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Imperia - La storia di Bussana Vecchia potrebbe essere tranquillamente un racconto kafkiano, se non fosse che è tutto drammaticamente reale. Da quando il piccolo paese dell’entroterra ligure al di sopra di Sanremo venne colpito da un devastante terremoto nel 1887, iniziò una serie di vicende surreali che ancora oggi minaccia le persone che, senza nessun aiuto da parte dello Stato, hanno fatto rinascere dalle macerie un borgo unico nel suo genere.
LA STORIA DI BUSSANA
Bussana Vecchia è una frazione collinare del comune di Sanremo. La tragica vicenda, gli strascichi della quale minacciano ancora oggi la popolazione del paese che fino a quel momento era chiamato semplicemente “Bussana”, inizia con una data precisa: il 23 febbraio 1887. Quel giorno infatti, un mercoledì delle Ceneri, alle 6:21 del mattino, un violento terremoto colpì la cittadina causando più di seicento morti. Bussana venne completamente evacuata su ordine dell’autorità militare imposta dal governo.
Un’apposita commissione istituita per verificare la fattibilità della ricostruzione stabilì che fosse molto più sicuro abbandonare il borgo per ricostruirlo più a valle. Questo perché probabilmente venne presentata una situazione molto più tragica di quanto in realtà non fosse, per fini legati a speculazioni immobiliari. La maggior parte della popolazione era contraria a questa scelta: si puntava piuttosto ad ampliare il borgo originario e sostituire le costruzioni più malandate. Tuttavia le imposizioni delle autorità costrinsero molti a spostarsi più a valle, fondando il paese di Bussana Nuova.
Il centro storico di Bussana venne quindi abbandonato fino ai primi anni ’50, quando alle frequenti occupazioni dei ruderi, il genio civile rispose facendo brillare con l’esplosivo le scale portanti e gli accessi agli stabili rimasti in piedi, senza risparmiare il campanile della chiesa risalente al XV secolo. Questa operazione fu l’ultimo intervento che gli attuali residenti ricordano da parte dello Stato, che anni dopo definì “patrimonio storico indisponibile” il paese. Da questo momento in poi, ciò che ne restava passò sotto la giurisdizione del Demanio che se ne disinteressò per decenni, senza preoccuparsi di chi non aveva più un posto dove vivere.
LA RINASCITA DI BUSSANA VECCHIA E LA CAUSA
Dal finire degli anni cinquanta però artisti italiani e stranieri, attratti dalla particolarità del luogo, ristrutturarono e resero nuovamente abitabili gli edifici meno danneggiati e iniziarono a far rinascere quella che poi sarebbe stata chiamata Bussana Vecchia. Attualmente il paese ospita una comunità di artisti internazionale, con botteghe artigiane ed alcuni punti di ristoro, tanto da essere divenuto negli anni il caratteristico “villaggio di artisti” che attira persone di tutte le nazionalità. Ma attualmente in che condizione vivono queste persone?
LA SITUAZIONE PARADOSSALE
Nel 2017 alcuni tecnici sono stati inviato dallo Stato per fare controlli e verifiche. Tuttavia, invece di premiare quelle persone che hanno ricostruito il paese a loro spese, le hanno condannate. Dopo alcuni mesi infatti hanno iniziato ad arrivare le cartelle degli indennizzi. Il Demanio infatti rivendicava il fatto di non aver potuto utilizzare i beni a causa delle persone li occupavano, chiedendo loro indennizzi che andavano dai 20.000 euro fino ai 100.000.
Il pagamento dei suddetti però non rendeva neppure proprietari chi li pagava, ma si configurava solo come un rimborso per un danno (il restauro non autorizzato e l’utilizzo degli stabili) arrecato. Una volta pagate queste cifre, i cittadini sarebbero stati comunque sfrattati e in seguito abilitati a partecipare alle aste degli immobili demaniali. Daniela, una donna che vive a Bussana Vecchia, mi dice: “Ci siamo ritrovati a pagare tre o quattro volte per la stessa casa. La prima volta l’abbiamo acquistata dal proprietario precedente, poi abbiamo pagato per ristrutturarla, poi ci tocca pagare l’indennizzo e infine acquistarla anche all’asta”.
BUSSANA VECCHIA NEGLI ULTIMI ANNI
Le ingiunzioni si susseguono per anni e nel 2020 si arriva ad un’altra sentenza: l’indennizzo a titolo di occupazione viene ridimensionato considerevolmente, ma rimane l’ingiunzione di sfratto entro cinque mesi dalla notifica della sentenza. A questo punto gli abitanti di Bussana Vecchia si rivolgono collettivamente al TAR ma, nel 2023, anche questo sembra voler dare ragione allo Stato, attraverso però una sentenza che fa acqua da tutte le parti, basata sulla mancata “identità delle posizioni sostanziali e processuali dei ricorrenti. Nel caso di specie, per le ragioni esposte, è emersa una eterogeneità delle posizioni sostanziali dei ricorrenti, essendo anche processualmente mancata la dimostrazione del personale interesse di ciascun ricorrente a ricorrere”.
Insomma, siccome la cittadinanza è composta da più individualità, il TAR sostiene che non tutte avessero gli stessi obiettivi e che dunque il ricorso non fosse valido, quando in realtà gli obiettivi sono gli stessi e il fronte è unito nelle richieste. Quello che viene chiesto, che viene rivendicato, non è la proprietà, ma semplicemente la tranquillità di poter continuare a utilizzare quegli immobili che con soldi e fatica sono stati ristrutturati da chi adesso ci vive.
La situazione tuttavia è ancora più paradossale di così. Gli enti statali oltre a non essersi mai interessati alla ricostruzione degli stabili, oltre ai tentativi di sfratto che hanno portato avanti, esigono il pagamento sia di ICI che di IMU. Questo oltre a un’altra grande contraddizione. Da un lato Sanremo pubblicizza e sfrutta per il proprio tornaconto il turismo che muove Bussana Vecchia e la sua fama, ma dall’altro lato ogni evento culturale che il borgo organizza viene bloccato dalle forze dell’ordine perché considerato non a norma di sicurezza.
TIRANDO LE SOMME
Insomma, a Bussana Vecchia si vive con una spada di Damocle sulla testa. Non solo le persone terremotate hanno perso, oltre a amici e parenti, anche la casa. Non solo lo Stato non ha mosso un dito per risollevare la situazione, ma anzi ha fatto esplodere gli stabili che erano ancora agibili. Non solo le persone hanno ricostruito il villaggio e lo hanno fatto diventare una meta turistica che autosufficiente che allo Stato non costa nulla, ma che anzi gli porta soldi nelle tasche. Non solo tutto questo, ma i cittadini di Bussana Vecchia rischiano anche lo sfratto e multe salate per aver tentato di risollevarsi da soli.
Attualmente tutta la situazione è immobile. Alberto Biancheri, il sindaco di Sanremo, è al suo ultimo mandato e non potrà ricoprirne altri quindi si va verso delle elezioni che porteranno all’elezione di un nuovo sindaco per la città ligure sotto la giurisdizione della quale ricade il villaggio di Bussana Vecchia, nonostante sia ancora terreno demaniale.
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