La Carovana, una casa solidale per ragazzi con disabilità
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Ancona, Marche - Una Carovana che si muove con passo lento ma inarrestabile verso un piccolo ma grande obiettivo: offrire un servizio alle persone portatrici di handicap e alle loro famiglie. Il progetto nasce nel 1989 per iniziativa di un obiettore dell’Anffas – Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo – e di un giovane capo scout impegnato nell’accompagnamento di un gruppo i ragazzi con disabilità. Per saperne di più abbiamo intervistato Nicola Magnanelli, fondatore dell’associazione Carovana di Ancona.
Come è nato il tuo interesse per il progetto La Carovana?
La prima volta che mi sono affacciato a questo mondo è stata una casualità: mi sono ritrovato ad aiutare ragazzi e ragazze con difficoltà, essendo io obiettore di coscienza. Inizialmente svolgevamo semplici attività come accompagnarli al mare e passare il tempo insieme. Di fatto, era un progetto basato sul servizio.
Presto ci siamo resi conto che l’accoglienza del disabile non poteva prescindere da un rapporto impostato su un livello paritario: non più quindi chi dà e chi riceve, ma un’amicizia vera e propria, disinteressata e soprattutto attenta a valorizzare l’altro, a rispettarlo ma anche a essere rispettati. Così con un mio amico abbiamo pensato che potevamo fare di più: è in quel momento che abbiamo deciso di creare l’associazione. Abbiamo iniziato incontrandoci ogni martedì per proporre insieme delle attività di gruppo.
Come si svolge una giornata tipo?
Oggi ci troviamo il sabato, dalle cinque alle sette di sera. Le attività sono molteplici: cominciamo la riunione con dei canti, intonando “Carovana di Dio”, il nostro inno. Chi arriva in ritardo, dopo la canzone, viene sottoposto a una “penitenza”, come ad esempio una capriola: è un modo per ridere tutti insieme e creare legami forti tra i ragazzi.
Quali attività avete ideato per garantire un coinvolgimento maggiore dei ragazzi?
Proponiamo percorsi che prevedono lezioni musicali, la partecipazione a concerti e soprattutto a campi estivi. I luoghi possono variare dal mare alla montagna, ma lo scopo principale è quello di instaurare legami e far sentire i ragazzi parte di una società.
Come arrivano da voi i volontari?
Principalmente attraverso il passaparola. Noi inoltre organizziamo incontri nelle scuole, per sensibilizzare i ragazzi e portarli a conoscenza di quello che facciamo.
Sono presenti delle regole rigide a cui devono sottostare i volontari?
I volontari all’interno dell’associazione non sono obbligati a partecipare a ogni incontro, nonostante ciò ci si affida al buon senso di ciascuno. Ogni membro deve però tener conto delle responsabilità che si assume, in quanto quando si entra a far parte di questa comunità viene associato a un preciso ragazzo per seguirlo. La loro presenza è fondamentale per instaurare sane relazioni, ed è quindi è consigliata per garantire la crescita personale e collettiva di tutti i partecipanti.
Quali sono le prossime sfide?
Il prossimo traguardo è rendere i ragazzi più indipendenti e autonomi possibile. Molti di loro hanno serie difficoltà, chi motorie e chi mentali. Chi ha problemi mentali è svantaggiato poiché non riesce a comprendere il senso e il pericolo delle proprie azioni, come far bollire l’acqua senza rendersi conto del possibile rischio dovuto al calore. Le case del progetto La Carovana si occupano proprio di limitare queste insidie, abituandoli a vivere in maniera indipendente, ma sempre con un operatore all’interno della struttura per tutelare al meglio la sua crescita.
Questo articolo è stato realizzato dagli studenti e dalla studentesse della scuola secondaria di secondo grado Savoia Benincasa, a conclusione del progetto“Green Learning”, un percorso formativo sul tema della sostenibilità, che permette di acquisire le competenze per individuare e raccontare una storia di cambiamento e sostenibilità nel proprio territorio. Green Learning è un progetto di Sineglossa, realizzato con il sostegno di Fondazione Cariverona, con il supporto di Comune di Bassano del Grappa, di Italia che cambia e dell’UNIVPM Università Politecnica delle Marche. Per saperne di più ed adottare il progetto nella tua scuola clicca qui.
Articolo scritto da: Aruin Ebrahimi, Valeria Evcenco, Arianna Lilla, Daniele Morini dell’Istituto Savoia Benincasa.
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