Scalo Sogni: l’avventura in solitaria di Ettore Campana arriva in Sudafrica
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Brescia, Lombardia - Impavido e sempre a caccia di nuove avventure, Ettore Campana è da poco rientrato dall’ultima delle sue incredibili imprese: pedalare in solitaria tra Sudafrica, Lesotho, Eswatini e Mozambico in quarantacinque giorni. Per il trentenne bresciano, appassionato di alpinismo e traversate on the road, non si tratta di un viaggio qualsiasi, ma di un progetto a sostegno del reparto di oncoematologia pediatrica di Brescia. Scalo Sogni – questo il nome dell’iniziativa – lo aveva già condotto lo scorso maggio a compiere un’impresa simile tra Francia e Italia, lungo tutto l’arco alpino.
«Seppur sulla carta il viaggio sulle Alpi sia stato più complesso, devo ammettere che l‘attraversamento del Sudafrica ha rivelato sfide importanti soprattutto per l’aspetto meteorologico e per il fatto che non mi sono praticamente mai fermato avendo un massimo di un mese e mezzo circa a disposizione», ha raccontato Ettore di rientro da questo viaggio.
Quando era partito per il progetto Scalo Sogni la scorsa primavera, Ettore Campana aveva pedalato senza sosta per 1500 chilometri, con l’obiettivo di salire almeno una cima per ciascuno dei principali gruppi montuosi delle Alpi: dalle Alpi Orientali a quelle Occidentali, spostandosi di confine in confine tra l’Italia, la Svizzera e la Francia. «I piccoli pazienti dell’Ospedale di Brescia sono un po’ i miei compagni di viaggio. È a loro e ai sogni che desiderano di realizzare che dedico ogni chilometro della mia avventura», aveva dichiarato l’avventuriero durante quel viaggio.
Già, perché anche in quell’occasione, l’obiettivo del viaggio era quello di coinvolgere i bambini e le bambine del reparto di oncoematologia pediatrica dell’Ospedale di Brescia, condividendo frammenti e racconti di quanto Ettore ha vissuto in prima persona. «Il collegamento con loro è stato quotidiano. Ho anche girato tanti video con la GoPro che era installata sul manubrio. Mi piacerebbe realizzare un documentario che racconti questo viaggio», ha spiegato Ettore.
Spinto dal desiderio di esplorare tracciati poco battuti e spingersi verso orizzonti sconfinati, Ettore ha più volte dovuto affrontare situazioni estreme, incidenti di percorso e imprevisti che ha temuto potessero bloccarlo per molto a lungo. «Avevo sottovalutato le condizioni metereologiche di queste terre selvagge» ha ammesso Ettore. «Pensavo che, essendo primavera, avrei trovato condizioni favorevoli e invece ho dovuto affrontare sfide impegnative».
“Ma non hai paura?”, si è spesso sentito ripetere Ettore nel corso del suo viaggio, in bilico tra pericoli e bellezze indicibili. Sferzato dai venti oceanici persino il suo inscalfibile coraggio sembra aver vacillato in alcuni momenti. «Per quasi tre settimane ho pedalato combattendo contro la violenza dei venti oceanici che puntualmente iniziavano a soffiare verso metà mattina e non si placavano fino a tarda sera. Poi, raggiunte le montagne, quasi ogni pomeriggio hanno iniziato a scatenarsi violenti temporali estivi», ha raccontato il trentenne bresciano.
Animato dal desiderio di condividere le sue imprese con i piccoli pazienti oncologici dell’ospedale di Brescia, Ettore nel corso di Scalo Sogni non si è mai arreso e si è lasciato sorprendere dai paesaggi che ha attraversato e dall’ospitalità di chi ha incontrato lungo il percorso: «Sono stato ospitato tantissime notti e nei contesti più inaspettati. Spesso qualcuno mi avvicinava al supermercato e mi offriva il suo aiuto», ha ricordato Ettore.
«Poi è iniziato un vero e proprio passaparola e il mio viaggio ha iniziato a fare notizia nel paese. Ho finto per stabilire le mie tappe in base a dove sarei stato ospitato. Sono stato accolto in casa da tantissima gente e ho ricevuto preziosi consigli su quali fossero le strade più sicure da prendere e le zone da evitare».
Con Scalo Sogni Ettore è giunto in cima a sei delle vette più alte dei paesi attraversati: da Table Mountain – alto 1018 metri – a Thabana Ntlenyana – che no i suoi 3482 metri è la più cima alta del Lesotho e del Sudafrica – e ha completato la traversata della punta meridionale del Continente Nero, spostandosi da Cape Town a Maputo nel giro di 45 giorni come si era prefissato.
Ma soprattutto ha portato in viaggio con sé i sogni dei piccoli pazienti oncologici con cui è rimasto in contatto per tutto il tempo: «Ho regalato i disegni che mi avevano donato prima di partire ai bambini e le bambine che ho incontrato lungo la strada. Il mio più grande desiderio? Vorrei non smettessero di credere in loro stessi e non perdessero la passione per la vita», ha concluso Ettore, che scala i sogni di questi bambini e bambine, nella speranza che un giorno siano loro stessi a farlo.
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