24 Gen 2024

Villa Biener, il luogo magico dove natura, arte e convivialità si incontrano

Scritto da: Nicola Muratore

A Cipressa, paesino ligure in provincia di Imperia, esiste una villa con un giardino che ricorda Parc Güell di Barcellona: è Villa Biener, luogo in cui Judit Török e suo marito Carlo Maglitto vivono e che hanno trasformato in un museo a cielo a aperto. Qui si tengono mostre e workshop all'insegna della convivialità e dell'amore per l'arte.

Salva nei preferiti

Imperia - La storia di Villa Biener, per come la conosciamo noi oggi, inizia nel 2003 quando Judit Török, venuta in possesso dell’eredità del padre Stefano, decise di acquistare la villa e realizzare così i sogni suoi e dei genitori: avere un luogo in cui natura e arte si sarebbero fusi insieme, all’insegna della creatività e della convivialità. Nasce così Villa Biener, che prende il nome da Klara Biener, madre di Judit, e che oggi si presenta come il Parc Güell della Liguria.

COME SI PRESENTA VILLA BIENER

Siamo a Cipressa, in località Moiano, piccolo Comune ligure in provincia di Imperia che conta circa milleduecento abitanti. La cittadina è ubicata in posizione panoramica, affacciata sul mare, tra la costa della punta di Santo Stefano e il capo di San Lorenzo. La villa risulta quindi “appesa” al di sopra della marina degli Aregai, concedendo ai visitatori un panorama mozzafiato. Villa Biener, un tempo era addirittura soprannominata “La Fortezza” proprio per il suo aspetto austero e svettante. Essendo situata in un antico uliveto, la villa è circondata da un enorme giardino e dunque immersa nella natura. È presente anche un ruscello che spunta da un boschetto limitrofo e che contribuisce a rendere il tutto ancora più bucolico.

Screenshot 2024 01 21 alle 23.46.00
LA STORIA DI VILLA BIENER

Se oggi Villa Biener è un museo a cielo aperto lo dobbiamo a Judit Török, figlia di Klara Biener e Stefano Török. Stefano Török aveva un sogno: smettere un giorno di fare lavori artigianali per potersi dedicare alla scrittura. Era infatti un’amante dell’arte a tutto tondo, tanto che negli anni riuscì a mettere insieme una grande collezione di opere. Per Judit il padre fu fonte di grande ispirazione e da lui apprese l’amore per il bello e per l’arte. All’epoca Judit viveva a Budapest dove, durante gli anni universitari, conobbe il suo primo marito, l’italiano Franco.

I due si frequentarono, si sposarono e infine si trasferirono a vivere in Italia. “Dopo la laurea lavorai come medico condotto con la specialità, in pediatria in Piemonte, a Castellamonte, e nel 1988 mi trasferii a Sanremo, vincendo un concorso come aiuto di Igiene Pubblica. Lo feci per mio figlio che soffriva di asma allergica e aveva bisogno di un clima mite, marino“, ha dichiarato in occasione di un’intervista.

Il matrimonio finì, ma sempre in Italia Judit conobbe il suo attuale compagno di vita, Carlo Maglitto, uomo eclettico e dalle mille sfaccettature: viene definito artista, insegnante, eremita, pittore, psicanalista, giramondo, scultore, filosofo, poeta e molto altro. Da questo incontro nascerà una frequentazione proficua dalla quale prenderà vita quella che oggi è Villa Biener. La villa viene acquistata nel 2003 da Judit, entrata in possesso dell’eredità del padre, comprensiva delle opere d’arte che l’uomo aveva collezionato in vita. Dopo tre anni di lavori di consolidamento e ristrutturazione, durante i quali sono stati ricostruiti anche i muri a sostegno delle fasce crollate, nel 2006 la villa viene dedicata alla madre di Judit, Klara Biener.

Screenshot 2024 01 21 alle 23.32.34

L’idea della donna, ormai diventata un’artista a tutti gli effetti, è creare un luogo in cui l’elemento antropico si fondesse perfettamente con quello naturale e in cui l’arte e la natura diventassero una cosa sola. Un altro elemento fondamentale del progetto era la componente conviviale, per cui Villa Biener sarebbe diventata catalizzatrice di incontri tra artisti e crogiolo di idee e nuovi progetti. Proprio per questo, durante i lavori sopracitati, fu sistemato uno spazio al piano terra per ospitare mostre, spettacoli, concerti ed eventi nell’ambito delle arti in ogni loro forma.

VILLA BIENER COME MUSEO A CIELO APERTO

“Nel 2007 ha quindi inizio quella che poi diventò la principale attività per gli anni successivi: organizzare incontri di scultori provenienti da ogni parte del mondo per popolare il parco con sculture e per promuovere la comunicazione tra gli artisti e i visitatori, ponendo l’accento sulla convivialità e l’amicizia appunto. Gli artisti invitati erano sistemati nella foresteria e nelle camere libere per una decina di giorni anche in diversi turni. Da allora ad oggi sono state collocate nel giardino della villa oltre cinquanta opere di varie dimensioni”, si legge sul sito di Villa Biener.

