Ultima Generazione: “Sull’ambiente il Governo vuole mantenere uno status quo che fa comodo a molti”
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Verona, Veneto - «Ad aprile saranno due anni esatti da quando mi sono seduto su una strada assieme ad altre persone per la prima volta!», ricorda Alessandro Berti, attivista del movimento di azione nonviolenta e di protesta per la giustizia climatica Ultima Generazione. È l’inizio di una chiacchierata che ha lo scopo di farci raccontare non solo le ultime novità relative all’attività di UG, ma anche il punto di vista delle persone che quotidianamente sono coinvolte nelle azioni per chiedere la giustizia climatica.
Il dibattito interno è molto vivo e riguarda anche la forma oltre che i contenuti. «Nel corso di questi due anni – spiega Alessandro – le forme di protesta nonviolenta si sono diversificate molto, questo anche per far conoscere a più persone che i mezzi per protestare in modo nonviolento sono infiniti: colorare sedi del potere come il Senato un anno fa, incollarsi alla teca protettiva della Primavera di Botticelli a Firenze, condurre scioperi della fame portando richieste precise al Governo, macchiare di arancione l’orrendo albero di Natale di Gucci a Milano per portare l’attenzione sull’enorme disuguaglianza tra chi è super ricco e il resto delle persone».
Quali sono gli obiettivi di queste azioni?
Questo cerca di portare in primo piano Ultima Generazione: l’interesse per pochissime persone e un disinteresse per milioni di italiani, prima sedotti con slogan populisti in campagna elettorale e poi dimenticati pensando a inutili ponti sullo stretto, al rimangiarsi l’idea di tassare gli extraprofitti delle banche, al partecipare a conferenza sul clima che non spostano di un millimetro le politiche energetiche del Paese – ancora e sempre petrolio e gas, siano lodati l’Eni e Snam!
Siete anche e soprattutto attivi nella nonviolenza e nella resistenza civile?
Ultima Generazione è la campagna italiana della rete A22 che nasce formalmente nell’aprile del 2022 da persone attive nella resistenza civile in diversi movimenti e realtà. Presente in dodici Paesi, condividiamo le stesse modalità di protesta che portano effettivamente un disturbo, seppur temporaneo, alla quotidianità delle persone perché la situazione che stiamo vivendo è assurda e i governi sono complici nel mantenere tale questa situazione.
La protesta di questo tipo ha portato in Italia, per esempio, a una copertura mediatica quattro volte maggiore a movimenti come Extinction Rebellion e Fridays for Future sommati, movimenti da cui tante di noi provengono. Purtroppo cortei, raccolte firme e azioni autorizzate non bastano più e per chiedere al Governo italiano di agire portiamo questo tipo di conflitto, sempre nonviolento.
Siete riusciti a parlare con esponenti del Governo?
Ultima Generazione sta dimostrando che la resistenza civile funziona, in quanto è l’unico movimento che, anche grazie alle azioni di questo tipo, è arrivato a parlare con entrambi i ministri dell’ambiente degli ultimi due Governi – prima Cingolani nel 2022 e poi Pichetto Fratin nel 2023. La richiesta attuale al Governo è di essere presente con i fatti e non solo con le parole alle necessità e esigenze delle persone colpite da alluvioni, frane ed eventi naturali estremi sempre più forti: UG chiede l’istituzione di un fondo di riparazione di venti miliardi di euro sempre pronto per chi vive nei territori colpiti.
Qual è il riscontro da parte della classe politica?
Quella che stiamo attraversando è una crisi politica perché questo Governo, come i precedenti, non è in grado di attuare politiche di emergenza per la situazione che a livello globale è unilateralmente riconosciuta come emergenziale. Siamo in mano a politici dal passato e dal presente imbarazzante a livello di reati, azioni e modo di comunicare. Come trovare i soldi per i cittadini senza togliere loro anche le briciole di cittadinanza?
Il Governo ha contribuito a tutelare i profitti di banche e delle compagnie che lavorano con i combustibili fossili – parliamo di miliardi di euro – nel periodo pandemico e non li coinvolge in una ridistribuzione per chi ne ha urgentemente bisogno, andando ad aumentare la voragine di disuguaglianza tra chi è colpevole di questa emergenza, chi inquina e contribuisce a perpetuare questo status quo e chi invece lavora e fatica a portare a casa lo stipendio al netto delle spese da sostenere.
Quali sono le vostre maggiori rimostranze al Governo?
Più persone prenderanno parte e supporteranno azioni di disobbedienza civile nonviolenta, più il Governo farà fatica a ignorare le nostre richieste. Richieste che paradossalmente dovrebbero arrivare da chi è al Governo e dovrebbero tutelare il futuro e il presente delle attuali generazioni. Invece ancora una volta questo esecutivo dimostra di avere una visione ombelicale proiettata sul presente, sulla ricchezza e sul potere “tutto e subito”, indifferente di aver sedotto elettori con slogan populisti dei quali non riesce nemmeno a mantenerne le promesse – vedi i siparietti elettorali sulle accise della benzina, sul blocco navale, sull’uscita dall’euro e così via.
Secondo te a cosa si deve questa linea politica?
Ora si stanno vedendo i primi risultati della disobbedienza perché il Governo sta correndo per presentare disegni di legge realizzati apposta per punire noi, i pericolosi eco-terroristi! Il problema è un altro: sono loro che non sono in grado di stare vicino alle persone che non hanno più una casa, un’attività, un lavoro. Se la prendono con chi sottolinea pubblicamente il problema e la loro assenza politica è imbarazzante. È lampante l’interesse a mantenere lo status quo perché fa comodo a tanti, dalle banche alle compagnie fossili, alle lobby che portano voti, incarichi e poltrone.
Quali sono nel concreto le vostre richieste?
Non di sola protesta è composta Ultima Generazione: siamo consapevoli che la proposta politica al momento si muove su più livelli. Ad agosto abbiamo messo in mano al ministro Pichetto Fratin una proposta di legge per trovare rapidamente cinque miliardi di euro togliendo soldi dei cittadini destinati ai combustibili fossili tramite i sussidi ambientalmente dannosi per dirottarli su altro – un inizio di un fondo riparazioni?
La risposta? Niente, ignorate e rimbalzate. Un ministro evasivo che non si prende alcuna responsabilità per decisioni richieste a gran voce dall’ONU e decisioni di buon senso; tutt’altro, un gioco di scaricabarile, di mezze promesse, di accordi verso la direzione opposta.
La politica non è più al servizio delle persone?
A ulteriore conferma del fatto che la politica non è più al servizio dei cittadini ma serve tutt’altri interessi, questo è già un motivo per iniziare a pensare a forme di democrazia più legate al territorio e alle persone rispetto a un gregge di politici schiavi di tornaconti personali, vincoli elettorali e di potenti lobby con interessi militari e fossili.
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