6 Mar 2024

Assalto eolico: i comitati uniti sono l’antidoto alla colonizzazione energetica speculatrice

Scritto da: Helis Blog

Se con "colonizzare" si intende quel processo che occupa e plasma un territorio con insediamenti a scopo di sfruttamento economico, parlare di colonizzazione come esito di un assalto eolico che agisce su economie locali e spazio pubblico plasmandole in funzione di necessità che arrivano da lontano, è necessario per comprendere le lotte che arrivano dai territori. L'attivista indipendentista Franciscu Pala analizza un intervento fatto dall'indipendentista Gavino Sale, secondo cui la soluzione ai progetti eolici senza freni in Sardegna è farsi comunità, guardando all'assalto come - appunto - colonizzazione.

Salva nei preferiti

Flumendosa, Sant’Antonio di Gallura, Barbagia. Giorno dopo giorno il cosiddetto assalto eolico in Sardegna avanza: aumentano i progetti, le minacce di nuovi parchi, ma parallelamente a crescere sono anche le lotte dei comitati pronti a difendere il territorio e l’identità che lo caratterizza, in nome di una transizione ecologica che non lasci indietro nessuno.

Una comunità unita nella volontà di difesa del proprio territorio e dei propri interessi non teme sconfitta, neanche nei confronti dei poteri più forti. Con questa libera parafrasi di un pensiero di Bachisio Bandinu, affrontiamo il tema del ruolo dei comitati spontanei che si battono contro la barbarie del profitto, contro la speculazione da assalto eolico e a favore di una sperimentazione virtuosa nel nome della giustizia sociale. Due esperienze a confronto, quella sarda e quella còrsa, viste e raccontate circa un anno fa da Gavino Sale, storico leader indipendentista da sempre impegnato in prima persona nelle battaglie per la sovranità energetica del popolo sardo.

assalto eolico
Immagine del Comitato Su Entu Nostru
L’OCCUPAZIONE DELLE PALE EOLICHE

Nel giugno 2023 si è svolta a Bauladu una assemblea di coordinamento dei comitati contro la speculazione eolica. Gavino Sale ha preso la parola ricordando quando alcuni anni fa un gruppo di attivisti di iRS occupò una pala eolica della multinazionale E.On perché il movimento indipendentista aveva percepito con un po’ di anticipo cosa stesse succedendo in Sardegna circa la colonizzazione energetica. Trenta militanti dormirono comodamente all’interno della torre. L’azione portò allo spegnimento del rotore della torre richiamando l’attenzione – fra le tante richieste – sul documento che chiedeva alla Regione di pronunciarsi.

Il popolo sardo ha o meno il diritto di esercitare la propria sovranità sui suoi beni pubblici e decidere se la ricchezza prodotta dalle risorse naturali debba andare a beneficio della collettività sarda o di altri? A questa occupazione seguì una riunione di confronto con la Regione. Successivamente iRS occupò un’altra centrale eolica i cui responsabili furono processati per tre volte e per tre volte vennero assolti. Come ricordò Sale, a seguito della mobilitazione di iRS che portò alla luce questi fatti, ricevette personalmente una denuncia da parte di gruppi delinquenziali con l’intenzione di intimidirlo.

Questo tipo di imprenditori o di fondi di investimento investe solamente in luoghi dove regna la tranquillità

L’ESEMPIO DELLA CORSICA, ISOLA SORELLA

A titolo di esempio Sale, che vanta storici e profondi rapporti politici con gli indipendentisti còrsi, ha poi illustrato la dinamica che ha consentito alla nostra Isola sorella di mantenere totalmente libero dalla speculazione eolica il proprio territorio nazionale. Anche la Corsica ha subìto infatti un tentativo di colonizzazione eolica, ma grazie alla capillarità e alla mobilitazione dei comitati – pur favorevoli alle energie rinnovabili – gli speculatori francesi non sono riusciti nel loro intento di sfruttare le risorse del territorio e dell’ambiente dell’Isola per il loro guadagno pressoché esclusivo.

