3 Gen 2024

“Per crescere davvero, dobbiamo liberare le nostre radici dai vasi e affondarle nella terra”

Scritto da: Associazione OIA'

Nel suo lungo peregrinare in giro per l'Italia e il mondo facendo educazione e cultura in modo creativo, l'associazione OIA' è approdata anche a Genova. Nel capoluogo ligure ha curato – il particolare il quindicenne Nino – la realizzazione di un murales che simboleggia il passaggio dall'infanzia all'adolescenza, un rito che richiama la necessità di più spazio per far crescere le nostre radici, sempre più estese e ramificate proprio come quelle delle piante.

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Genova - A volte un albero può nascere, crescere e vivere in un vaso. In quella terra senza lombrichi, le sue lunghe radici si devono comprimere, per adattarsi a quell’ambiente innaturale. Di conseguenza, accade che la sua coppa si riduca in altezza. Se casualmente questo stesso albero nel vaso venisse inaspettatamente trapiantato in un bosco, le coccinelle, le lucertole e i lumaconi lo avrebbero risvegliato dal suo sonno. Lo avrebbero spinto a estendere le sue radici in profondità e alzare la sua coppa verso il cielo.

A volte succede anche a noi di nascere, crescere e vivere in un vaso. Tanto tempo fa, nel nostro vissuto come operatori di un’associazione di volontariato genovese in Brasile, i bambini e i ragazzi generosamente, ci insegnarono come uscire dal nostro proprio vaso. E fuori dal vaso, non c’era alcun limite che non si potesse superare, ma esistevano solo potenzialità da risvegliare.

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In quella povertà estrema, sotto i nostri occhi, s’aprivano luminosi varchi di prosperità. Persone apparentemente prive di movimento, le vedemmo danzare. Apprendemmo a comunicare con coloro che parlavano senza parole. Ma nonostante tutto, ogni qualvolta riuscivamo a uscire dal vaso, ne creavamo immediatamente un altro. Fino a che divenimmo genitori.

Accogliere una nuova creatura che viene al mondo spaccò definitivamente ogni nostra possibilità di stare in un vaso perché, per tale avvenimento, non eravamo affatto preparati. Quando credevamo d’aver capito come accudire un neonato era oramai troppo tardi, lui era già cresciuto e si doveva ricominciare da zero.

Nel momento in cui Nino, quindicenne, dipinge sul muro i personaggi dei comics da lui stesso creati, benedice e ringrazia la fine dell’infanzia e si prepara al tempo dell’avvenire

Non avevamo possibilità di creare vasi, la Vita stessa ci superava, ci spingeva oltre, ci chiedeva di cavalcare l’imprevedibile e accettare l’incredibile. Giunse il tempo dell’obbligo di istruzione. Per un caso – che non esiste – scoprimmo un sentiero nascosto, esplorato da pochi, che ci condusse all’istruzione familiare. Fu questa scelta a donarci lo sconforto e la meraviglia di camminare a piedi nudi sulla terra, rendendo possibile il nostro percorso dell’apprendimento naturale e dell’educazione diffusa. Abbiamo camminato insieme, tutti e tre mano nella mano, per dieci anni.

Siamo ora giunti dinanzi all’ultimo anno dell’obbligo di istruzione. Per celebrare questo grande ciclo, abbiamo realizzato un ancestrale rituale di passaggio: dipingere sulle rocce delle grotta. In verità, per noi, è stato dipingere sul muro di città, nello specifico a Genova Pra, ai Giardini Capponi. La pittura murales possiede ancora un potente elemento simbolico, dove l’esperienza di uno diviene esperienza  di tutti.

NINO MURALES copia

Nel momento in cui Nino, quindicenne, dipinge sul muro i personaggi dei comics da lui stesso creati, benedice e ringrazia la fine dell’infanzia e si prepara al tempo dell’avvenire e questa potente energia comunica e coinvolge altri giovani che, a lui s’avvicinano avvertendo la libertà di poter partecipare e unirsi alla creazione collettiva.

Questo è il nostro sentire, ciò che muove l’educazione diffusa, dove il nostro compito di adulti è fornire attrezzatura, spazio e fiducia. Con una ”incisione” su questo murales, abbiamo voluto ringraziare la LAIF, l’associazione istruzione familiare [qui trovate i contributi scritti su Italia Che Cambia da Sergio Leali, presidente della LAIF, ndr] per il suo importante operato nel sostenere le famiglie nei loro diritti e doveri, e creare dialoghi con le istituzioni e la società civile.

Grazie al Municipio VII Ponente del Comune di Genova, per aver concesso e sostenuto la realizzazione di questo murales in una piazza cittadina frequentata soprattutto da bambini e ragazzi, ai quali è dedicato questo murales e il suo messaggio. Grazie a chiunque ci stia leggendo in questo momento e che possa nutrire la propria fiducia nei ragazzi, in tutti i ragazzi, anche se questo significasse uscire dal proprio vaso.

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