La cultura al centro del modello d’impresa di Infinityhub per rigenerare “fabbriche di bene”
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Venezia, Veneto - Quale peso ha la cultura in un modello di impresa positivo? Per rispondere a questa domanda è importante andare alle origini della parola cultura. In genere il suo significato è associato a un livello di conoscenza certificato da un titolo a cui viene riconosciuto un determinato valore. Ma la parola cultura – che deriva dal latino colere e veniva usata non solo per indicare il rapporto tra la natura e l’uomo, ma anche per designare quel processo di “coltivazione”, intesa come educazione della propria anima che necessita di essere coltivata o educata allo stesso modo di come si coltiva la terra – è connessa alla perenne curiosità di scoprire nuovi ambiti di interesse e acquisire nuove conoscenze.
Un’accezione infinitamente più ampia e inclusiva dell’interpretazione lessicale contemporanea. La cultura infatti ha diversi aspetti e si esprime in tante forme che si collegano ad una moltitudine di ambiti: cultura letteraria, scientifica, artistica, musicale, solo per citarne alcuni. La cultura nasce e si sviluppa con gli esseri umani, di cui è l’immagine e la rappresentazione visibile.
In questi termini possiamo senz’altro dire che la cultura ha un peso rilevante per un modello d’impresa vincente e Infinityhub, Società per Azioni Benefit, è una dimostrazione in tal senso. In cammino con Dante di Franco Nembrini, Come io vedo il mondo, la teoria della relatività di Albert Einstein e La nuova geografia del lavoro di Enrico Moretti sono i tre libri che, non solo ne coniugano i valori e gli ideali, ma ispirano anche il nome della società e il suo payoff: Persone, Energie, Futuro.
Le persone sono collegate alla Divina Commedia e quindi al primo libro, rappresentate dalla prima parte del nome della società che è l’Infinito; energie fa riferimento in assoluto al libro di Albert Einstein, la Y – la deflessione della luce –, stargate che rappresenta l’apice della conoscenza dell’uomo; il futuro è nella dimensione dell’hub come luogo di incontro, di relazione, ben descritta nel terzo libro che parla di lavoro e di tecnologie di cleantech. Una cultura interdisciplinare che abbraccia più ambiti e saperi per una condivisione che genera benessere e integrazione innovativa.
«Noi intendiamo la cultura in tre diversi aspetti. Cultura teorica e accademica che ci lega, ad esempio, all’Università Ca’ Foscari di Venezia e al Politecnico di Milano, che diventano anche contenitori per i nostri recruiter nella selezione di giovani figure da inserire all’interno di Infinityhub; cultura intesa come arte e creatività: nei nostri uffici abbiamo importanti opere d’arte che ci ricordano ogni giorno la bellezza e suscitano un’emozione e una commozione continua. La nostra sede, sita sul Canal Grande a Venezia, è fonte di ispirazione e di evoluzione, uno stimolo per andare oltre ciò che è ordinario. Il terzo aspetto è legato alla scienza, all’analisi, al metodo scientifico che detta le linee guida del nostro modus operandi».
A parlare è Massimiliano Braghin, fondatore di Infinityhub, che prosegue: «Il mondo scientifico per validare nuovi modelli, teorie e paradigmi ha bisogno di una condivisione con gli altri saperi, perché per andare verso l’alto devi andare verso l’altro. Infinityhub si impegna a fare questo. Più abbiamo aperto e condiviso il capitale più sono cresciuti i nostri progetti. In questo senso mi piace collegare il concetto americano di serendipity con “fai le cose giuste e il resto seguirà”, che non è null’altro che “aiutati che il ciel t’aiuta” dei saggi».
Il modello culturale della Benefit canalizza e porta energie positive – ambientali, di cooperazione sociale, di progresso economico, di innovazione tecnologica – che generano valore e valori. Uno sviluppo organizzativo che integra neolaureati in discipline diverse ed eterogenee, impegnati a sviluppare e agevolare le sinergie e il perfezionamento continuo dei modelli socio-economici oltre che di tecnologie sostenibili.
