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Torino - Sempre più spesso si leggono titoli del tipo “Ho aperto OnlyFans e ora guadagno 100k in un anno” o “Lavoravo 8 ore al giorno e non riuscivo a mettere da parte nulla, con OnlyFans invece fatturo 10k al mese”. Oppure si sentono frasi come “Se mi va tutto male mi metto a vendere foto dei piedi” o “se mi licenziano mi apro una pagina OnlyFans”. Narrazioni che fanno sembrare quello del porno un mondo facile, immediato, che non richiede particolari abilità e che garantisce incassi esorbitanti fin da subito. Ma è veramente così? Ne ho parlato con Karmann, creator di contenuti per adulti insieme alla sua compagna Josie, che mi ha raccontato come sia veramente lavorare in questo ambito.
Karmann, raccontaci com’è iniziato questo tuo lavoro con Josie su OnlyFans.
La fotografia e i video sono media che mi ispirano da molto tempo. La fotografia erotica conseguentemente mi ha sempre intrigato e affascinato. Con vari partner fortunatamente ho avuto l’opportunità di scattare spesso. Con Josie, complice la distanza, siccome lei all’inizio non viveva in Italia, ci siamo sempre scambiati foto e video.
Inoltre quando eravamo insieme ci piaceva filmarci per avere un ricordo da riguardare quando eravamo di nuovo lontani. Col passare del tempo e con il consolidarsi della relazione, ci siamo resi conto di essere pieni di video porno di noi due. Quindi ci siamo detti: che peccato tenerli solo per noi! È stata Josie a proporre di aprire una pagina di coppia. Io ci avevo pensato in passato, ma non ho mai avuto abbastanza coraggio di farlo da solo. In coppia invece ho deciso di buttarmi!
All’inizio abbiamo passato un paio di mesi a pensare a come farla diventare una cosa fattibile, a come concretizzare l’idea. Dove pubblicare? Come? Quando? Come farci pubblicità? Prima di tutto abbiamo trovato un sito che acquistava filmati amatoriali e abbiamo venduto qualche nostro video per vedere come ci saremmo sentiti. Era un test, abbiamo provato. Il loro feedback è stato assolutamente fantastico. E stato proprio quello che ci ha spinto ad aprire un profilo Only Fans un mese dopo.
All’epoca dovevo viaggiare molto per il mio lavoro, stavo spesso lontano da casa, mentre lei faceva l’insegnante online. Non eravamo soddisfatti di quello che stavamo facendo. Ci sembrava di lavorare a vuoto, non c’era ragione che facessimo proprio quei lavori. Non c’era passione e non ci sentivamo motivati.
Ma su OnlyFans è davvero tutto facile come sembra trasparire da alcuni titoli sui giornali?
Il mercato c’è, ma nessuno ti paga se non fai un lavoro fatto bene, come in qualsiasi altro campo. Innanzitutto devi trovare la tua nicchia: devi decidere che pubblico vuoi, a chi ti vuoi rivolgere. Girare i video alla fine è solo il 20% del lavoro. Bisogna capire come emergere, come e quanto esporsi, come attirare il pubblico. Poi, a seconda dei contenuti, ci vuole anche tanto tempo.
Noi fondamentalmente facciamo due tipi di contenuti: alcuni con più trama, più studiati, altri invece più amatoriali, filmati sul momento senza preparazione. La prima tipologia è più simile a ciò che fanno gli attori, mentre la seconda è più spontanea, senza filtri. Poi ci sono il montaggio e la promozione, che sono il grosso del nostro lavoro. Io mi occupo soprattutto di fare editing e montaggio, mentre Josie è il volto del marketing. La promozione deve essere costante, così come fa qualsiasi altro tipo di content creator. Bisogna costantemente promuoversi e pubblicizzarsi.
Mi descrivi la vostra tipica giornata lavorativa?
Ci siamo dati una routine. Lavoriamo cinque o sei giorni alla settimana. La mattina ci prendiamo un’oretta o due per stare offline. Facciamo colazione, cerchiamo ispirazioni guardando qualche video oppure ci dedichiamo ai nostri passatempi come farebbe chiunque. Poi per circa un paio d’ore ci mettiamo a girare video, contenuti che utilizzeremo per creare reels, ma anche video e foto. Pranziamo velocemente e poi nel pomeriggio ci dedichiamo a editing e promoting. Non è una cosa quotidiana ma succede anche di creare contenuti ad hoc per chi ci segue su Only Fans.
A seconda di quanto ci manca per concludere il lavoro che ci siamo prefissati, finiamo di lavorare intorno alle 18 o alle 19. A volte finiamo prima, altre volte tiriamo avanti anche fino alle 23. In più saltuariamente ci sono gli eventi. Sono forse la parte più bella del lavoro. Alle convention conosci nuova gente e possono nascere amicizie e collaborazioni. Io arrivo da un mondo lavorativo in cui la componente sociale era molto scarna, quindi non sono molto bravo in queste cose[Ride ndr]! Sarà per questo che le convention mi piacciono così tanto, nonostante mi affatichino mentalmente.
