Premio BITAC, cinque progetti di turismo incentrati su comunità e inclusività
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Chi si occupa di turismo cooperativo sa che la BITAC, la borsa italiana del turismo cooperativo e associativo, è l’appuntamento annuale organizzato da Alleanza delle Cooperative Italiane Turismo e Beni culturali da non perdere. Un’occasione di incontro che, in tutti questi anni, ha riunito oltre 3500 partecipanti, 1600 operatori, 700 buyer e 180 esperti di turismo.
UNA RETE PER IL TURISMO SOSTENIBILE
La passata edizione, che si è svolta a Ravenna il 23 e il 24 novembre 2023, ha permesso ancora una volta di promuovere un turismo sostenibile e responsabile che crede nei valori dell’ospitalità e nella valorizzazione della cultura del territorio. Un turismo più vicino alle persone. Tutti gli eventi sono stati organizzati infatti tenendo a mente questi principi e facendo da ponte con le realtà territoriali che ospitano BITAC, i loro progetti e gli strumenti di innovazione sociale e tecnologica che contraddistinguono lo sviluppo del settore turistico secondo un modello cooperativo.
Una giornata della passata edizione infatti è stata interamente dedicata a tavoli tematici di co-progettazione, un momento di creazione, di opportunità, di collaborazione e di business tra le imprese cooperative. I temi dei tavoli sono stati: turismo scolastico, turismo accessibile, enoturismo, ricettività e turismo delle radici. Non più solo una borsa o una vetrina di incontro tra buyers e seller, ma anche e soprattutto un momento di confronto il cui valore, non per forza solo commerciale, ha permesso di elaborare progetti e strategie, grazie all’aiuto di facilitatori, da applicare e sviluppare in un futuro prossimo.
Ci tiene a sottolinearlo anche Irene Bongiovanni, presidente di Centro Turistico Cooperativo. «La borsa del turismo associativo e cooperativo è un’importantissima occasione di formazione e approfondimento per quel turismo cooperativo che parla di sostenibilità e responsabilità. Da anni è anche un appuntamento tradizionale per le centrali cooperative che offrono visibilità ai progetti di turismo cooperativo che si distinguono per il racconto di un’Italia autentica grazie anche alla creazione di destinazioni ad hoc».
IL PREMIO BITAC
Anche in questa passata edizione non poteva mancare il Premio BITAC, ideato per far conoscere i tanti progetti di turismo che ogni anno le imprese cooperative realizzano, permettendo a molti di conoscere e scoprire luoghi meno noti, ma non per questo meno incantevoli. Il Premio inoltre consente di individuare le diverse modalità di fruizione di mete già visitate e le proposte che valorizzano antiche tradizioni o nuove tendenze, sempre restando fedeli ai valori di un turismo sostenibile e responsabile.
Il Premio BITAC, promosso nel 2019, è la dimostrazione della ricchezza di idee e della capacità di tradurle in progetti concreti. Anche per questa edizione una Commissione di valutazione, nominata dall’Alleanza Cooperative Italiane Turismo e Beni Culturali e composta da esperti del settore, ha individuato cinque finalisti che raccontano di progetti turistici innovativi con un impatto significativo sul territorio.
PROGETTI FINALISTI
La Cooperativa Simularte di Udine ad esempio ha candidato alla BITAC il progetto “Music System Italy”, una piattaforma di scambio culturale tra artisti, studenti internazionali e comunità locali. Un progetto che unisce l’alta formazione musicale alla promozione turistica della regione Friuli Venezia Giulia attraverso l’organizzazione di corsi di alto perfezionamento e masterclass di musica classica, spettacoli dal vivo ed esperienze turistiche nei punti d’interesse del territorio friulano.
La cooperativa B-life e la cooperativa Titoli minori di Chioggia invece hanno presentato il progetto “Corte Lusenzo – Inclusive Hotel“. Un po’ B&B, un po’ hotel, Corte Lusenzo parla di rigenerazione urbana, inclusione sociale, turismo sostenibile e cooperazione territoriale. Due stabili di proprietà demaniale, abbandonati dagli anni ’80, sono stati acquistati nel 2019 e in pochi anni sono stati trasformati in un “hotel inclusivo”. La mission di Corte Lusenzo è, infatti, l’inserimento lavorativo di persone fragili, attraverso percorsi propedeutici, anche in altre strutture turistiche.
A Castel Del Monte, in Abruzzo, la Cooperativa di comunità InCastello ha presentato il progetto “Vivi da Vicino” a partire dall’esperienza del contest “Il vicinato più bello 2023”. In occasione di questo evento, ogni rione del centro storico di Castel del Monte ha organizzato una festa, abbellendo vicoli e piazze, accogliendo turisti, cucinando piatti della tradizione, decantando poesie e intrattenendo con concerti musicali in pieno spirito di convivialità castellana.
L’idea è di ampliare il progetto offrendo anche la possibilità di partecipare a escursioni ecologiche in montagna, visite guidate all’interno del museo diffuso nel centro storico e cooking class di prodotti tipici per valorizzare le eccellenze a km0 dei produttori locali. Il turista si troverà a essere parte attiva della comunità: beneficerà di una serie di iniziative, collaborerà con le donne del paese nella preparazione dei piatti, offrirà il suo aiuto per il buon mantenimento del borgo e dei sentieri, in pieno rispetto dell’ambiente.
A Trento la Cooperativa Handicrea di Trento, attraverso il progetto “Trentino da esplorare per tutti“, promuove di visitare alcuni luoghi storici di Trento, di conoscere la storia e le caratteristiche di strutture di interesse culturale, attraverso i video pensati per tutti grazie a strumenti di facilitazione e informazioni dedicate anche a persone con disabilità diverse.
E infine il progetto CaseMatte/ Il 32 Aprile della Cooperativa ISACPro e Cooperativa sociale stream CreativiViaggi di Taranto. Una guida turistica e ragazzi con disabilità intellettiva propongono itinerari di turismo alternativi a quelli mainstream per far conoscere Taranto. Una casamatta è una casa che nasconde solitamente armi, le CaseMatte del progetto sono luoghi, persone ed esperienze che custodiscono una Taranto diversa e resiliente, tutta da riscoprire. Il progetto nasce per coniugare il bisogno di esperienze sociali dei ragazzi con disabilità e la necessità di proporre una nuova narrazione della città.
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