Bike tour contro lo spopolamento: con RiconnetTiamo le comunità marginali diventano protagoniste
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Un bike tour nel cuore della Sardegna allo scopo di riscoprire i posti che il fenomeno dello spopolamento sembra voler abbandonare a loro stessi. Il tutto in compagnia di una persona che ha fatto del viaggiare in bici una modalità per ritrovarsi e conoscersi, a partire dallo sguardo attento sul mondo e chi lo attraversa. Marco Buonuomo è una guida cicloturistica che accompagna alla scoperta della Sardegna attraverso bike tour, ma per noi è anche una vecchia conoscenza. Per Italia che Cambia raccontò CycloLenti, un lungo viaggio di 3 anni e 3 mesi, alla scoperta del mondo via terra pedalando o via mare con passaggi in barca a vela, alla scoperta di stili di vita differenti e sostenibili.
Con RiconnetTiamo oggi Marco Buonuomo unisce in Sardegna la passione per la scoperta di nuovi paesaggi e la voglia di trasmettere il piacere per i bike tour e per le traversate in sella seguendo percorsi che arrivano dal cuore, ma anche la volontà di creare una rete tra realtà innovative nel territorio. Il tutto allo scopo – fra i vari obbiettivi – di far conoscere quelle zone che sembrano essere dominate da uno spopolamento che nella carta tutto cancella, affinché l’esperienza diretta possa invece dimostrare quelle identità che esistono e resistono.
RiconnetTiamo è una parola-scrigno che custodisce la volontà di connessione e allo stesso tempo parla d’amore. Quest’ultimo, verso cosa?
RiconnetTiamo è composta da tre parole: riconnettersi innanzitutto, quindi trovare nuove connessioni; net ovvero rete, sia essa esistente o nuova, da scoprire; infine ti amo, perché l’obbiettivo è tornare ad amarsi e ad amare, avvicinando inoltre il proprio ascolto interiore verso la propria essenza.
Sorge spontanea la domanda: come avviene tutto questo?
Faccio un passo indietro. Ho avuto modo di viaggiare tanti anni in bicicletta in giro per il mondo e questo mi ha aiutato a conoscere meglio l’ambiente e l’umanità. Un’esperienza sconvolgente che mi ha cambiato la vita e mi ha però portato anche a chiedermi: come posso trasferire tutto questo vissuto a più persone possibili? Ho iniziato così a formarmi nell’ambito del bike tour e del cicloturismo e quella passione è diventata lavoro. Attualmente sono una guida cicloturistica, ma è una tappa che non mi bastava: avrei voluto un progetto che avesse come obbiettivo dei bike tour che puntassero alla riconnessione a 360 gradi. Così ho iniziato a pensare a RiconnetTiamo.
Oggi la start-up ruota attorno a tre pilastri: la natura, le persone e i progetti locali, noi stessi. Si tratta di un’iniziativa di turismo responsabile che ha l’obbiettivo di promuovere e far rispettare il territorio, invitando a esplorarlo in maniera lenta, sostenibile e creando percorsi che connettono le varie realtà virtuose della Sardegna. Per anni ho conosciuto progetti unici, persone che qui hanno cambiato vita, che pensavo tutti conoscessero ma in realtà la condivisione non è mai abbastanza. Alla domanda “come posso collegare tutte queste belle realtà virtuose?”, ho trovato la risposta: andando in bicicletta e mostrandole.
RiconnetTiamo è infatti una delle dieci nuove start up nate grazie a due bandi del Gruppo azione locale Sole-Grano Terra (Gal Sgt) proposti per combattere lo spopolamento e permettere ai giovani di rimanere sul territorio che abitano.
Sì, il primo bike tour è infatti all’interno dell’area Gal [Sarrabus, Gerrei, Trexenta e Campidano di Cagliari, ndr] ed è chiamato “Sardegna Infinita”, anche perché è un percorso a forma di otto che richiama appunto il simbolo dell’infinito. Ho creato questo itinerario all’interno di aree rurali e paesi in via di spopolamento, affinché serva a raccontare la Sardegna che meno si conosce. Si tratta di zone che possiamo definire remote, nel senso che è difficile al momento che qualcuno venga a visitarle in quanto meno note.
Quest’ultima caratteristica da un lato è buona perché di fatto senza interferenze si mantengono le tradizioni e le caratteristiche identitarie del territorio, dall’altra invece crea problemi come la disoccupazione e lo stesso spopolamento. Il percorso queste aree vuole sponsorizzarle in maniera diversa, sostenibile e ecologica.
In questo contesto, come si inseriscono i bike tour e in generale la scoperta dei territori attraverso le biciclette?
La bici permette di attraversare in maniera lenta il territorio, crea una connessione con la natura circostante. Una delle principali sistemazioni che propone RiconnetTiamo per dormire è in tenda, in modo da avere una connessione totale con l’ambiente. O ancora meglio, proponiamo di pernottare dai local, nelle realtà sostenibili che sono collegate al nostro progetto, in modo che ci sia uno scambio vero e che si conoscano le realtà. Così diventa un viaggio, non una semplice vacanza. Tornando ai bike tour, si tratta di una modalità che nelle connessioni generali, aiuta anche a connettersi con sé stessi.
Nei miei tour inoltre provo sempre a proporre attività con operatori olistici che aiutino l’ascolto interiore. Tutto ciò crea quella condizione affinché ognuno possa riflettere e ampliare le sue conoscenze. La bicicletta permette un turismo lento e sostenibile, perché concretamente scegli di percorrere il territorio in una maniera lenta, utilizzando un mezzo ecologico a propulsione umana. In più l’andare lento permette di uscire dalla tua bolla: aprirti alla realtà e scambiare due chiacchiere, rispondere al saluto del nonnino, segnare la dritta su quel posto che non è su nessuna guida. In questo modo puoi scoprire il territorio con gli occhi delle persone del posto.
Resta un limite, quello ovvero dell’accessibilità a questa modalità di fruizione.
RiconnetTiamo parte con itinerari che connettono le realtà virtuose della Sardegna, però vuole anche riconnettere a dei valori, ha una missione alla base e l’inclusione è tra queste. Al momento è vero, l’accessibilità è ridotta, ma stiamo avviando collaborazioni con associazioni che hanno tandem o hand bike: è una prospettiva futura non troppo prossima sulla quale stiamo già lavorando. Per il 2 marzo ad esempio, in collaborazione la cooperativa sociale Casa Emmaus, abbiamo organizzato una visita al sito neolitico e alle domus de janas di Pimmentel e Guasila attraverso un’esperienza multimediale e multisensoriale.
I modelli 3D a cura di Antes, cooperativa che offre servizi su archeologia e turismo, permetteranno un approccio diverso in questo caso al nostro patrimonio archeologico, inclusivo e meno escludente. A volte si pedala, a volte no, ma non è importante. La riconnessione non passa solo dai bike tour, ma anche da azioni come questa.
Porre un freno allo spopolamento, bike tour in aree poco conosciute, creare legami col territorio, interagire con le persone locali. Qual è stato l’approccio delle comunità locali alla proposta di un progetto che le vede inoltre come attori attivi?
Il progetto non è calato dall’alto ma è cresciuto e cresce insieme alle persone del posto. RiconnetTiamo come abbiamo visto non è “solo” bike tour: prova a costruire una rete nella maniera più spontanea e sostenibile possibile, creando condizioni per una riconnessione. La risposta delle persone al progetto è sempre stata positiva: “finalmente si fa qualcosa di diverso e di più genuino”, mi sono sentito dire più volte. La nostra è quindi un’unione di intenti e sentimenti, non un qualcosa di sovradeterminante rispetto al territorio e alle sue esigenze: è in sinergia con l’ambiente circostante. RiconnetTiamo non è un progetto di Marco, è di tutte le persone che abitano il nostro territorio.
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