a Bari, prevede l’ambizioso traguardo di creare undici biblioteche di quartiere e che rientra in una strategia più ampia di rigenerazione urbana community-based e di animazione culturale più estesa, Bari social book, nata nel 2016. Una rete virtuosa tra il welfare cittadino, il mondo culturale, le università, le librerie, gli operatori economici, che ha diffuso nella città spazi sociali e di lettura.

Colibrì, promosso dal Comune di Bari e finanziato dall’avviso regionale sulle Community library si pone in continuità con le azioni che hanno consentito al capoluogo pugliese di aggiudicarsi il riconoscimento di “Città che legge” dal CEPELL – Centro per il Libro e la Lettura. Per saperne di più su Colibrì e più in generale sulla promozione della cultura letteraria, ho rivolto qualche domanda al dottor Vitandrea Marzano, Dirigente del Gabinetto del Sindaco per il welfare, l’innovazione sociale e la cooperazione internazionale e referente del Progetto Colibrì.

marzano colibri
Vitandrea Marzano
Chi sono i promotori del progetto e i partner?

Colibrì – La rete delle biblioteche è un progetto di infrastruttura pubblica bibliotecaria promosso dal Comune di Bari, a valere su risorse del POR Puglia 2014-2020. Le undici biblioteche della rete, distribuite in altrettanti quartieri della città, sono concepite secondo standard comuni di allestimento e di dotazioni tecnologiche, per consentirne la multifunzionalità di utilizzo e una fruizione accessibile del patrimonio librario, incoraggiando i bambini e i più giovani ad appassionarsi ai libri e alla lettura.

Un sistema di piccole e medie realtà socio-culturali che punteggiano la città, concepite come community library in cui è possibile non solo leggere, ma anche ascoltare musica, vedere un film, leggere sfogliare giornali e riviste, assistere a talk e reading, frequentare laboratori e workshop culturali. Attorno al progetto gravitano l’AIB, l’Università di Bari, le scuole, il museo civico, gli editori, i librai, moltissime sigle dell’associazionismo culturale barese.

Com’ è articolato e gestito Colibrì?

Il progetto della rete Colibrì nasce nel Gabinetto del Sindaco come iniziativa inter-dipartimentale che coinvolge le Ripartizioni Istruzione, Welfare, Cultura, Patrimonio, Opere Pubbliche Urbanistica. Un network che farà riferimento alla Public Library regionale in avvio presso il Parco Rossani e favorirà il dialogo tra le biblioteche scolastiche, universitarie, provinciali e statali presenti a Bari, il sistema delle librerie e delle case editrici e la rete di animazione culturale del Comune Bari Social Book, connettendo i quartieri della città con il sistema di offerta culturale pubblico-privata più ampia.

Biblioteche di quartiere Colibrì

La rete è dotata di una piattaforma di catalogazione condivisa che consente l’accesso e il prestito inter-bibliotecario, di un portale e di una app da cui è possibile effettuare ricerche, approfondire consigli di lettura e fruire di più di un milione di contenuti digitali, tra cui e-book, film, musica, podcast, corsi di e-learning. Ciascuna biblioteca, oltre ai servizi ordinari di accoglienza, catalogazione, reference e prestiti, ospita al suo interno un’emeroteca, una fonoteca, un’area bambini, è pienamente accessibile alle persone con disabilità ed è gestita da un consorzio di attori locali del terzo settore, selezionati attraverso un avviso di co-progettazione.

Colibrì viene definito un modello di diffusione culturale inclusivo, partecipativo e pluralistico, un insieme di presidi di prossimità e un modello di cittadinanza culturale attiva in stretta relazione con scuole e associazioni. Può fare chiarezza attorno a questi concetti?

Il dibattito sul ruolo delle biblioteche pubbliche e sul rapporto tra città e luoghi di lettura si è affermato progressivamente in Italia e all’estero sulla base di alcune evidenze: la centralità della cultura e del capitale umano in uno sviluppo urbano sempre più orientato al terziario, l’esigenza di inclusione delle fasce fragili e periferiche nella crescita culturale della città, l’urgenza di interrompere la monocultura del consumo urbano, attraverso dispositivi democratici e gratuiti che promuovano socialità e coesione. Su questi presupposti, negli ultimi dieci anni, si è lavorato moltissimo sui terzi luoghi – centri culturali, spazi di innovazione, case di quartiere –, sul rafforzamento dei presidi di welfare comunitario, sulla densificazione delle reti di economia civile e sociale dei quartieri.

