13 Feb 2024

Canzoni in LIS: ecco come le persone sorde possono “ascoltare” la musica

Scritto da: Elena Rasia

A Sanremo la nostra Elena Rasia ha incontrato Martina e Nicola, due giovani che si occupano di tradurre le canzoni in LIS. Si tratta di un lavoro di cui molti non sono neanche a conoscenza, ma che rappresenta un passaggio fondamentale per rendere accessibile la musica anche alle persone con disabilità invisibili, come quelle sorde. Senza contare che l'interpretazione in lingua dei segni è una vera e propria performance che può trasmettere emozioni uniche.

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Imperia - Torniamo a parlare di Sanremo per continuare a parlarvi di accessibilità, che è un aspetto che riguarda non solamente la struttura dei luoghi, ma ogni aspetto della vita di una persona, indipendentemente dal fatto abbia una disabilità o meno, e della sua quotidianità: tempo libero, abitativo, lavorativo. Ad esempio, avete mai pensato che anche la musica, per alcune persone potrebbe essere inaccessibile? Non vi parlo del diventare musicisti perché altrimenti dovrei dedicare un articolo a parte, intendo proprio come fruitori. Le persone con disabilità sensoriali, come ad esempio le persone sorde che utilizzano la lingua dei segni, possono “ascoltare” le canzoni in LIS, sentire la musica con gli occhi, attraverso dei segni che raccontano le canzoni.

Come sapete, sono stata tre giorni a Sanremo proprio per seguire il Festival e “testarne” l’accessibilità – qui potete leggere le mie considerazioni in proposito. e fra le varie persone che ho incontrato ci sono anche due performer lis che vi farò conoscere oggi. Sono Martina Rebecca Romano e Nicola Noro, che hanno lavorato per Rai Accessibilità durante l’edizione appena trascorsa del festival della canzone italiana.

canzoni in lis2
MARTINA

Nata a Vercelli, ma trasferitasi a Biella con la famiglia per frequentare la scuola di Cossato (BI) che ospitava il progetto bilingue Italiano/Lingua Italiana dei Segni – che prevedeva l’unione tra i bambini sordi e udenti, Martina si definisce “sorda bilingue” perché utilizza entrambi i metodi di comunicazione: la lingua italiana e la Lingua dei segni.

Qual è stata la tua prima reazione quando hai saputo di essere stata scelta per Sanremo? 

Tempo fa tradussi una canzone di Noemi all’interno di un progetto multimediale dell’università che la stessa Noemi ha poi condiviso. In seguito un’amica mi segnalò un casting della Rai per tradurre le canzoni di Sanremo in diretta. Mandai la candidatura, mi convocarono a Roma. Dal 2020 faccio una settimana di ferie per lavorare in Rai, anche se non a Sanremo, ma a Roma. L’amore per la musica me l’ha trasmesso mia mamma durante i tragitti in auto da casa a scuola, quando mi traduceva le parole delle canzoni in lingua dei segni e mi faceva mettere le mani sulle casse della macchina per sentire le vibrazioni. 

Da qualche anno collaboro con Rai Accessibilità e anche quest’anno sono stata presente a Sanremo Accessibile come interprete e performer nella lingua dei segni, sorda. Il Festival della Canzone Italiana in LIS è un modo semplice per duplicare l’esperienza sanremese e viverla cambiando prospettiva. Questo significa costumi, trucco, parrucco, prove e coreografie per tradurre e interpretare le canzoni nella Lingua dei segni. Il risultato, oltre a essere prezioso per gli spettatori sordi del nostro amato festival, è anche estremamente coinvolgente per il pubblico udente. Proprio perché la lingua dei segni è visiva, riesce a esprimere, tramite il corpo, le mani, il volto tutta la forza della musica arrivando al cuore.

martina
Come pensi che la tua esperienza personale possa arricchire l’interpretazione durante il festival?

Aiuta a credere di più in noi stessi, a non avere timore di ciò che siamo. Convince che anche noi sordi possiamo fare esattamente le cose come gli altri, che se si ha una passione bisogna inseguirla sempre. I veri limiti sono quelli imposti dalla nostra mente.

Pensi che si possa lavorare di più sull’accessibilità di un evento come il festival di Sanremo? 

Dal 2020 il Festival di Sanremo è accessibile, è possibile seguirlo su RaiPlay in lingua dei segni e sottotitoli, mentre per seguirlo solo con sottotitoli in TV c’è la pagina 777 del Televideo e l’audiodescrizione sulla seconda traccia audio del canale. Una cosa che però mi piacerebbe, non essendo fisicamente la, è avere la possibilità di essere presenti insieme agli artisti come fanno nei concerti in America.

Come hai preparato la tua interpretazione? 

Il lavoro consiste nel cercare di comprendere il significato e il messaggio che la canzone vuole trasmettere attraverso le metafore, la retorica e i secondi significati. Poi si lavora sulla traduzione delle canzoni in LIS rimanendo fedele al testo. Infine si ascolta la canzone memorizzando il ritmo attraverso le vibrazioni per dare forma alla coreografa. Il segreto sta nell’entrare il più possibile nella parte e unire il tutto. Grazie alle protesi acustiche ho un buon recupero, mi faccio aiutare dalle casse attraverso la vibrazione e riesco a sentire qualcosa, ma non del tutto; infatti ho sempre bisogno di qualcuno che mi spieghi e mi dia i tempi musicali in modo da studiare il ritmo della canzone. 