Per evitare che le erbe infestanti soffocassero gli alberi da frutta appena messi a dimora, nell’estate del 2008 si gettarono le basi di una grande scultura coricata che era destinata a diventare emblema e simbolo della villa. Fu costruita con armature metalliche, mattoni e cemento, distesa e serpeggiante tra gli alberi e rivestita con piastrelle frantumate provenienti dalle grandi fabbriche del modenese.

Screenshot 2024 01 22 alle 00.13.43

Finita nel 2009 e battezzata “La Grande Madre”, è accogliente come una culla e nasconde un segreto: il Bambino Nero, una scultura di Carlo Maglitto. L’esterno della pancia che racchiude il bambino è istoriato in bianco e nero dall’artista Claudia Lauro e racconta la storia della Grande Madre e del Dio bambino Kirikù, che recupera dalla vanità umana e dall’ignoranza l’Amore, la Volontà e la Magia. Sul ginocchio destro la Madre regge otto Nanocubi. La dedica al centro dei Nanocubi simboleggia tutti i bambini che, anche una volta cresciuti, rimarranno tali in eterno agli occhi della loro mamma: La Grande Madre.

Da quel momento in poi l’attività artistica che ha attraversato la villa con tutto il giardino non si è mai fermata. Subito dopo “La Grande Madre” furono costruite due panche, sulla seduta delle quali si intersecano figure animali: serpenti e uccelli dalle piume dorate che si mordono, si dividono e si rifondono. Altra opera ormai celebre è “Il muro delle lettere”, ispirato alle lettere di Alighiero Boetti. Dal 2009 in poi quindi Villa Biener ha continuato a ospitare artisti e a popolare il giardino di opere d’arte di tutti i generi: da sculture a mosaici, da installazioni a pitture.

Screenshot 2024 01 21 alle 23.47.28
VILLA BIENER OGGI

A oggi Villa Biener è aperta a chiunque voglia visitarla dal mercoledì alla domenica, dalle 14:30 alle 17:30 (da ottobre a maggio) e dalle 15 alle 19 (da giugno a settembre), previa prenotazione. Tutte le informazioni per contattare Judit Török e Carlo Maglitto, che attualmente risiedono nella villa, sono presenti sul loro sito. Visitare il giardino, la villa stessa e la galleria d’arte annessa con uno di loro due – o addirittura entrambi – è fortemente consigliato per molteplici motivi: oltre a conoscere gli ideatori del progetto, sono loro stessi a farvi da guide, cosa che come potete ben immaginare non ha eguali per la competenza artistica e l’affabilità dei proprietari.

Inoltre monitorate regolarmente la loro pagina web. Nonostante il pernottamento non sia più all’ordine del giorno, sono ancora attivi i workshop con artisti guidati dagli stessi Judit e Carlo. Dopo quello dell’anno scorso dedicato alla scultura, tenuto da Judit Török e chiamato “Sembianze”, il 9 gennaio 2024 è iniziato “Labirinti”. La mostra in cui saranno visibili le opere frutto di questo workshop sarà inaugurata il 17 febbraio nella galleria della villa. Consiglio inoltre, per monitorare questo tipo di eventi, di visionare regolarmente anche il gruppo Facebook di Villa Biener Arte Contemporanea.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Marika Camposano e il “silent reading”: la lettura come momento intimo di connessione con se stessi
Marika Camposano e il “silent reading”: la lettura come momento intimo di connessione con se stessi

Ad Acireale al via la 23° edizione di Magma, il festival internazionale di cinema breve
Ad Acireale al via la 23° edizione di Magma, il festival internazionale di cinema breve

In Sardegna non è Halloween, ma Is Animas, quando bambini e bambine chiedono doni per le anime
In Sardegna non è Halloween, ma Is Animas, quando bambini e bambine chiedono doni per le anime

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Cosa dice il nuovo codice della strada e che ricadute avrà sulla mobilità sostenibile – #1024

|

La biblioteca su due ruote KORABike regala storie in giro per le strade

|

Educare al biologico: serve più consapevolezza verso salute e ambiente

|

Promemoria Auschwitz, perché davvero non accada mai più

|

Cammini e sentieri: ecco come custodire e valorizzare un tesoro lungo 150mila chilometri

|

La Robbia, il laboratorio sardo di tintura naturale che cuce tradizione e sostenibilità, dalla terra al tessuto

|

Nuove case: come devono essere per stare al passo con un mondo che cambia?

|

CereAMO: per mangiar bene dobbiamo “tornare indietro” di 80 anni

string(7) "liguria"