Caltanissetta: la “bellezza” innescata dal comitato di quartiere attira progetti di condivisione
Seguici su:
Caltanissetta - La bellezza chiama bellezza e la rigenerazione urbana è, a buon diritto, un esempio di restituzione di bellezza e rinascita. Un esempio vincente di riqualificazione urbana e sociale partito dal basso è quello che sta accadendo a Caltanissetta, dove il lavoro e l’impegno in questi anni del comitato di quartiere San Francesco – Stazzone è riuscito a innescare interesse per la zona fino ad attrarre l’attenzione di cittadini, istituzioni e imprenditori.
Lì dove un tempo regnavano degrado e incuria infatti il comitato di quartiere – presieduto dall’instancabile Marcello Bellomo, che ci onoriamo di avere come collaboratore e amico di Italia che cambia – è riuscito già dal 2018 ad avviare un processo di rinascita importante, tanto che gli imprenditori Vincenzo Giglio e Salvatore Cosentino, soci e titolari di Cox spirits e produttori dell’amaro artigianale Cox, hanno deciso di aprire il loro nuovo quartier generale proprio vicino all’abbeveratoio del 1600 che è tra i simboli di questa rinascita.
IL COMITATO DI QUARTIERE HA LAVORATO SU QUATTRO LUOGHI SIMBOLO
L’abbeveratoio è infatti uno dei quattro luoghi simbolo su cui il comitato di quartiere ha puntato sin dall’inizio per la riqualificazione e la rinascita: la scalinata di San Francesco, il Cristo Nero – antico crocifisso custodito da alcune suore –, l’Abbeveratoio e il parcheggio, che è anche un bellissimo luogo di belvedere. In questi anni Marcello Bellomo e il gruppo del comitato cittadino hanno fatto da elementi propulsori di questo movimento di rinascita dal basso, avviando collaborazioni nel segno della bellezza.
«Io dico sempre che dobbiamo tornare a essere belli noi e dobbiamo tornare a usare uno strumento potentissimo che è quello della collaborazione. Siamo fortissimi in tante cose ma ci fermiamo di fronte alla scarsa fiducia nell’altro», dice Marcello, che aggiunge: «Non appena Vincenzo Giglio, Salvatore e Rino Cosentino sono arrivati nel quartiere hanno chiesto del comitato e ci siamo conosciuti. Non poteva che nascere una bella collaborazione». Qui nel circondario infatti la collaborazione è ormai un elemento che si respira nell’aria.
UN VECCHIO EDIFICIO RECUPERATO PER UNA SCOMMESSA IMPRENDITORIALE E COLLETTIVA
I due soci del liquorificio che hanno deciso di investire nella zona riqualificata e di rimettere a nuovo un antico edificio che un tempo ospitava un pastificio per farne il proprio laboratorio, si sono subito ritrovati e riconosciuti nel senso di comunità che si respira tra queste pietre. E con la voglia di collaborare alla bellezza e alla rinascita di San Francesco-Stazzone, hanno messo a disposizione della collettività e di momenti comunitari una parte dei propri locali. Una forma di rinascita che in Sicilia ha anche dei pionieri come il Museo MeTe di Siculiana o Favara Cultural Farm.
«Il nostro liquorificio nasce in un posto abbandonato che era una vera e propria discarica», spiega Vincenzo Giglio. «Sono sempre stato innamorato di questa zona della città ma prima era davvero impensabile investire qui. Poi un giorno, mentre cercavo la nuova sede e soprattutto un posto che fosse bello per me e per gli altri, sono stato colpito da questo vecchio pastificio. È stata una sfida: basti pensare che abbiamo portato via due tir stracolmi di rifiuti, ma ne è venuto fuori un posto che parla di passato e artigianato».
«Il laboratorio però è fin troppo grande per noi quindi dall’incontro con Marcello e il comitato di quartiere è nata l’idea di destinarne una parte a luogo di socializzazione, piccola enoteca e luogo anche di formazione». Insomma, una sorta di hub di collettività. «La superficie che abbiamo a disposizione – continua – è di ben 250 metri quadri; la parte anteriore del locale, con i suoi 100 metri quadri, sarà disponibile per eventi collettivi, proiezioni, incontri e ci sarà un bar e la possibilità di fare rete e comunità».
L’INAUGURAZIONE DI SABATO 2 MARZO SARÀ UN ASSAGGIO DI COME FUNZIONA LA RETE
E la collaborazione prende vita sin dall’inagurazione del liquorificio Cox Spirit, che si terrà sabato 2 marzo. In quell’occasione, grazie allo zampino di Marcello e alla rete comunitaria del comitato di quartiere, ci sarà un’inaugurazione nel segno dei prodotti tipici nisseni proprio come l’amaro Cox – ideato da Vincenzo tre anni fa con l’aroma di arance, è un prodotto artigianale prettamente siciliano.
Per l’inaugurazione ci saranno le ricette del maestro cuoco Ottavio Miraglia, esperto conoscitore della tradizionale culinaria locale che ha raccolto in un libro le più significative ricette della storia nissena e che si avvarrà anche dell’aiuto di alcuni ragazzi iscritti ai corsi di formazione alberghiera della CIRS, presieduta da Michela Nicosia. A dar man forte all’intera organizzazione ci saranno anche le suore e le cucine dell’istituto Signore della Città. Insomma, un’inaugurazione che parla di connessione e che è un assaggio di come questo luogo possa diventare centro di aggregazione del quartiere.
«La nostra è una scommessa. Ovviamente siamo produttori e imprenditori e ci interessa fare conoscere il nostro liquore non solo in Sicilia, ma se nel farlo riusciamo anche a essere un punto strategico per la rinascita di questa zona ne saremo davvero felici. Ci piacerebbe che questo luogo, oltre alla nostra sede aziendale, diventasse un vero e proprio hub di collaborazione e di promozione del territorio». D’altra parte, Marcello l’aveva detto sin dall’inizio: «Questa è anche un’occasione per fare rete: è importante creare dei circoli virtuosi».
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento