A Bari un progetto di cohousing risponde all’emergenza abitativa con la condivisione
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Bari, Puglia - Anche al sud la coabitazione sociale e il cohousing sono realtà con nuovi modelli innovativi pensati per target differenti e finalizzati a contrastare la solitudine, il disagio sociale, l’emergenza abitativa, l’aumento vertiginoso del costo della vita e un potere d’acquisto sempre più ridotto. È di qualche giorno fa la notizia della nascita, nel borgo antico di Bari, di un nuovo condominio sociale, una soluzione che si propone di affrontare i problemi citati unendo l’aspetto sociale, quello abitativo e quello economico.
Ma c’è una novità: quella lanciata a Bari è la prima iniziativa a svolgersi all’interno di immobili comunali. Il progetto si chiama Insieme a casa sarà gestito dalla cooperativa sociale Lavoriamo insieme, che è risultata vincitrice del bando. Per saperne di più ho rivolto qualche domanda alla Presidente della cooperativa, la dottoressa Anna Percoco.
Come nasce il progetto Insieme a casa?
Nasce dalla collaborazione tra il Comune di Bari e la cooperativa Lavoriamo Insieme. È un progetto finanziato con fondi PNRR – missione 5 “inclusione e coesione” – componente 2 “infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore” – sottocomponente 1 “servizi sociali, disabilità e marginalità sociale”, investimento 1.3.1 – Housing First.
Qual è l’ obiettivo di questa iniziativa?
L’obiettivo è realizzare un nuovo modello di welfare di comunità che garantisca, nel presente, il diritto ad avere una casa, all’inclusione sociale e, in futuro, a un abitare autonomo.
Quanto c’è del cohousing nel vostro progetto definito “modello innovativo di condominio sociale”?
Il condominio sociale ricalca le progettualità di cohousing perché è costituito da un gruppo di famiglie che, pur disponendo di alloggi indipendenti diffusi per il borgo antico, condividono spazi, tempi e servizi a loro dedicati. La partecipazione sociale a momenti di aggregazione ed eventi – pranzi, cena in bianco, riunioni di condominio, feste a tema – è un elemento cardine che consente di rafforzare il senso di appartenenza e di comunità.
Come è organizzata la vita quotidiana all’ interno del vostro condominio sociale?
La vita dei condomini è autonoma, tuttavia include momenti di condivisione a sfondo ricreativo e una serie di attività di portierato sociale e di segretariato sociale. La cooperativa cammina al fianco dei residenti, accompagnandoli nel loro percorso di autonomia economica e abitativa: li sostiene nella quotidianità; svolge un ruolo di guida nella cura degli spazi comuni e di mediazione a fronte di eventuali difficoltà legate alle condivisione di spazi; attiva risorse e reti formali e informali presenti sul territorio a favore delle esigenze specifiche dei singoli nuclei.
Ci sarà un ricambio di utenti periodico o le famiglie assegnatarie saranno permanenti?
Trattandosi di una forma di sostegno a persone in condizioni di elevata marginalità alternativa a quelle tradizionali, ipotizziamo un eventuale ricambio al momento del raggiungimento degli obiettivi di autonomia del nucleo.
A Bari è già presente una rete di condomini sociali?
Nella città di Bari esistono altre forme di condominio sociale per famiglie vulnerabili o donne sole che hanno permesso di ampliare in maniera consistente i posti per l’accoglienza. Questi nuovi modelli di abitare solidale rappresentano una valida alternativa in risposta all’emergenza abitativa che la città attraversa.
Cosa differenzia il vostro progetto da quelli già esistenti?
Insieme a casa è un progetto cucito sui bisogni dei condomini, non esiste una progettualità uguale all’altra. Le attività che realizziamo sono coprogettate con i beneficiari perché crediamo che il protagonismo e l’autodeterminazione delle persone siano la chiave per percorsi di autonomia di successo. La nostra cooperativa è radicata da quarant’anni nel territorio e questo ci ha permesso di conoscere a fondo le problematiche in essere. La rete di rapporti che abbiamo coltivato nel tempo con altre realtà associative e di volontariato locali ci supporta nel fornire risposte ai bisogni emergenti.
Noi rappresentiamo un punto di riferimento sia per l’utenza dei nostri servizi che per l’intera comunità. Un’altra differenza non da poco è la collocazione del condominio nel borgo antico, cuore pulsante della citta. Anche per la conformazione degli immobili e la loro vicinanza nella città vecchia è più semplice favorire quel senso di coesione e appartenenza a una comunità e promuovere piccoli gesti quotidiani di mutuo aiuto tra le persone e non far sentire nessuno solo. Credo che tutto – l’esperienza, il capitale umano e sociale che ci circonda – sia un valore aggiunto.
Pensa che una città come Bari, e in generale la realtà del sud Italia, sia culturalmente pronta a sperimentare questi nuovi modelli innovativi di coabitazione destinati a differenti target e non solo a persone con elevata marginalità?
Ritengo che Bari in particolare sia una città resiliente, che sa adattarsi ai cambiamenti pur rimanendo salda alle proprie tradizioni. Il progetto sarà accolto positivamente perché risponde a una chiaro bisogno sociale. La sua buona riuscita risiede nella formazione degli operatori coinvolti, nel lavoro sinergico della rete tra istituzioni pubbliche e privato sociale, nella capacità di agire da attivatori delle relazioni.
Prospettive future?
Quello che auspichiamo è che queste non restino esperienze puntinate ma possano fungere da modello virtuoso ed estendibile anche ad altre tipologie di destinatari in virtù delle ricadute economiche – ottimizzazione costi e risorse – e dei benefici psicologici e sociali. Queste soluzioni abitative innovative potrebbero trovare terreno fertile anche tra i baresi – soprattutto tra giovani, anziani, coppie con figli – nell’ottica di una sharing economy non solo delle spese condominiali ma anche per una migliore conciliazione dei tempi vita-lavoro e forme di caregiving alternative, come badante o babysitter condivisa tra più famiglie o banca del tempo.
Se ti interessa l’argomento leggi il resoconto del viaggio fra i cohousing di Berlino dello staff di Italia Che Cambia.
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