La storia di Piera Cadinu, da informatica a distillatrice artigiana con la sua Orgosolo Liquori
Seguici su:
Nuoro - La montagna offre le materie prime, mentre la filosofia aziendale garantisce il rispetto e la promozione del territorio. Ma prima ancora, sono la passione e il sogno di lavorare al fianco dell’ambiente ad aver spinto Piera Cadinu a cambiare vita e aprire la sua Orgosolo Liquori. Dopo una lunga esperienza da informatica, la volontà e il desiderio di creare qualcosa che rappresentasse il luogo in cui vive hanno indicato all’imprenditrice la via tra i sentieri del Supramonte.
Mirto, finocchietto selvatico, elicriso, fiori di corbezzolo: nella sua piccola azienda, fondata nel 2012 e oggi portata avanti col supporto di marito e figlie, i prodotti sono espressione di ciò che il territorio offre. L’idea poi di una piccola impresa in grado di convivere con l’ambiente, le sue peculiarità e i suoi cambiamenti, permette a Piera Cadinu di lavorare in sinergia con il territorio, in un’armonia che segue le regole della natura, e nulla più. Le abbiamo chiesto di raccontarci la sua storia.
Quando nasce il Orgosolo Liquori e perché hai deciso di intraprendere questo percorso?
Il liquorificio nasce nel 2012. Per dieci anni ho avuto un’attività nel settore informatico, vendevo, assemblavo e riparavo computer. A un certo punto è capitata l’occasione di acquistare un lotto nella zona artigianale e pensavo di ampliare la mia attività. Il lavoro stava calando ma volendo comunque onorare l’acquisto del lotto ho deciso di aprire un liquorificio. La scelta di fondare Orgosolo Liquori è maturata dopo aver valutato anche cosa potesse andare bene nel territorio.
Un cambiamento radicale rispetto alla tua esperienza da informatica.
Sì e non è stato facile. Partivo da zero, non è una cosa che mi è stata tramandata. Ci tenevo però a produrre qualcosa di mio, con il mio marchio, con il mio nome. E il territorio offre la materia prima di qualità. Per far conoscere i prodotti di Orgosolo Liquori ho girato tutta la Sardegna con mio marito, tutto ciò che sappiamo oggi l’abbiamo imparata sul campo. Nonostante le difficoltà iniziali, abbiamo messo su una bella realtà. Pur con tutte le incognite del mercato, se si fanno cose di qualità, si lavora in modo onesto e si ha passione si va avanti.
Come selezionate le materie prime?
Provengono tutte dal nostro territorio, dal Supramonte, e mi occupo personalmente della raccolta. Raccogliamo mirto bianco e rosso, elicriso, finocchietto, corbezzolo. Anche lo zafferano è locale, così come i limoni, rigorosamente biologici. Per il mirto abbiamo iniziato con la raccolta dalle piante spontanee, ora abbiamo però anche un mirteto nostro che garantisce un certo quantitativo di prodotto. Anche noi dobbiamo fare i conti con il cambiamento climatico. Quest’anno ad esempio l’elicriso ha sofferto per le piogge di giugno, nel mese della raccolta, perché l’acqua ha lavato via il fiore e ne ha limitato sia la quantità sia la qualità.
Orgosolo Liquori è quindi un’attività che lavora in sinergia l’ambiente.
Sì. Oltre a scegliere i prodotti del territorio, ci siamo sempre occupati della cura delle piante estirpando rovi e erbacce a mano. Anche la raccolta e la lavorazione vengono fatte manualmente, non usiamo macchinari sofisticati. È la nostra politica aziendale, una scelta fondamentale per rispettare l’ambiente e mantenere alta la qualità. Con Orgosolo Liquori realizziamo piccole produzioni per volta, anche se il numero di imbottigliati è in crescita. Il tutto è però sempre rapportato a ciò che riusciamo a raccogliere seguendo la stagionalità. È una scelta sostenibile e rispettosa del territorio che ci dona le materie prime. Anche perché per noi è importante che i nostri prodotti ci rappresentino e siano espressione del luogo in cui viviamo.
A questo proposito, hai scelto di promuovere il territorio anche con le etichette, che riproducono i murales di Orgosolo.
All’inizio avevamo delle etichette meno rappresentative, poi la scelta di puntare sui murales si è rivelata vincente. Chi acquista i nostri prodotti, soprattutto turisti, scopre così anche il paese. Molto spesso ci fanno domande sul significato di questo o quel murale, e per noi è un piacere raccontarlo. Da dieci anni partecipiamo a un’importante fiera del settore a Milano. Tanti clienti, incuriositi non solo dai prodotti ma anche dal luogo in cui nascono, vengono poi a visitare Orgosolo e passano a trovarci. L’idea di lavorare bene e di promuovere anche il nostro paese ci rende molto felici.
Quando hai iniziato ti aspettavi questo successo?
Assolutamente no. Come ho detto, iniziare non è stato facile, sia sotto l’aspetto economico sia per quello pratico. Non avevamo ricette, abbiamo dovuto sperimentare tanto per trovare il giusto equilibrio tra gli ingredienti. Quando però ci siamo riusciti, i prodotti sono piaciuti molto e ormai con Orgosolo Liquori abbiamo sia in Sardegna sia fuori una clientela fidelizzata. Spesso mi chiedono di realizzare anche altri tipi di liquori, ad esempio quello alla liquirizia. Ma la risposta è sempre no, non è una materia prima del posto, ci siamo distinti proprio per queste scelte e non cambieremo direzione.
Tra i vostri liquori ce n’è uno che vi ha dato particolari soddisfazioni?
Sì, quello di elicriso. È particolarmente apprezzato dai nostri clienti. In Sardegna ci sono tante realtà che producono mirto, ad esempio, ma non siamo in tanti a utilizzare l’elicriso. Inoltre anche il luogo in cui cresce la pianta è importante. Quello che usiamo noi proviene dalla montagna ed è particolarmente aromatico.
Nelle vostre etichette è presente il nome CaRu. Ha un significato particolare?
Sì, nasce dalle due lettere iniziali del mio cognome, Cadinu, e di quello di mio marito, Rubanu. Però vuole anche significare “caro”, “caro al cuore”.
In base alla tua esperienza con Orgosolo Liquori, c’è un consiglio che vuoi dare a chi intende intraprendere un’attività?
Non bisogna smettere di sognare. Quando si ha un obiettivo, per quanto sembri irraggiungibile non si deve smettere di provarci. Le difficoltà ci sono, la burocrazia è spesso un ostacolo, ma questi problemi non devono bloccare. Lo dico con la consapevolezza di chi ne ha passato davvero tante. Non mi sono mai arresa, però. E oggi ho un’attività che sì, occupa tutto il mio tempo e richiede molti sacrifici, ma dà a me e alla mia famiglia tante soddisfazioni.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento