Gastona, la carta igenica di bambù che arriva “nel momento del bisogno”
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Pordenone, Friuli Venezia Giulia - “Arrivo nel momento del bisogno”, si legge in bella vista e a caratteri cubitali rosa sul sito di presentazione di Gastona, la prima carta igienica prodotta in Europa dalla cellulosa di bambù, con tanto di manifesto che a colpi di sguaiata ironia convince persino i più scettici a provarla, perché – si legge sempre sull’e-commerce – promette di essere molto più che un rotolo di carta igienica.
Nata come startup a Pordenone da un’idea di Pietro Romor, 28 anni, Gastona irrompe un po’ per gioco in un mercato tendenzialmente statico, «dove si acquista per lo più in base al prezzo: si scarta quello più costoso o si compra qualcos’altro se quello a cui siamo abituati non è sullo scaffale», esordisce Pietro.
UN’ALTERNATIVA MANCANTE
Dopo gli studi in economia, un’esperienza lavorativa a Dallas, in Texas, e il lancio di un e-commerce per approfondire le dinamiche del commercio digitale, Pietro si concentra su un’alternativa mancante nel mercato: una carta igienica più ecologica di quella in pura cellulosa. Si stima infatti che ogni giorno quasi 2 milioni di alberi vengano tagliati per la produzione di carta igienica tradizionale. Gastona, invece, è realizzata con il bambù, una specie erbacea che cresce molto rapidamente con straordinarie proprietà di tenuta del suolo e assorbimento di anidride carbonica.
Gastona però non è l’unica carta igienica sul mercato prodotta in cellulosa di bambù, ma la prima ad essere realizzata interamente in Europa, da una cartiera spagnola, la LC paper, che ha adottato una serie di tecnologie per garantire la carbon neutrality di tutti i suoi impianti. «L’energia necessaria all’intero processo produttivo proviene da un impianto di 8500 pannelli solari – ha precisato Pietro – e nella stessa ottica le risorse idriche impiegate dalla cartiera spagnola vengono filtrate e ripulite prima di essere riversate».
VERSO IL BAMBÙ E OLTRE
Molti obietteranno che il bambù resta una specie infestante e alloctona, ecco perché Gastona viene realizzata solo da bambù coltivato in foreste certificate e soggette a gestione forestale sostenibile. Il bambù, d’altronde, a differenza della maggior parte delle specie arboree esistenti sulla Terra, è in grado di crescere rapidamente, con un basso apporto idrico. Si adatta inoltre ad ambienti molto diversi e ricresce in fretta dopo essere stato tagliato.
Certamente uno dei maggiori punti di forza della startup guidata da Pietro, insieme ai suoi colleghi Mattia e Riccardo, rispettivamente e goliardicamente social mierda manager e coprywater di Gastona, sta nel non autoproclamarsi “sostenibile”. «Lasciamo che siano i nostri clienti a farlo – ha puntualizzato Pietro – perché si fa un gran parlare intorno a questo tema, ma spesso le cose stanno in modo diverso». E se la scelta del bambù è di sicuro una delle più ecologiche sul mercato, la sfida si Gastona è quella di evolversi e perché no, rinnovarsi se un giorno si dovesse scoprire che c’è qualcosa di meglio del bambù.
«Ad oggi la produzione di Gastona è carbon neutral fino al magazzino, prima della vendita tramite l’e-commerce. Manca ancora l’ultimo miglio – conclude Pietro – ma il nostro desiderio è quello di migliorare anche quest’ultimo segmento della supply chain e adeguare il nostro prodotto a quello che la tecnologia può offrire». Intanto però, nel giro di pochissimo tempo, Pietro, Mattia e Riccardo sono riusciti a creare un’allargata community di consumatori consapevoli, che se pur accumunati agli altri essere umani per quella stessa inclinazione assunta sulla tavoletta del bagno – come si legge nel manifesto – hanno deciso di acquistare Gastona e provare ogni giorno a cambiare il mondo prima di tirare lo sciacquone.
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