‘A Fera Bio, un mercato biologico che promuove uno stile di vita etico
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Catania - C’è un mercato storico a Catania che non è solo un luogo fisico dove trovare frutta e verdure sane e locali, ma un vero e proprio spazio di promozione della spesa etica all’insegna del cibo buono e siciliano. È ‘A Fera Bio, il mercato biologico che da ormai vent’anni si tiene in città la seconda e quarta domenica di tutti i mesi presso cui acquistare prodotti della terra e a filiera corta.
Dal 2004 il mercato equobiolocale ‘A Fera Bio ha l’obiettivo di valorizzare la varietà dei prodotti agricoli siciliani ma è anche un’occasione per diffondere conoscenza delle buone pratiche di sostenibilità ambientale. Un luogo dove si realizza il contatto tra i produttori agricoli e i consumAttori, sempre più attenti a una qualità della vita rispettosa dell’ambiente e socialmente giusta.
Si tratta di un appuntamento che tanti cittadini aspettano con ansia segnando di volta in volta la data sul calendario, perché oltre alla spesa etica, in questo mercato biologico si sono ormai creati rapporti di amicizia e fiducia. «Il nostro è stato il primo mercato biologico cittadino che in realtà definiamo equobiolocale. L’iniziativa partì prima nell’istituto scolastico Eredia per poi approdare per qualche tempo all’Istituto per Ciechi di via Etnea», racconta Giuseppe Casella, titolare dell’azienda Azienda Agricola Bio Casella e presidente dell’associazione ‘A Fera Bio.
IL MERCATO BIOLOGICO ‘A FERA BIO È ANCHE UN MOMENTO DI INCONTRO E FORMAZIONE
«Poi per tanti anni – continua –, siamo stati in pianta stabile al Monastero dei Benedettini dove si è intensificata l’esperienza culturale e di intrattenimento dell’iniziativa, tra musica, laboratori e momenti di condivisione». Oggi infatti, nel corso del suo svolgimento, il mercato biologico prevede attività di accompagnamento musicale e intrattenimento per i bambini anche grazie alla collaborazione con varie realtà come Associazione Nuova Acropoli, Consorzio Siciliano LeGallineFelici, Rete Ficos- Filiera Corta Siciliana. Eppure, nonostante tutti questi aspetti virtuosi, negli ultimi anni ‘A Fera bio non ha avuto vita semplice.
«Dopo anni di permanenza costante al Monastero – continua Giuseppe – , nel periodo della pandemia non solo abbiamo dovuto rallentare osservando le regole stabilite di volta in volta, ma siamo arrivati a non ottenere più i permessi per montare gli stand nel cortile del convento. Le prime volte ci è stato risposto che era per motivi di sicurezza sanitaria e pubblica, ma una volta tornati alla normalità ci è stata semplicemente mandata una mail in cui si diceva che non avrebbero più ospitato eventi di questo tipo».
Il mercato di Terra è uno spazio dove promuovere un modello di produzione, vendita e consumo sostenibile e veicolare educazione alimentare e ambientale
IL MERCATO BIOLOGICO SI SPOSTA DAI BENEDETTINI AL PARCO MADRE TERESA
Pazienza. Armati di buona volontà e di voglia di riaprire lo spazio ormai rodato di condivisione tra produttori e consumatori critici, i soci de ‘A Fera Bio si sono messi a cercare nuove soluzioni, approdando al Parco cittadino Madre Teresa di Calcutta, in via Eleonora d’Angiò. «Qui abbiamo prima stretto amicizia e collaborazione con l’associazione Nuovacropoli e subito presentato la richiesta alla Suap per cominciare a promuovere l’attività mensile. Senza problemi abbiamo sempre fatto la nostra “fiera” dall’ottobre 2021 fino a tutto il 2023».
Dal 2022 è arrivata anche la collaborazione con Slow Food Catania, con cui A’ Fera Bio ha sottoscritto un protocollo di intesa per la realizzazione del Mercato di Terra. Il mercato di Terra è uno spazio dove promuovere un modello di produzione, vendita e consumo sostenibile e a filiera corta e, allo stesso tempo, capace di veicolare, oltre alla vendita, attività di educazione alimentare e ambientale per il cliente finale.
«Poi però – racconta Giuseppe – qualche mese fa accade qualcosa di strano. Conoscendo le tempistiche burocratiche abbiamo presentato la documentazione al Suap – Sportello unico attività produttive – già a novembre 2023 ma a gennaio non ci viene accordato il permesso perché, ci dicono, la terza circoscrizione comunale, dove ricade il Parco, ci avrebbe dato una nota di demerito e quindi bloccato la nostra pratica. Ci viene anche detto che ci sono state lamentele dei residenti e che avremmo messo a “repentaglio” la riqualificazione del parco cittadino».
Sbalorditi da queste affermazioni, i soci hanno cercato di capire quali fossero i problemi. «Abbiamo – dice Antonio Coco di Ficos e rappresentante storico di ‘A Fera bio – subito avviato un dialogo con la circoscrizione e con i residenti per capire cosa non andasse e da parte sia della circoscrizione sia dell’assessorato siamo stati rassicurati sul fatto che non ci dovrebbero essere più incomprensioni in questo senso. D’altra parte noi siamo produttori che non si limitano a vendere i propri prodotti ma promuovono uno stile di vita etico».
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