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Palermo - “… Salvare, salvarsi, avendo cura della delicatezza del poco e del niente, delle cose piccole, ma in realtà immense; quelle cose che, forse, può vedere solo chi ha la purezza e l’innocenza dei “denti di latte”, e ci giura sopra…”. Queste frasi, tratte dal libro “Senza polvere senza peso” di Mariangela Gualtieri, hanno spinto l’immaginazione e la creatività di Rossella Pizzuto, del Piccolo Teatro Patafisico di Palermo, un po’ oltre, fino a immaginare uno spettacolo teatrale che interagisce con un giardino, che lo valorizza e ne faccia cogliere aspetti insoliti e marginali grazie anche a linguaggi innovativi come i disegni digitali studiati sullo spazio.
Il Piccolo Teatro Patafisico di Palermo si è sperimentato su un altro campo e, come al solito, ha fatto centro. L’occasione è arrivata grazie al progetto U-Solve (Urban sustainable development SOLutions Valuing Entrepreneurship) che ha permesso a chi lavora in quel luogo, con sede dentro l’ex manicomio cittadino, di esprimere al meglio il loro approccio. Il Piccolo Teatro Patafisico è infatti uno spazio di creazione, produzione ed educazione teatrale ispirato alla Patafisica, la scienza delle eccezioni, la scienza delle soluzioni immaginarie a problemi reali. L’approccio patafisico è, per sua natura, contrario a ogni forma di stereotipo e pregiudizio.
Il 30 novembre il giardino del Patafisico è diventato teatro – è il caso di dirlo – della prima messa in scena di “Io ti vedo, studio per una scoperta”, uno spettacolo dai 3 anni in su, scritto da Rossella Pizzuto e Gisella Vitrano. Il progetto ha previsto una residenza artistica che ha dato vita a percorsi creativi e di ricerca che hanno coinvolto artisti e comunità locale ed è culminato con uno spettacolo dal vivo legato allo spazio verde. Questa esperienza ha aperto una potenziale opportunità per una nuova linea di produzione teatrale che mescola linguaggi del corpo a linguaggi digitali e opera per la valorizzazione e riqualificazione di spazi verdi attraverso l’arte performativa.
La comunità che ormai segue da più di quindici anni il teatro è stata coinvolta con dei questionari e dei focus group che volevano indagare sul come desiderassero che lo spazio del giardino venisse usato, cosa avrebbero desiderato che ci fosse, come migliorarlo, come prendersene cura collettivamente. Per i piccoli fruitori del teatro inoltre è stato realizzato un focus group che li ha coinvolti nelle decisioni sulla messa in scena.
Il progetto artistico mira a creare un nuovo format di performance teatrale che, partendo dallo studio dello specifico sito verde, mappando risorse e punti di forza, possa essere in grado di valorizzare gli spazi urbani e mostrare nuovi usi collettivi delle aree verdi affrontando le sfide dello sviluppo sostenibile. Un format replicabile e adattabile ad altri diversi contesti.
«Questo progetto ci ha permesso di approfondire questioni che ci stanno a cuore e su cui lavoriamo da tempo – ha detto Rossella Pizzuto – ci ha permesso di sviluppare un nuovo pezzo del percorso di relazione e di cura che stiamo facendo rispetto ai nostri nuovi spazi e della ricerca che è alla base del nostro lavoro: creare occasioni e modalità concrete di “accoglienza culturale” rispetto a temi e persone».
Il Piccolo Teatro Patafisico infatti da appena un anno ha accolto la sfida di gestire l’intero padiglione 33 dell’ex manicomio e di trasformarlo in un centro culturale di produzione ed educazione al teatro con un focus sul benessere individuale e collettivo. “Io ti vedo” si inserisce in un programma di attività tra corsi, laboratori, programmazione di spettacoli e produzione culturale.
«Sono molto emozionata e felice per questo debutto – aggiunge Pizzuto – che proponiamo come studio per uno spettacolo che vedrá nuovi sviluppi anche sulla base dei feedback che raccoglieremo adesso dopo che lo spettacolo è stato portato in scena. Sono molto grata alle mie colleghe che hanno messo la loro grande professionalità e il loro cuore in questo progetto e a tutta la comunità del PTP che ha partecipato con consigli, questionari, focus group e supporto tecnico e artistico. Questo spettacolo è creato in connessione con il giardino e con la nostra voglia di equilibrio con l’ambiente che ci circonda».
Agnese, la protagonista, è appena arrivata sulla terra e non è sicura che le piaccia ma scoprirà con l’aiuto delle sue guide e soprattutto con il proprio intuito che il nostro pianeta, così come il nostro corpo, è meraviglioso. E se lo vediamo davvero e vediamo davvero gli altri, scopriremo come prendercene cura e vivere come parte di un tutto. Io ti vedo significa che ti considero, ti ascolto, mi metto in relazione con te. Attraverso espedienti divertenti che creano meraviglia e immersione, il pubblico fa le scoperte insieme ad Agnese e partecipa con lei alla decisione finale.
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