Favorire la partecipazione attiva per risollevare le aree interne e montane
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Nel documento programmatico 2020-2024 la Fondazione Compagnia di San Paolo illustra alcune “attenzioni sistematiche” comuni ai tre Obiettivi e alle 14 Missioni che compongono la struttura organizzativa dell’ente. Una di queste, definita “geografie”, riguarda la volontà di promuovere uno sviluppo territoriale attento alle condizioni di perifericità e marginalizzazione, con la convinzione che le disuguaglianze territoriali tra centri, periferie, aree interne e montane non siano ineluttabili e possano essere riequilibrate. Questo contributo intende condividere il metodo di lavoro utilizzato dalla Missione Favorire partecipazione attiva per tradurre l’attenzione alle “geografie” nel proprio ambito di intervento: la partecipazione civica, culturale, democratica e giovanile.
Il punto di partenza della nuova programmazione sensibile alle “geografie” è stata un’analisi della distribuzione geografica delle erogazioni, da cui è emersa un’elevata concentrazione di enti beneficiari di contributi in aree urbane. Le aree interne e montane dunque, caratterizzate da decrescita demografica, carenza di servizi essenziali e di lavoro, erano le aree che accedevano meno alle opportunità, nonostante un’evidente necessità di supporto.
L’analisi è proseguita ricercando le motivazioni di tale disomogeneità territoriale. In sintesi, sono state identificate due tipologie di barriere: da parte delle aree interne e montane si è rilevata una carenza di competenze di progettazione e di risorse per attivarle, da parte della Fondazione si è constatata una conoscenza più approfondita di esigenze e dinamiche urbane e dunque, seppur involontariamente, una loro maggiore influenza nella definizione delle linee di intervento.
Nell’ambito della Missione Favorire partecipazione attiva, questo gap di conoscenza è stato colmato con l’affiancamento di una consulenza esperta sul tema, attraverso lo scouting di pratiche riconducibili ai propri ambiti tematici nelle aree interne e montane, lo studio della letteratura scientifica e l’analisi delle politiche pubbliche dedicate alle aree interne e montane, con l’intento di individuare possibili piste di lavoro per sostenere processi di partecipazione attiva, puntando alla complementarità tra l’azione pubblica e l’azione filantropica.
Questi diversi livelli di analisi e di studio hanno avuto due esiti nella programmazione della Missione Partecipazione. Il primo esito, più scontato, è il disegno di alcune linee di intervento dedicate esclusivamente alle aree interne e montane. Il secondo esito, meno usuale, è un lavoro costante e continuo per fare in modo che tutte le linee di intervento della Missione siano accessibili per tutti i possibili enti beneficiari.
Il programma SPACE, il bando Sparkz – Giovani che attivano, le Linee guida per pratiche collaborative, le Linee guida per festival partecipativi, le Linee guida per il sostegno a scuole di politica, aperte a tutti i territori di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, sono disegnate con un vocabolario, criteri di ammissibilità e di valutazione coerenti e rispettosi delle diverse specificità territoriali. Favorire la partecipazione attiva sui territori vuol dire anche favorire l’accessibilità delle linee di intervento, facendo attenzione a non costruire barriere per le aree interne e montane, dando loro le stesse opportunità delle aree urbane.
Il filone di lavoro destinato a favorire la partecipazione attiva specificamente nelle aree interne e montane è dedicato all’imprenditorialità giovanile e al capacity building delle competenze progettuali relative alla partecipazione attiva, due ambiti in cui le aree interne e montane apparivano meno “attrezzate” delle aree urbane.
Insieme alla Missione Accelerare l’innovazione, si è capito che il sostegno all’imprenditorialità giovanile in queste aree deve essere molto personalizzato, “sartoriale”, e deve stringere i nodi tra il progetto di vita e di impresa dei giovani e il progetto più alto di sviluppo territorio con il coinvolgimento delle comunità locali. Per questo è stato sostenuto il Progetto Appennino in collaborazione con la Fondazione Edoardo Garrone.
Inoltre, si deve tenere conto di condizioni di contesto che aumentano il rischio di impresa o rendono molto complesso l’avvio di una avventura imprenditoriale, come ad esempio la frammentazione fondiaria, l’inaccessibilità del patrimonio immobiliare, l’assenza di servizi di incoming insediativo per persone e imprese. Attraverso processi partecipativi è però possibile generare condizioni di contesto abilitanti per l’imprenditoria giovanile. A breve una linea di intervento dedicata alle Alpi permetterà di lavorare proprio su questa intuizione.
Le attività di capacity building hanno preso avvio alla fine del 2022 e proseguiranno anche nel 2024. La Winter School sulla progettazione partecipata di politiche di sviluppo locale, tra il 2022 e l’inizio del 2023, è entrata nel merito delle diverse politiche pubbliche dedicate alle aree interne e montane, fornendo competenze tecniche sulle politiche e competenze metodologiche per poter avviare processi di co-progettazione aperti alle comunità locali, attenti alle voci di tutti e tutte.
Le cinque aree interne di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta beneficiarie della Strategie Nazionale per le Aree Interne nel periodo 2021-2027, in accordo con le Regioni, a seguito della formazione hanno ricevuto un grant per poter immediatamente avviare dei percorsi di progettazione partecipata della strategia di sviluppo. La complementarità dell’azione pubblica e dell’azione filantropica ha potenziato gli effetti dei rispettivi interventi.
Già alla fine del secondo anno di operatività si rileva un aumento della partecipazione di aree interne e montane a tutte le linee di intervento proposte dalla Missione: aumenta la percentuale di candidature sia di enti locali che del terzo settore, la qualità progettuale e il numero dei beneficiari dei contributi. Si osservano anche alcune tendenze evolutive dei processi di partecipazione sostenuti. La maggior parte delle pratiche di partecipazione proposte e sostenute non sono episodiche e a sé stanti, ma sono parte di processi di sviluppo territoriale con visioni e intenzioni di lungo periodo.
A volte sono gli enti locali i principali promotori di tali visioni e intenzioni, a volte sono gli enti del terzo settore, ma in entrambi i casi si osserva un’importante cooperazione tra le due parti. Un’altra tendenza osservata riguarda l’intergenerazionalità delle pratiche partecipative in aree interne e montane, probabilmente facilitata dalla bassa densità demografica. Infine, si nota una tendenza dei soggetti che sono attivatori di partecipazione di lunga data a sostenere la nascita e la crescita di altri soggetti promotori di partecipazione attiva sul proprio territorio, badando più al mantenimento di energie vitali nei luoghi che alla competizione tra enti. L’attenzione alle disuguaglianze territoriali inizia a dispiegare nuove, preziose geografie umane.
Questo articolo fa parte di una serie di approfondimenti frutto della collaborazione fra Hangar Piemonte e Italia Che Cambia che ha lo scopo di raccontare la trasformazione culturale che stanno mettendo in atto persone, organizzazioni e intere comunità intorno a noi.
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