Biblioteche di quartiere Colibrì

Le biblioteche di quartiere rientrano in questo corso di investimenti pubblici tesi a riequilibrare le disuguaglianze di accesso e sollecitare una cittadinanza critica e consapevole. Non è un caso che agiscano complementarmente alle poche agenzie pubbliche formative rimaste – scuola, università – e la loro attualizzazione in “piazza del sapere”, restituisce plasticamente l’idea di spazio pubblico – non tanto nella proprietà, quanto nella vocazione – che incarnano: permeabile, plurale e aperto alla contaminazione disciplinare. Non solo libri ma musica, cinema, teatro, arte, socialità

Perché a Bari nasce l’esigenza di creare una rete di biblioteche di quartiere?

Bari, come molte grandi città italiane ed europee, è una città di quartieri, segnata da un policentrismo non solo morfologico ma culturale, identitario, sociale, a volte linguistico. E la strategia urbana degli ultimi dieci anni è stata tutta rivolta a valorizzare l’elemento della prossimità come un vantaggio, a differenziare le vocazioni dei quartieri, ad aumentare la qualità urbana e dell’abitare nei luoghi della residenza, agevolando le connessioni e riducendo la distanza centro-periferie.

Il lavoro sui quartieri è un tema di giustizia spaziale e ha come obiettivo quello di dotare le singole centralità urbane di asili, scuole, presidi culturali e di welfare, parchi e giardini, in grado di rispondere alle domande locali di cittadinanza, senza negare la mobilità urbana e senza alcuna pretesa di autosufficienza. La rete di biblioteche di quartiere Colibrì rientra coerentemente in questo disegno, con un’ambizione in più: fare comunità attorno alle undici biblioteche di quartiere e promuovere nuove forme di protagonismo dal basso. Per questo si è scelta la co-progettazione con il terzo settore per gestirle ed è stata evitata la gestione centralistica. La costruzione di comunità consapevoli passa anche attraverso la cura dei luoghi.

Biblioteche di quartiere Colibrì
Come si posiziona nei quartieri più difficili di Bari?

La vulnerabilità dei contesti selezionati per le biblioteche di quartiere è certamente un punto qualificante del progetto. Per alcuni quartieri ultra periferici – come San Paolo e Catino – le biblioteche sono una straordinaria opportunità per le scuole o per gli universitari per studiare e vedersi il pomeriggio in gruppo, senza affrontare traversate della città con i mezzi pubblici. Per altri – penso a Japigia e Libertà – dei veri e propri presidi di legalità, in contesti segnati dalla presenza criminale e afflitti dalla dispersione scolastica e dalla devianza minorile.

Le biblioteche di prossimità rientrano certamente tra i dispositivi di welfare culturale e propongono la via culturale come antidoto alla marginalità e all’anomia giovanile. Il coinvolgimento delle sigle locali del terzo settore nella gestione, conferisce alle biblioteche una presenza riconoscibile e territoriale e una strategia di aggancio delle famiglie e dei ragazzi e ragazze site specific.

Le biblioteche di quartiere rientrano nel corso di investimenti pubblici tesi a riequilibrare le disuguaglianze di accesso e sollecitare una cittadinanza critica e consapevole

Quali i risultati attesi e quali quelli conseguiti con la rete delle biblioteche di quartiere?

L’aumento dei lettori, in primis, in una delle regioni a più bassa intensità. Ma soprattutto impatti sociali positivi sui quartieri, misurati attraverso l’incremento della partecipazione alla vita sociale e civile dei residenti, la propensione alla socialità e alla militanza, l’aumento della legalità in certe aree più vulnerabili, la nascita attorno alle biblioteche di quartiere di comunità di appassionati, non solo di letteratura, cinema e musica, ma anche e soprattutto del proprio quartiere.

Propositi per il futuro?

Dare seguito alla sperimentazione, assestando il modello di gestione su principi di autosostenibilità, competenza e certezza delle risorse. La spesa corrente attuale del Comune non contempla risorse per la gestione ordinaria e nella pianta organica dell’Ente non sono previste figure di bibliotecari, che invece servono in questa nuova fase, per guidare la transizione e supervisionare la qualità del processo.

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