Laura e Sonia, le sorelle Di Pino che si battono per riportare la mandorla e la biodiversità in Sicilia
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Catania - Se dico Sicilia cosa vi viene in mente? Sicuramente mare, sole, buon cibo, ma anche arance. Alcune di queste associazioni, come in quest’ultimo caso, sono il frutto di una storia a volte lunga anche secoli che ha plasmato e modificato questa terra come le mani di un ceramista plasmano l’argilla. Una storia d’amore che dura da oltre 600 anni e che grazie all’espansione araba ha trasformato l’isola, per il clima, il vento e gli inverni miti, in un punto di riferimento mondiale per la coltivazione e per la commercializzazione di questi agrumi.
Effettivamente, soprattutto nella zona della piana di Catania, ci si può anche perdere tra i tanti ettari di agrumeti che colorano e profumano di zagara la vallata, proprio ai piedi dell’Etna, riempiendo di bellezza e beatitudine non solo gli occhi, ma anche il cuore. Eppure, diversi anni fa, proprio questo territorio che adesso è di dominio di soli agrumi, era noto per una grande biodiversità. Percorrendo l’autostrada che collega Catania a Palermo, soprattutto nel primo tratto, è possibile scorgere qua e là alberi secolari di mandorli, vere e proprie cultivar autoctone.
Dal desiderio di riportare la coltivazione delle mandorle nella piana di Catania nasce nel 2010 l’azienda Sorelle Di Pino, grazie all’intuizione di Laura e Sonia – le sorelle appunto – e al sostegno di tutti i componenti della famiglia, a partire dal padre Francesco agrotecnico, uniti dagli stessi valori: il rispetto per la natura, la passione per le tradizioni agricole siciliane e l’amore per la terra.
«Nel 2010 io stavo per laurearmi in tecnologie alimentari, papà stava per andare in pensione e insieme a mia sorella Sonia abbiamo deciso di prendere in affitto questa azienda di 20 ettari scommettendo sulla coltivazione delle mandorle nella zona della piana in cui un tempo era molto presente. Siamo innamorate dell’idea di veder fiorire il mandorlo a marzo, regalando emozioni ed esperienze uniche a chiunque venga a trovarci per un’esperienza o per una passeggiata. Ci chiamano “le sorelle che coltivano fiori per vendere mandorle”. Il nostro è stato un lavoro graduale, nel 2016 abbiamo impiantato gli ultimi 10 ettari e adesso puntiamo a nuovi investimenti e collaborazioni», racconta Laura, una delle due sorelle Di Pino.
La fioritura del mandorlo ha sempre incantato per la bellezza della sua semplicità. Dai colori rosa tenue o bianco candido è il preludio alla primavera, alle prime giornate di sole, alla vita e alla speranza. Non a caso nella mitologia greca il significato del mandorlo è attribuito alla speranza e alla costanza. Le mandorle, e quindi i suoi semi, sono considerati divini perché protettori della verità: il guscio resistente e duro custodisce il seme – la verità – conoscibile solo se si è talmente forti da riuscire a spaccare la scorza. Anche in Giappone, che ha una lunga tradizione per i mandorli in fiore, rappresentano il ritorno alla vita della natura.
L’azienda Sorelle Di Pino si prende cura di tutto il processo di produzione, dalla prima fase di raccolta alle successive fasi di lavorazione delle mandorle – smallatura, essiccatura e calibratura del prodotto – coordinando l’attività delle maestranze. «Non ci limitiamo solo alla vendita delle mandorle come quelle in guscio, ma sgusciamo una parte del nostro raccolto e in particolare della cultivar ferragnes, che possiede caratteristiche particolari nel gusto e nella pezzatura».
«Dalla sgusciatura ricaviamo creme, farine e granella, prodotti che possono essere utilizzate in modo versatile. Abbiamo ideato anche una ricetta speciale per la realizzazione del latte di mandorla, che qualcuno dice avere il colore del cappuccino. I prodotti usati sono integrali e provengono da mandorle non pelate, è questo che dà una colorazione così caratteristica», continua Laura.
Il perimetro dell’area dell’azienda è delimitato da filari di ulivo da cui, Laura e Sonia ricavano anche olio extravergine d’oliva. Il loro marchio e i loro prodotti ogni anno conquistano un pubblico sempre più ampio e, grazie al passaparola e alla qualità del prodotto venduto, cresce anche il numero di persone che partecipa alle visite esperienziali durante alcuni momenti speciali dell’anno: a marzo per la fioritura del mandorlo e a luglio per la raccolta.
Momenti di condivisione e conoscenza anche per chi non ama la natura, ma riesce ad apprezzarne la bellezza e l’importanza. Laura e Sonia tengono molto alla qualità e alla continuità del prodotto che riescono a offrire. «Ciò che distingue un’azienda di produzione e preparazione da un’azienda di preparazione che compra e rivende il prodotto, è proprio questo. Noi garantiamo sempre la stessa qualità negli anni e nel tempo» continua Laura.
Le sorelle Di Pino, tra raccolta, commercializzazione e comunicazione, stanno lavorando anche per una maggiore tutela del mandorlo in genere, così come è stato fatto con l’olio e le arance. «Servono politiche agricole di difesa, senza agricoltori non ci sarebbero territori e la biodiversità necessaria per i nostri ecosistemi. Spero che qualcuno riesca a risollevare le sorti di questa terra, subiamo delle angherie che non sono più sopportabili e non riguardano solo la mandorlicoltura, ma tutto il mondo produttivo siciliano».
«Un marchio siciliano è spesso un valore aggiunto e sinonimo di qualità, eppure nei porti di Pozzallo o di Gioia Tauro si permette l’ingresso di materie prime di dubbia provenienza o di origine non italiana, di qualità inferiore, che consente di abbassare enormemente il prezzo e distruggere il mercato. Questo succede con le mandorle, ma anche con il grano e le olive», conclude Laura.
Per contribuire a una maggiore biodiversità dell’area, le due sorelle Di Pino hanno avviato anche una cooperazione sinergica con il mondo dell’apicoltura, avvalendosi dell’esperienza consolidata di noti apicoltori etnei. La presenza delle api ha un duplice obiettivo: favorire l’impollinazione preservando la biodiversità del territorio e fornire un miele di eccellenza. La strada da fare è ancora tanta, ma Laura e Sonia hanno le idee molto chiare. Sono due donne forti e romantiche, proprio come il fiore del mandorlo che tanto amano, simbolo di speranza e costanza.
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