Parliamo di emotività. Come gestite il fatto di lavorare insieme in un campo del genere?
Penso che lavorare con un partner non sia mai facile a prescindere da quello che si fa. Noi stiamo cercando di fare in modo che la nostra sia una relazione il più sana possibile. Comunichiamo costantemente come stiamo e come ci sentiamo; se ci sono dei problemi ce lo diciamo subito. Inoltre cerchiamo di avere due tipi di intimità: una online e una offline.
La nostra nicchia vuole vedere contenuti di coppia, più romantici, più carini, rispetto al classico “stunt cock”. Per questo noi promuoviamo tanto la nostra intimità. Cerchiamo però di mantenerne anche una fetta solo per noi, che non necessariamente è diversa dall’altra, ma almeno sappiamo che è solo nostra. Tuttavia ammetto che siamo esibizionisti e quindi di solito finiamo per pubblicare anche quella [ride, ndr].
Che consigli daresti a chi dice “mollo tutto e apro una pagina OnlyFans”?
A chi dice certe cose risponderei: “Fallo, ma prima fai le dovute ricerche”. Una volta si poteva ottenere tanto con poco impegno, sempre relativamente parlando. Tuttavia se vuoi fondare una carriera su questo lavoro devi ragionare a medio e lungo termine: non puoi pensare solo a produrre video. È un mercato ampio e c’è spazio per tutti. Il fatto che i content creator siano tanti rende difficile emergere. Non è solo fortuna, ma ci vogliono lavoro e costanza: se ti impegni, lo spazio lo trovi. Gli altri content creator sono colleghi e non competitor. È bello collaborare e scambiarsi idee. L’ultima cosa che serve è odiarsi reciprocamente visto che già lavoriamo in un campo osteggiato da molti.
Voi fate pornografia etica, che cosa la contraddistingue?
In questo periodo storico ci sono in atto dei cambiamenti importanti e uno di questi è quello che cerca di allontanarsi dalla pornografia così come la conosciamo. Ci sono sempre più case produttrici anche grosse che stanno puntando a diventare etiche e tante altre nuove case che nascono proprio basate su questi principi. Inoltre c’è anche molta più autoconsapevolezza tra i content creator stessi. Alla fine comunque tutto dipende dalle singole persone, a prescindere dalle aziende e dalle case di produzione. Quello che si può fare e che si deve fare è comunicare al meglio prima di iniziare un lavoro. La comunicazione, il rispetto e il consenso sono i fattori fondamentali per fare pornografia etica.
Quando collaboriamo con altri content creator ci prendiamo almeno un’ora per compilare una lista di cose che ci piace fare, che non ci piace fare e che assolutamente non vogliamo fare né ricevere. Sapere che cosa ci piace è fondamentale perché serve passione affinché il lavoro venga bene. Dichiarare cosa non si vuole invece è fondamentale ai fini del consenso. Dopo un’ora di conversazione tra tutte le parti allora forse si può iniziare a girare se si è d’accordo.
Questo lo facciamo anche tra me e Josie. Se c’è bisogno di fermarci ci fermiamo. La riuscita del video non vale assolutamente una mancanza di rispetto. Portare a termine il contenuto è secondario rispetto a queste questioni. A fine shooting chiacchieriamo nuovamente, ci si confronta. Ci siamo divertiti? Lo vogliamo rifare così? Vogliamo cambiare qualcosa? È questo che rende il porno etico. È tutto in mano alle persone sul set.
Poi ci terrei a precisare che questa è una prassi che non andrebbe fatta solo nel porno, ma nella vita in generale. Fin troppo spesso si sentono coppie che hanno esperienze sessuali problematiche, persone che vengono trattate come oggetti, persone la cui volontà non viene rispettata, persone che non hanno avuto il coraggio di dire nulla e hanno subito le scelte degli altri. Dovrebbe invece esserci lo stesso tipo di consenso e rispetto di cui si parla prima di uno shooting.
Un’ultima domanda: ma è vero che si guadagnano le cifre esorbitanti che si sentono in giro?
Bisogna partire dal presupposto che questo è un lavoro come qualsiasi altro. Più impegno, più ore lavori, più soldi. Se una persona si impegna può arrivare a cifre elevate. Conosco chi lavorando ottanta, novanta, anche cento ore alla settimana guadagna moltissimo. Io personalmente non sono disposto a lavorare così tanto. Immagina di leggere un articolo con un titolo così: “Tizio apre un negozio di frutta e verdura o toelettatura per cani e adesso guadagna diecimila euro al mese”. Magari è complicato, ma è possibile? Sì, dipende da quanto tempo, energie e risorse si vuole investire.
Vai su Amore (e sesso) che cambia per saperne di più su relazioni, sessualità e tematiche di genere.
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