18 Gen 2024

Spari, incendi, aggressioni e invio di proiettili. In Calabria il 2024 è iniziato malissimo

Scritto da: Tiziana Barillà

I primi giorni dell'anno nuovo nel territorio calabrese sono stati caratterizzati da un netto contrasto fra l'immagine di una regione da cartolina che viene presentata e una preoccupante realtà costellata di aggressioni, intimidazioni e altri episodi criminosi che costringono a innalzare il livello dell'allerta.

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Il 2024 in Calabria è iniziato molto male. Minacce, aggressioni, atti ritorsivi, auto date alle fiamme. Le intimidazioni sono in aumento per numero e per intensità: contro gli amministratori pubblici, ma anche contro imprenditori, giornalisti e persino parroci. L’auto bruciata all’assessore al welfare di Bisognano, gli spari contro il magazzino di Pippo Callipo e le botte al parroco di Varapodio. E ancora la presunta aggressione al sindaco di Cittanova Francesco Cosentino. Tutto in meno di una settimana.

La notte del 12 gennaio a Bisignano, in provincia di Cosenza, è stata data alle fiamme e completamente distrutta l’auto di Pierfrancesco Balestrieri, assessore comunale con le deleghe alle Politiche sociali, ambiente, mensa scolastica, tutela del territorio e servizi cimiteriali. Qualche settimana prima era stata incendiata anche l’auto della consigliera di maggioranza Maria Rosaria Sita.

calabria criminalita

Nella notte tra il 13 e il 14 gennaio, a San Pietro Lametino, area industriale a sud di Lamezia Terme, sono stati esplosi dei colpi di arma da fuoco contro un deposito del Gruppo Callipo, l’importante realtà produttiva di Pizzo, in provincia di Vibo Valentia, è tra le più antiche della Calabria e del Sud, ha da poco superato i 111 anni di vita e conta quasi 500 dipendenti.

Preoccupato e amareggiato, Pippo Callipo – alla guida dell’azienda di famiglia da mezzo secolo – ha commentato così: «Proseguiamo la nostra attività malgrado i tentativi di intimidazione». Due volte candidato alla presidenza della Regione Calabria, poi consigliere regionale, carica da cui si è dimesso per tornare in azienda, per Callipo quest’ultimo episodio criminale rappresenta più o meno una sorta di déjà vu. Il 16 gennaio, due persone hanno aggredito don Giovanni Rigoli, il giovane parroco di Varapodio, in provincia di Reggio Calabria, a conclusione di una celebrazione eucaristica. Il sacerdote ha riportato lesioni per le quali si é reso necessario il suo ricovero nell’ospedale di Gioia Tauro.

Eppure nel 2022, secondo Avviso pubblico, le intimidazioni sono state 42, il 25% in meno rispetto all’anno precedente. Forse un’inflessione dettata dalla pandemia, fatto sta che a oggi i numeri non sono per nulla rassicuranti. Ma, al di là dei numeri, a preoccupare sono la cosiddetta pervasività e la carica violenta delle intimidazioni: incendi, aggressioni e invio di proiettili sono state tra le minacce più utilizzate nei confronti di amministratori locali e dipendenti della pubblica amministrazione nel 2022.

Pippo Callipo
Pippo Callipo

«Seppure con forme differenti gli amministratori locali continuano a essere vittime indifese sia della rabbia generata da fragilità e sofferenze dei cittadini sia di minacce provenienti da ambienti criminali e mafiosi», ha dichiarato Giuseppe Politanò, coordinatore regionale di Avviso Pubblico per la Calabria e vicesindaco di Polistena. Il riferimento è a un’altra aggressione, quella del 12 gennaio denunciata dal sindaco di Cittanova, Francesco Cosentino.

In un video in diretta Facebook, girato direttamente dall’uomo che lo avrebbe aggredito, il sindaco si risolleva a fatica dal pavimento del suo ufficio e si tocca la fronte, mentre l’uomo lo sfotte, nega di averlo aggredito e si allontana continuando a inveire. Un “siparietto” che ha sullo sfondo una vecchia vicenda irrisolta: alcuni crediti vantati dalla pubblica amministrazione per un terreno sullo Zomaro gestito da una cooperativa. Somme accertate anche in Tribunale, eppure mai versate nelle casse del Comune. L’uomo, che attraverso i suoi avvocati nega ogni responsabilità, è indagato per violenza a pubblico ufficiale.

Al di là dei numeri, a preoccupare sono la cosiddetta pervasività e la carica violenta delle intimidazioni

Cosentino e la sua famiglia si dicono ancora sotto choc. «Avevamo già fatto una denuncia per stalking, perché nessuno è intervenuto prima?», si è chiesta la moglie del sindaco che è stato ricoverato, ha passato una notte in osservazione e ha avuto una prognosi di sette giorni. Contro l’escalation la presidente dell’Anci Calabria, Rosaria Succurro, ha annunciato l’istituzione di una “Centrale di prevenzione e tutela”, uno strumento che consenta ai sindaci e agli altri amministratori locali di segnalare agilmente contesti e situazioni di pericolo o casi di violenza consumata.

Il marketing istituzionale continua a promuovere una regione-cartolina mentre i suoi abitanti assistono all’ennesima esibizione di una violenza caleidoscopica che assume tutte le tinte dell’aggressività. In Calabria si soffoca, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

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