La Vecchia Partenza: ecco come Simona e Maurizio hanno cambiato vita a 40 anni
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Imperia - Quella di Simona e Maurizio è una storia meravigliosa, costellata da difficoltà che però loro hanno sempre affrontato con grinta e perseveranza, senza perdersi mai d’animo. Ed è la prova che chi la dura la vince. Oggi li ho intervistati per voi e mi sono fatto raccontare tutti i dettagli della loro vicenda di vita e di lavoro.
LA PRIMA VOLTA A “LA VECCHIA PARTENZA”
Simona, classe 1979, è una grande sportiva. Ama il surf, la corsa, il ciclismo e il nuoto, tanto da diventare una triatleta. Vive ad Alassio, in Liguria, in provincia di Savona, e lavora come direttrice in un ristorante di sushi. È già stata impiegata in diversi ristoranti in precedenza, sia come come cameriera prima che come chef poi, nonostante sia laureata in Scienze Motorie. Si è fatta le ossa in svariate cucine, anche a Torino, dove ha imparato tutti i trucchi del mestiere.
Maurizio, classe 1972, lavora come piastrellista e pensa di dover fare quel mestiere per il resto dei suoi giorni. Ama anche lui lo sport, soprattutto il ciclismo, e per anni ha corso nella categoria Élite. E anche lui vive ad Alassio, dove incontra Simona. Tra i due c’è interesse reciproco; hanno tante cose in comune tra cui la passione per diversi sport. Maurizio allora ne approfitta e invita Simona a fare un giro in bici con lui e insieme vanno fino a Monesi di Triora. Lì si fermano a rifocillarsi al ristorante dell’albergo La Vecchia Partenza prima di ritornare ad Alassio.
LA GESTIONE DE “LA VECCHIA PARTENZA”
Le cose tra loro vanno alla grande, ma sono stufi di vivere ad Alassio. Proprio in quel periodo arriva una proposta che avrebbe cambiato radicalmente le loro vite. L’attività legata all’albergo “La Vecchia Partenza” viene messa in vendita. Simona e Maurizio non ci pensano due volte e la acquistano. Finalmente il loro sogno di scappare dalla città si realizza, per di più entrando in possesso del luogo della loro prima uscita insieme.
LA STORIA DI MONESI DI TRIORA
La struttura si trova a Monesi di Triora, dove si incontrano Liguria e Piemonte, non lontano dal confine francese. In inverno e inizio primavera Monesi di Triora è una stazione sciistica: nata a metà degli anni cinquanta del XX secolo, visse il suo periodo più florido negli anni sessanta e settanta, poiché disponeva di cinque impianti di risalita, quattro skilift – uno dei quali con l’illuminazione per lo sci in notturna, il primo in Italia – e una seggiovia che per molti anni è stata la più lunga d’Europa, oltre a una pista di pattinaggio, una piscina e alcune strutture alberghiere e condominiali. Per questa a ragione si è meritata l’appellativo di “piccola Svizzera ligure”.
A seguito di molte vicissitudini, tra le quali alcune stagioni caratterizzate da insufficiente innevamento naturale e il disinteresse da parte delle amministrazioni locali per la promozione del turismo invernale nella zona, Monesi ha subito, a partire dalla metà degli anni ottanta, un lento declino rimanendo poco a poco orfana di queste strutture, ad eccezione dello skilift Plateau. Nel 2008 viene installata e costruita, con fondi regionali e provinciali, una nuova seggiovia biposto che corre parallela al vecchio skilift Tre Pini. Nel momento in cui Simona e Maurizio si traferiscono lì le cose stanno andando alla grande, nonostante non sia più come negli anni Cinquanta.
“La Vecchia Partenza” è un albergo con sette camere e con una capienza totale di ventisette persone. Dispone di un ristorante, un bar e un minimarket. Simona in cucina come chef è a suo agio grazie al fatto che ha già lavorato in diversi ristoranti. Per Maurizio invece il salto è più complicato. Mi racconta che cambiare vita così drasticamente a quarant’anni non è stato facile, ma con Simona al suo fianco tutto è possibile.