All’offerta di una “elemosina” inferiore al 2% lordo, i comitati hanno risposto con la proposta del 50 e 50 tra investitori e comunità locali. Offerta irricevibile per gli speculatori i quali non hanno avuto altra scelta che abbandonare i loro progetti. D’altronde – ha ricordato Gavino Sale – questo tipo di imprenditori o di fondi di investimento investe solamente in luoghi dove regna la tranquillità. Dove l’investimento e l’arricchimento sono rapidi, tranquilli e certi. L’ambiente ostile della Corsica non avrebbe garantito questi guadagni.

gavino sale assalto eolico
Uno scatto di Gavino Sale
UNITI CONTRO L’ASSALTO EOLICO

Passando all’attualità, Gavino Sale ha inoltre sottolineato come l’interessante novità che sta emergendo in questi mesi è la sensibilità sui temi dell’assalto eolico e della colonizzazione energetica nonché la rapidità e la capacità di organizzazione dei comitati, ai quali tra l’altro occorre dare un supporto comunicativo e mediatico per far arrivare il senso del loro operato nelle case di tutti i cittadini e alle orecchie dei giovani e giovanissimi. Secondo Sale, quel che emerge di positivo dalle
assemblee dei comitati è il fatto che finalmente la Sardegna si sta rendendo conto di essere inserita nelle nefaste dinamiche macroscopiche che regolano il mondo.

Citando il premio Nobel Elionor Ostrom, ha chiesto se le ricchezze collettive come il sole, l’acqua e il vento debbano andare alle comunità o a singoli personaggi che accumulano, devastano e inquinano. Il messaggio che quindi deve partire dalla Sardegna e dalla Corsica verso il mondo è che le nostre Isole devono essere luoghi di di sperimentazione virtuosa e di giustizia sociale, contro la barbarie della speculazione e del profitto facile.

assalto eolico
DECISIONI COLLETTIVE

Ricordando che gli antichi Romani hanno dichiarato per nove volte la conquista della Sardegna, l’esortazione avanzata ai comitati è di non cedere e, metaforicamente, restare uniti come gli acini di un grappolo d’uva, ognuno con le sue sensibilità ma dal comune obiettivo. Perché la reale conquista di un popolo avviene una volta sola. E quella della Sardegna non è ancora avvenuta. D’altronde anche le ricerche del professor Stefano Mancuso dicono che la materia vivente, come quella delle piante e degli uomini, è l’antitesi della solitudine, l’antitesi dell’individualismo.

Sono stati piantati dei fagioli rampicanti – ha concluso Sale – in un vasetto di vetro chiuso da un coperchio. Le proprietà collettive della materia hanno fatto sì che i fagioli, tutti assieme, non siano cresciuti verso l’alto come fanno normalmente ma si siano inclinati per far scorrere via il coperchio. Si sono messi d’accordo. Si sono liberati. Quindi anche a noi oggi tocca prendere una decisione collettiva: firmare definitivamente la resa a queste potenze ormai in declino e senza prospettive – certificando però che la Sardegna è il più grande “allevamento” al mondo – o unirci per vincere questa nuova battaglia contro l’assalto eolico con tutte le forme possibili di partecipazione collettiva.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
DDL 1660: l’Italia sta scivolando in una democratura?
DDL 1660: l’Italia sta scivolando in una democratura?

La Slovenia, la NATO e il movimento pacifista: facciamo il punto con Aurelio Juri
La Slovenia, la NATO e il movimento pacifista: facciamo il punto con Aurelio Juri

L’attivista Alham Hmaidan: “Per fermare il genocidio non basta riconoscere lo Stato di Palestina”
L’attivista Alham Hmaidan: “Per fermare il genocidio non basta riconoscere lo Stato di Palestina”

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Cosa dice il nuovo codice della strada e che ricadute avrà sulla mobilità sostenibile – #1024

|

La biblioteca su due ruote KORABike regala storie in giro per le strade

|

Educare al biologico: serve più consapevolezza verso salute e ambiente

|

Promemoria Auschwitz, perché davvero non accada mai più

|

Cammini e sentieri: ecco come custodire e valorizzare un tesoro lungo 150mila chilometri

|

La Robbia, il laboratorio sardo di tintura naturale che cuce tradizione e sostenibilità, dalla terra al tessuto

|

Nuove case: come devono essere per stare al passo con un mondo che cambia?

|

CereAMO: per mangiar bene dobbiamo “tornare indietro” di 80 anni

string(8) "sardegna"