Proprio le discipline socio-economiche hanno un ruolo fondamentale per contribuire al cambiamento sostanziale del paradigma di produzione, consumo e risparmio di energia. Un circolo virtuoso confermato da un’attività che ha sempre generato utili, investimenti e che crea nuovi posti di lavoro. Raccogliere le leggi dell’Universo per condividere con l’umanità la bellezza, la conoscenza e il benessere. Infinityhub è l’esempio di un modello quantistico essendo allo stesso tempo fornitore della tecnologia che vende alla newco e cliente.
«Essere in una concomitanza di stati a prima vista impossibili, con dei limiti razionali da giustificare, significa aprirsi ed essere disponibili a una interdisciplinarità, a una connessione e condivisione con sempre più realtà, imprese, istituzioni e soggetti in ambito socio-economico. Siamo alla vigilia della ventesima campagna, ma continuiamo a essere sempre una società per azioni. Nonostante una continua crescita, abbiamo da imparare anche dai nostri competitor. È una sfida e la complessità aumenta esponenzialmente, per questo serve prendere in considerazione tutto e non solo quello che tocchiamo con mano», continua Massimiliano.
E a proposito di connessioni, condivisioni e incontri, molti di quelli più “fortunati” per Infinityhub gravitano intorno al concetto di coincidenza e casualità, che hanno permesso la relazione tra scienziati, artisti, sociologi e ovviamente economisti nei vari progetti della Benefit. Proprio quella cultura, intesa nella sua vastità, necessaria all’evoluzione. Dall’incontro decisivo per la riqualificazione delle Officine ICO Olivetti – un luogo simbolico che rappresenta i valori di Adriano Olivetti e che Infinityhub incarna – a Gabriella Greison, fisica e divulgatrice scientifica che scrive, tra le altre cose, di Pauli e Jung, della fisica quantistica e della sincronicità, della mente e dell’amore, e di come tutto sia straordinariamente legato insieme. Solo per citare qualche esempio.
La sincronicità è un concetto introdotto dallo psicoanalista Carl Gustav Jung nel 1950, detto anche “principio di nessi acausali” e spiega il legame tra due eventi che si realizzano in contemporanea, connessi tra di loro, senza che un evento influisca sull’altro. I due eventi appartengono allo stesso contesto, come due orologi sincronizzati sulla stessa ora.
In Infinityhub sono diverse le storie di sincronicità, che apparentemente sembrano solo coincidenze, che hanno dell’incredibile e che permettono di realizzare sogni, investimenti, progetti e relazioni. «Circa un anno fa mi trovavo a Milano e ho comprato un libro di Gabriella Greison dedicato al ruolo delle donne nella scienza, spesso poco raccontate. Poi una serie di casualità mi hanno portato a conoscerla e a invitarla all’evento, che si è svolto il 15 dicembre scorso, che Infinityhub ha voluto dedicare alla fisica. Un’opportunità per approfondire i temi a noi cari e migliorare le relazioni, gli scambi emotivi e relazionali, la vera grande risorsa di Infinityhub».
«Infinityhub intercetta, moltiplica e condivide le energie e le frequenze positive nate nella creatività. La cultura è un generatore straordinario di speranza, perché la bellezza è un balsamo potente per la mente e per il cuore. La speranza stimola il lobo temporale di destra, la parte del cervello che attiva la creatività. La cultura e la speranza creano le condizioni per quel saper attendere, che è tendere verso qualcosa o qualcuno, nota come pazienza. Se alla cultura, alla speranza e alla pazienza, aggiungiamo la creatività si entra nella dimensione del coraggio, non come mancanza nel saper agire, ma come quell’avere un raggio di sole nel cuore che rende possibile tutto», conclude Massimiliano Braghin.
“Fuori, lassù, c’era questo immenso mondo, che esiste indipendentemente da noi esseri umani e che ci sta di fronte come un grande eterno enigma, accessibile solo in parte alla nostra osservazione e al nostro pensiero. La contemplazione di questo mondo mi attirò come una liberazione…”, scriveva Einstein ed è proprio quella contemplazione che Infinityhub alimenta con la cultura, liberando la creatività necessaria per realizzare progetti che apparentemente sembrano impossibili.
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