Per il rispetto della legalità, serve una valutazione di incidenza delle esercitazioni militari
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Il T.A.R. Sardegna è nuovamente chiamato a esprimersi sulle esercitazioni nei poligoni militari di Capo Teulada e di Capo Frasca in assenza di valutazione di incidenza ambientale. L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), rappresentata e difesa dall’avvocato Carlo Augusto Melis Costa, ha infatti depositato un nuovo ricorso al T.A.R. Sardegna contro il decreto ministeriale inerente il ciclo di esercitazioni militari nei due poligoni nel primo semestre 2024.
In merito, a mancare sarebbe quindi la positiva conclusione del necessario svolgimento della procedura di valutazione di incidenza ambientale (V.Inc.A.). In assenza di tale procedura, il GrIG ha chiesto la declaratoria di illegittimità delle esercitazioni e la condanna della Regione autonoma della Sardegna e del Ministero della Difesa all’effettuazione della valutazione ambientale.
IN CHE COSA CONSISTE LA VINCA
La valutazione di Incidenza – si legge dal sito del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica – è il procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi piano, programma, progetto, intervento o attività che possa avere incidenze significative su un sito (o proposto sito) della rete Natura 2000, rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell’Unione, istituita per garantire il mantenimento degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari.
Solo a seguito di screening e valutazioni appropriate, l’Autorità competente per la Valutazione di Incidenza può dare il proprio accordo alla realizzazione di un progetto, avendo però prima valutato “con ragionevole certezza scientifica” che non pregiudicherà l’integrità del siti interessati. Davanti quindi all’ennesimo ciclo di esercitazioni militari, a mancare è una previa procedura utile a minimizzarne gli impatti e introdurre misure di compensazione ambientale, come tra l’altro indicato anche dal codice dell’ordinamento militare.
LA “PREDOMINANTE” ESIGENZA DI PORTARE AVANTI LE ESERCITAZIONI MILITARI
Con decreto del 17 gennaio 2024 il presidente del tribunale amministrativo non ha concesso il provvedimento cautelare che chiedeva la sospensione delle esercitazioni militari nel secondo semestre del 2023, ma ha fissato l’udienza in camera di consiglio per il 7 febbraio per l’esame dell’istanza di provvedimento cautelare in sede collegiale.
I Giudici amministrativi sardi – si legge nella nota inviata dal GrIG – «tralasciando in sede cautelare ogni aspetto relativo alla sussistenza delle motivazioni di ordine giuridico, avevano ritenuto predominante l’esigenza delle Forze armate di portare a compimento le esercitazioni militari in corso di svolgimento, programmate fino al 21 dicembre 2023)». Il tutto, tenendo conto del fatto che l’ISPRA ha in merito affermato che «pur evidenziandosi profili di criticità ambientali, gli elementi raccolti in ambito SNPA non evidenziano, ad oggi, una situazione nella quale sia possibile individuare, come conseguenza dei fatti oggetto delle imputazioni, impatti sulle risorse naturali tali da integrare fattispecie di danno ambientale».
Oggetto del ricorso però, come sottolineano gli ambientalisti, non era «un supposto danno ambientale». «La procedura di V.Inc.A. sulle attività addestrative militari non è mai stata svolta, fatto che non viene minimamente messo in discussione da alcuna parte», dichiarano gli attivisti del Gruppo d’Intervento Giuridico.
ADDESTRAMENTI TRA DUNE DI SABBIA BIANCA E GINEPRI
La non valutazione di incidenza ambientale riguarda le esercitazioni militari a Capo Teulada e Capo Frasca. Le due aree – parte di quel 65% del demanio militare italiano che si trova concentrato nell’Isola – interessano i siti di importanza comunitaria (S.I.C.) dell’Isola Rossa e Capo Teulada, il Promontorio, dune e zona umida di Porto Pino e lo stagno di Corru e S’Ittiri, in seguito elevati a zone di conservazione speciale (ZSC) e appartenenti alla Rete Natura 2000. Si tratta di siti di importanza internazionale per la fauna legata alle aree umide o quale area di transito di migratori acquatici, per la rarità della vegetazione naturale, per la presenza di dune di sabbia bianca o di ginepri identitari.
Fanno notare dal GrIG come «lo stesso Ministero della Difesa ha sottolineato l’importanza di svolgere assiduamente le operazioni di salvaguardia ambientale dei siti addestrativi e le procedure di V.Inc.A., che vengono regolarmente svolte in relazione ad altri poligoni presenti in altre regioni, come per esempio il poligono di Monrupino (TS), il poligono di Monte Stabiata (AQ), il poligono del Cellina – Meduna (PN), il poligono di Torre Veneri (LE)».
Non sarebbe però la prima volta che nel territorio sardo si procede con esercitazioni militari nonostante l’assenza di una procedura V.Inc.A. «Proprio il poligono di Torre Veneri insieme a quello di Capo Teulada era stato oggetto dell’istanza del Gruppo d’Intervento Giuridico e del Comitato Lecce Bene Comune finalizzata proprio allo svolgimento delle procedure di valutazione di incidenza ambientale: per le attività del poligono pugliese è stata effettuata, per quelle del poligono sardo no. L’unica procedura attualmente in corso è quella relativa alla sola bonifica ambientale della penisoletta Delta del poligono di Capo Teulada».
ANCHE A FORAS PROMUOVE IL RICORSO CONTRO LE ESERCITAZIONI MILITARI
Come evidenzia sempre il GrIG, in merito anche il Consiglio di Stato ha recentemente affermato che “i disciplinari d’uso”, cioè gli “atti che con cadenza temporale regolano le attività da svolgersi” nei poligoni, devono essere assoggettati alla procedura di V.Inc.A., che “non ha natura statica, ma si caratterizza per una progressione continua che si arricchisce con l’evoluzione dei dati in ragione delle evenienze che possono agire significativamente sulla valutazione di incidenza”.
Anche A Foras, assemblea contro l’occupazione militare della Sardegna, «ha promosso nuovamente il ricorso come già fatto a ottobre 2023. Da decenni in Sardegna le esercitazioni militari si svolgono in spregio della normativa italiana ed europea sulla salvaguardia ambientale, mettendo a rischio l’ecosistema e la salute della popolazione sarda e degli stessi soldati. Questo mette il Ministero della Difesa nella condizione di essere l’unico controllore di ciò che avviene all’ interno dei poligoni sardi. Addirittura nei tre principali poligoni i bombardamenti e le manovre dei carri armati si svolgono a ridosso di Siti di Interesse Comunitario e Zone di Protezione Speciale, dove ogni attività potenzialmente inquinante sarebbe vietata dalla legge».
UN’AZIONE PER IL RISPETTO DELLA LEGALITÀ AMBIENTALE
Al momento quindi il T.A.R. Sardegna è nuovamente chiamato a valutare la legittimità dello svolgimento del programma di esercitazioni militari nei due poligoni sardi in assenza di V.Inc.A. «Il GrIG – aggiunge in conclusione l’associazione ecologista – nel torpido sonno delle istituzioni regionali che solo a parole affermano di voler tutelare ambiente e salute di cittadini e militari, ha agito e agisce per il rispetto della legalità ambientale e lo svolgimento di quegli interventi di bonifica ambientale che attendono da troppo tempo il dovuto completamento».
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