Lei gli spiega tutti i trucchi del mestiere e lui impara a gestire l’accoglienza e il servizio ai tavoli. Inoltre il cugino di Simona li aiuta e così, lavorando tantissimo, le cose girano molto bene. Presso “La Vecchia Fermata”, Simona cucina piatti tipici sia del Piemonte che della Liguria. Si possono gustare ravioli, gnocchi, polenta con cinghiale e l’immancabile bagna cauda, oltre a molti altri piatti tipici dei rifugi di montagna delle due regioni.
LE MILLE DIFFICOLTÀ
Ma il destino decide che le difficoltà relative al cambiare vita dovevano essere solo le prime. Nel 2016 infatti un’alluvione fa crollare la strada e costringe alla chiusura la seggiovia. I due tuttavia non si perdono d’animo. Nonostante la seggiovia fosse di cruciale importanza per il territorio e per il turismo, Simona e Maurizio non mollano e proseguono con la loro attività. Nel 2018 arriva una seconda alluvione che causa altri danni, costringendo a mantenere chiusa la seggiovia, che non verrà più riattivata.
Arriviamo così al 2020 e la pandemia colpisce duramente il mondo intero. Oltre a tutti i disagi che bene o male abbiamo conosciuto tutti, il Covid si accanisce particolarmente con Simona la cui vita rimane appesa a un filo per due mesi consecutivi di coma. Adesso è Maurizio a doverle stare vicino e gestire tutto nel periodo più delicato della loro vita. Dopo settimane di sconforto però si vede la luce in fondo al tunnel. Simona si riprende e, spinti da una forza e da un entusiasmo fuori dal comune, riprendono a gestire insieme “La Vecchia Fermata”.
Ormai le persone del posto e dei dintorni li conoscono e, soddisfatte del loro servizio, tornano spesso a trovarli. La cucina di Simona è squisita e il territorio permette diverse attività a contatto con la natura, ma non solo. Per ovviare al fatto che le stazioni sciistiche sono tutte chiuse, Simona e Maurizio rispolverano la loro passione per il ciclismo decidendo di affittare biciclette ai turisti. Da loro potete trovare sia biciclette muscolari che e-bike di tutti i tipi e decidere così se esplorare le montagne circostanti a piedi o in bici. Da loro potete noleggiare anche le ciaspole, per avventurarvi sui sentieri anche con la neve.
Non è da trascurare il fatto che l’albergo si trova sulla famosa Via del Sale, spettacolare itinerario turistico che da Limone Piemonte arriva fino in Liguria. Simona e Maurizio non fanno poi mancare le occasioni di svago, organizzando svariate feste. Sia d’estate, quando il turismo non manca, che nei fine settimana o in occasioni speciali come il Capodanno, la coppia invita dj e organizza eventi per cui addirittura qualcuno è disposto a dormire in tenda per mancanza di posto nelle strutture.
“LA VECCHIA PARTENZA” OGGI
Attualmente la strada è a posto, la neve c’è – mezzo metro abbondante –, ma la seggiovia è ancora chiusa. Nonostante i grandi sforzi dei due, che permettono loro di lavorare parecchio durante l’estate e i fine settimana, il comprensorio quando si erano appena trasferiti era molto più frequentata, proprio grazie alla seggiovia. Questa, oltre a far rivivere la stagione invernale, è fondamentale anche per chi volesse salire in quota portandosi la bicicletta e magari fare downhill. La riapertura della seggiovia è il grande sogno di Simona e Maurizio in questo momento.
Mi spiegano che il fatto che non riapra è causato da un grande garbuglio burocratico che non riescono a sbrogliare. La montagna risulta privata, ma la strada è provinciale. Non è chiaro se e come si possa espropriare. Inoltre anche la seggiovia è della provincia. Insomma, «non si capisce niente, ma ripararla sarebbe la cosa principale. Quando funzionava era un’altra vita qui, c’era molto più lavoro e molta più gente», mi dice Maurizio.
E allora oltre a promuovere l’attività di due persone che con impegno e perseveranza contribuiscono a mantenere vivo un luogo in cui fa notizia se qualcuno prende la residenza lì, mandiamo un messaggio alle autorità competenti, chiedendo di riparare e riattivare la seggiovia, non solo per chi volesse esplorare i luoghi bellissimi nei dintorni di Monesi, ma anche per non rendere vani tutti gli sforzi di Simona e Maurizio e degli altri pochi commercianti che si sacrificano per mantenere in vita un luogo meraviglioso ma pressoché lasciato al suo destino.
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