Samantha Di Laura: “Le mie 1001 rivoluzioni di vita sempre con la Sicilia nel cuore”
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Agrigento - Questa è una storia d’amore e di rivoluzioni. Amore per le proprie radici, per un territorio e i suoi prodotti di qualità e rivoluzioni che le esperienze di vita portano spesso a intraprendere tra trasferimenti, salti nel mondo dell’imprenditoria e passi indietro verso un’esistenza più a misura di donna e votata a ciò che conta davvero. Questa è la storia, sin qui, di Samantha Di Laura, un’imprenditrice d’origini siciliane, nata e cresciuta in Piemonte, che facendosi guidare dal legame viscerale con la terra natìa dei suoi genitori, è riuscita, ormai 16 anni fa a realizzare il sogno di trasferirsi nell’isola e avviare grandi progetti di carriera e di vita.
«Sono nata e cresciuta a Vercelli da genitori siciliani trasferiti a Nord per lavoro. Mamma di Villarosa, in provincia di Enna e papà di Scillato, nel Palermitano: i miei lavoravano entrambi per le Ferrovie dello Stato e mia madre è stata anche una delle prime donne Capo Stazione d’Italia. Sin da piccolissima, trascorrevo le mie estati a Scillato e tutti mi raccontano che, quando i miei mi lasciavano con i nonni per intere settimane mentre loro rimanevano a lavorare in Piemonte, ero la bambina più felice del mondo», racconta Samantha Di Laura come se stesse parlando del suo primo grande amore.
SAMANTHA DI LAURA E IL SOGNO DI VENIRE A VIVERE NELLA TERRA DELLE ORIGINI
«Per me la Sicilia era l’isola dei nonni che mi viziavano e della libertà di correre a piedi nudi in campagna». Questo legame non si deteriora con gli anni, neanche quando quella bambina, dopo una Laurea in Lingue e Letterature Orientali alla Ca’ Foscari di Venezia e un Master in Business and Administration of International Companies al Politecnico di Madrid, diventa una manager d’azienda, facendo velocemente carriera in due grandi multinazionali prima per lo sviluppo del mercato extraeuropeo e poi per le relazioni internazionali.
«Ho sempre considerato la mia formazione e la mia carriera – continua Samantha Di Laura – come propedeutiche a quello che era davvero il mio obiettivo principale: riuscire, un giorno, a venire a vivere e lavorare nella mia Sicilia anche se tutti mi dicevano che ero matta e dalla Sicilia, notoriamente, si andava via per mancanza di lavoro. Io incaponita dicevo a me stessa: “è inutile che cercate di dissuadermi perché io ci proverò sempre”».
L’occasione arriva nel 2007. «Lavoravo a Siviglia – racconta – e mio cugino mi parlò della Cantine Settesoli che si stava espandendo nel mercato internazionale. Mandai un curriculum e il patron Diego Planeta mi contattò per un incontro. Ci piacemmo subito e, senza pensarci troppo, mi traferii a Menfi, in provincia di Agrigento. Sono rimasta in quell’azienda per 8 anni, dopodiché, saranno stati gli “anta”, forte anche l’energia che mi aveva dato la mia nuova vita, ho deciso di fare il salto nell’imprenditoria, fondando la mia Scirocco [dal nome con cui la mamma la chiamava da piccola per il suo temperamento]: Ethical Sales Management».
DALLE MULTINAZIONALI ALLA CONSULENZA PER LE PMI SICILIANE DALL’IMPRINTING ETICO
«Come consulente cerco di creare valore per le aziende siciliane etiche, promuovendo un’agricoltura di qualità “diffusa” capace di produrre reddito, mettere in rete gli agricoltori e le realtà produttive “virtuose” e magari creare un unico brand per comunicare le realtà produttive e le eccellenze del territorio. E sono felice di potermi permettere di lavorare solo con persone che condividono le mie stesse visioni». Per questa sua avventura, nel luglio 2021, le è stato assegnato, da Banca Intesa San Paolo e Fondazione “Marisa Bellisario”, il premio Women Value Company.
Da consulente per gli agricoltori che vogliono produrre cibo sostenibile, Samantha Di Laura, qualche anno fa è persino passata dall’altra parte, sporcandosi le mani come faceva da bambina e diventando un’imprenditrice agricola. Oltre ad aiutare le aziende che si rivolgono a lei, infatti, si è impegnata in due piccole produzioni: quella di olio extravergine di oliva biologico, etico e sostenibile Oliove e la sua prima etichetta di vino, Lucìe.
SAMANTHA DI LAURA E IL CAMBIO DI PASSO PER UNA VITA PIÙ LENTA E RICCA
Nel mondo del vino Samantha ha conosciuto un’amica e una sorella che oggi non c’è più per mano di un femminicida: Marisa Leo assassinata dal suo ex e padre di sua figlia. Quel femminicidio, oltre a strappare dalla vita di Samantha Di Laura una persona cara, si è sommato a un’altra esperienza dolorosa ma illuminante che l’imprenditrice ha vissuto l’anno scorso: aver accompagnato per mesi lungo il percorso oncologico e terminale sua cugina. «Questi due eventi mi hanno fatto rivoluzionare, di nuovo, il mio modo di guardare alla mia esistenza. Ho chiuso Scirocco perché mi impegnava troppo e oggi mantengo la consulenza per alcune aziende che seguo da tanti anni. Lo stare di fronte alla vacuità della vita mi ha fatto comprendere ancora di più cosa conta davvero».
Lo stesso è avvenuto per le sue due produzioni di olio e di vino. «Mi sono detta che invece di continuare a imparare a fare l’imprenditrice agricola potevo far fiorire quello che già esiste sul territorio. Alla fine, tanto per citare Giovanni Verga, della roba non ce ne facciamo nulla. Io oggi sto bene e mi basta avere un tetto sulla testa, potersi permettere una vita traquilla e fare le mie scelte. Per quando riguarda Oliove, quindi, ho trovato una famiglia di Campobello di Mazara, i due titolari dell’azienda agricola Lombardo che condivide i miei valori e ho ceduto loro il marchio».
Per quanto riguarda Lucìe, invece, il discorso è più articolato. «Sto pensando a un consorzio di aziende che producono vino e che sposino il messaggio di Lucìe aderendo a un sovramarchio aziendale: non si tratta solo di produzione vinicola, ma di un segno di rinascita, inclusivo che è nato come messaggio alle donne, un vino femminile plurale». D’altra parte Samantha Di Laura è sempre stata una grande sostenitrice dell’empowerment femminile. E ora, nel nome di Marisa, ha avviato un nuovo percorso contro la violenza di genere, costituendo insieme con la mamma di Marisa che ne è presidente l’associazione Marisa Leo, contro la violenza di genere [che ricorda, purtroppo, la storia della nascita dell’associazione Io sono Giordana]: e per avviare formazione seria nelle aziende e nelle scuole. Ma questa è un’altra storia…
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