28 Feb 2024

Riduzione dei rifiuti, riuso e riutilizzo: a Reggio Calabria c’è Fare eco, per un mondo più pulito

Scritto da: Tiziana Barillà

Prevenzione e riduzione dei rifiuti, riuso e riutilizzo. Fare eco è un progetto maturato in anni di riflessioni e trasformato in associazione due anni fa, che si è già guadagnato l’apprezzamento della città, un podio europeo e una nuova sede pronta per la prossima accelerata. Ne abbiamo parlato con la presidente Rossana Melito.

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Reggio Calabria - La vita è una mxxxa, ma io ci faccio del compost!

Con questo motto senza peli sulla lingua si presenta l’associazione culturale per l’ambiente Fare Eco. Nata legalmente nel febbraio 2022 a Reggio Calabria, in verità l’origine risale ai giorni cupi della pandemia. Tutto ha inizio infatti a ottobre 2020, quando la presidente dell’associazione Rossana Melito si rende conto di essere circondata di oggetti in buono stato ma che non usa, così decide di aprire un gruppo Facebook per il riuso e in poco tempo quel gruppo diventa partecipassimo dai suoi concittadini che oggi sono in 25000. 

Da allora Rossana, insieme alle due socie Patrizia Riso e Simona Argento, continua a promuovere attività e corsi per studiare e praticare la riduzione dei rifiuti, il riutilizzo e il riuso. In solo due anni, Fare eco ha incassato riconoscimenti e adesioni e adesso è pronta a inaugurare una nuova avventura: la sede dell’associazione, che sarà il luogo in cui continuare le attività ma anche per inaugurarne altre, come una stoviglioteca e l’oggettoteca, per fare corsi e laboratori, oltre a un punto di raccolta di indumenti e materiali. Tra attività oramai consolidate e nuove sfide all’orizzonte, abbiamo chiesto alla presidente di Fare eco, Rossana Melito, di raccontarci questa esperienza.

Rossana Melito 2
Rossana Melito | foto di Mikhaela Cannizzaro
Come è nata l’idea di fondare Fare eco?

Diciamo che Fare eco era in cantiere da almeno dieci anni, poi abbiamo deciso di incrementare la cosa attivamente durante la pandemia. Quando eravamo tutti chiusi in casa ho deciso di coinvolgere Patrizia Riso e Simona Argento perché sono due brave comunicatrici: Fare eco si occupa di comunicazione ambientale e loro hanno subito accettato di fare parte. 

Ufficialmente Fare eco nasce a febbraio 2022 in forma di associazione, ma di fatto il progetto della Rete del riuso nasce durante la pandemia, a ottobre 2020, quando crei un gruppo Facebook, Non si jetta nenti, espressione reggina che significa “non si butta via niente” con cui scherzando spesso si dicono le cose serie. Questo è uno di quei casi?

Eravamo chiusi in casa, ognuno circondato da centinaia di cose. Cassetti pieni! Mi sono detta: “Proviamo a mettere in regalo gli oggetti che teniamo perché non si sa mai” e sin da subito la cosa ha funzionato. Perché in città manca ancora uno spazio per i cittadini che vogliono donare le loro cose invece di buttarle all’isola ecologica. Oggi il gruppo Non si jetta nenti è composto da 25000 membri, perlopiù reggine e reggini, senza contare i gruppi che sono nati nel resto della regione, dalla Locride a Serra San Bruno, ma anche Crotone e Vibo Valentia. 

Sin da subito abbiamo cominciato a parlare di prevenzione e riduzione dei rifiuti, di quello che c’è a monte

Così, sulle tracce di questo cammino, nasce il progetto più ampio della Rete del riuso. Ma perché occuparsi di rifiuti?  

È un progetto che nasce da una mia frustrazione lavorativa. Mi occupo da diversi anni di rifiuti, in particolare della gestione urbana dei rifiuti; avendone viste tante qui in regione e avendo fatto una tesi al Politecnico di Torino sull’emergenza rifiuti in Calabria, ho voluto trattare questo problema da un altro punto di vista: laurea in eco design, approccio sistemico e fare diventare i rifiuti una risorsa e non un problema.

Qui in Calabria mancano molti impianti, mancano molte cose che in altre città – specie al Nord – ci sono, vedi per esempio il Centro del Riuso, che qui in Calabria e a Reggio non è ancora previsto. E allora mi sono detta: visto che il lavoro non mi consente di fare tutto ciò che vorrei, perché non fare qualcosa che vada oltre il lavoro? Vedendo tanti rifiuti ancora in buono stato presso il centro comunale di raccolta o l’isola ecologica, che venivano comunque buttati, mi sono proposta di trovare un modo per gestire meglio la cosa. 

fare eco
Raccontaci: di cosa vi occupate in concreto?

Sin da subito abbiamo cominciato a parlare di prevenzione e riduzione dei rifiuti, di quello che c’è a monte, prima che diventino rifiuti. Le nostre attività sono il caffè delle riparazioni, laboratori, workshop e poi è arrivato il progetto della Rete del riuso che si vuole occupare di creare sinergia in città tra tutti gli attori che già si occupano di riduzione, riuso, riutilizzo dei rifiuti. E creare luoghi fisici dove le persone possano andare a informarsi su cosa vogliano dire queste parole e sapere come possano concretamente ridurre i loro rifiuti.

Siete arrivati sul podio della Settimana europea contro gli sprechi e per la riduzione dei rifiuti, la più grande call-to-action d’Europa volta a promuovere la realizzazione di azioni di sensibilizzazione sulla sostenibilità e sulla corretta gestione dei rifiuti.

Abbiamo partecipato a un bando dello sportello Europe Direct del Comune di Reggio Calabria, che ha finanziato il progetto. La campagna di comunicazione che si è messa in luce nell’evento europeo propone un percorso laboratoriale gratuito e aperto a tutti per promuovere lo European Green Deal e uno stile di vita più sostenibile, attraverso i temi del recupero, della riparazione e del riutilizzo. Tra le altre cose, dava la possibilità di partecipare alla Settimana dei rifiuti 2023; ci siamo presentati proponendo il nostro caffè delle riparazioni e – essendo il tema di quell’anno i rifiuti tessili – abbiamo fatto degli incontri per il riutilizzo delle stoffe, alcuni incontri con Corredino o la Pannolinoteca che abbiamo avviato in città.

fare eco2
foto di Mikhaela Cannizzaro

Una serie di attività che abbiamo presentato alla Settimana europea vincendo le selezioni nazionali nella categoria associazioni e da lì siamo stati selezionati per andare a Dublino, alle finali europee. Siamo arrivate seconde tra le quindici esperienze selezionate su più di 16000 partecipanti tra scuole, aziende, cittadini e associazioni. Siamo andate in Irlanda per rappresentare la nostra città. È stato un orgoglio stare tra quelle realtà. 

E adesso una nuova sfida. In questi giorni inaugurate la “Fare eco teca”, un nuovo spazio in città.

Ci auguriamo di continuare le nostre attività ma anche di inaugurarne altre, come una stoviglioteca e l’oggettoteca, e usare lo spazio per fare corsi e laboratori, oltre a un punto di raccolta di indumenti e materiali. Per continuare non solo a parlare di prevenzione e riuso, ma anche a farlo. 

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