La lingua dei segni è visiva, riesce a esprimere tramite il corpo, le mani, il volto tutta la forza della musica arrivando al cuore

Per quanto riguarda i tempi di lavorazione, di solito cominciamo settimane prima dell’inizio del festival: una volta che ci arrivano le canzoni con i testi dobbiamo leggerle e rileggerle, ascoltarle e riascoltarle per riuscire a capire che cosa il cantante vuole trasmettere in quella strofa o utilizzando quella particolare metafora. In un secondo momento passiamo alla parte di traduzione adattando i segni affinché diventino più poetici e il nostro segnato sia fluido e bello da vedere. Dopodiché passiamo al ritmo, che viene trasmesso sia dalle mani che dal resto del nostro corpo. Lavoriamo in squadra confrontandoci sia sul ritmo che sulle traduzioni e le scelte lessicali che facciamo.

Pochi giorni prima che inizi il festival si arriva a Roma per fare le prove negli studi della Rai. Il programma viene messo in diretta durante il festival e contemporaneamente a Rai1, traduciamo le canzoni in LIS su RaiPlay. Io compaio nel momento in cui canta l’artista che mi è stato assegnato. In una sera traduco due o tre canzoni. Il nostro gruppo è composto da quattordici traduttori, alcuni sordi e alcuni udenti. Qualche problema si può verificare se i cantanti cambiano il testo. Poi devi guardare quello che succede a Sanremo, devi tenere d’occhio chi ti dà i tempi e hai uno specchio per vederti. Insomma, servono dieci occhi.

canzoni in lis
NICOLA

Nicola è nato a Vicenza, ha 27 anni e ha studiato la LIS all’Università Cà Foscari di Venezia. Ha provato a tradurre Nessun grado di separazione di Francesca Michielin con un’amica e a postarla su Youtube. Visto il successo del video si sono iscritti all’edizione 2018 di Italia’s Got Talent arrivando in semifinale. Da lì ha cominciato a interpretare sempre più canzoni fino a quando, nel 2019, Rai Pubblica Utilità ha aperto un casting a cui ha partecipato entrando così a far parte del gruppo di interpreti musicali di Rai Pubblica Utilità che si occupano, tra le altre cose, anche della traduzione del Festival di Sanremo. 

Qual è l’importanza dell’accessibilità per il pubblico sordo durante manifestazioni culturali di grande rilevanza come questa?

Al momento purtroppo in Italia sono veramente poche le trasmissioni tradotte in LIS e quindi accessibili alle persone sorde. L’accessibilità è un diritto e Sanremo Accessibile rappresenta un piccolo grande passo verso una televisione più inclusiva. Attraverso il nostro lavoro le persone sorde possono finalmente avere accesso a uno dei programmi più importanti della televisione italiana, avendo non solo accesso alle canzoni, ma anche a tutti i messaggi, alle testimonianze e alle riflessioni che ospiti e co-conduttori portano sul palco dell’Ariston. 

Puoi condividere un momento significativo in cui hai sentito di aver davvero fatto la differenza nell’esperienza di qualcuno attraverso la tua interpretazione? 

I momenti che mi fanno capire di più l’impatto del nostro lavoro è vedere il pubblico sordo negli studi che parla e segna con noi, divertendosi o sentendo le emozioni trasmesse dal cantante. La cosa che maggiormente mi scalda il cuore è vedere i bambini e le bambine sorde che ci riconoscono come gli interpreti musicali del festival e conoscono le traduzioni delle canzoni a memoria. 

Come ti prepari per interpretare brani musicali durante il Festival, considerando la complessità e la varietà delle esibizioni? 

Noi interpreti riceviamo le canzoni e i testi un mese prima dell’inizio del festival. Lavoriamo prima sulla traduzione del testo e poi lo mettiamo in musica ascoltando ogni brano più e più volte. Nella preparazione è essenziale il supporto di tutta la squadra. Ci supportiamo a vicenda, ci suggeriamo e consigliamo per ottenere il risultato migliore. Spesso la parte più complicata è capire il significato del testo nascosto nelle metafore e nel linguaggio figurato. 

Cosa vorresti che il pubblico comprendesse meglio riguardo al tuo lavoro durante eventi come il Festival di Sanremo?

In molte persone credono che il nostro lavoro sia semplice e richieda poca preparazione, quindi mi piacerebbe che si vedesse anche tutto ciò che facciamo prima del festival o delle dirette, le ore passate a provare e riprovare oppure gli imprevisti, i cambiamenti dell’ultimo minuto dei testi o delle canzoni da parte dei cantanti, le improvvisazioni sul palco, le canzoni che a volte arrivano pochi minuti prima della diretta. Mi piacerebbe anche che si capisse che il nostro è un lavoro di squadra, dietro le telecamere ci sono sempre i colleghi pronti a supportarti, sia prima della diretta che durante.  

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