4 Dic 2023

Infinityhub e il modello d’impresa che va oltre l’aspetto economico

Scritto da: Salvina Elisa Cutuli

Può un'impresa che si occupa principalmente di innovazione sociale e tecnologica puntare – spesso in contrasto con le attuali tendenze del mercato – sul capitale umano e sul benessere delle persone e dei territori? Secono Infinityhub e il suo CEO, Massimiliano Braghin, sì. Anzi, è questa la visione imprenditoriale che traccerà la strada verso modelli economici più etici, sostenibili e solidali.

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Venezia, Veneto - «Non si può andare verso l’alto se non si procede anche verso l’altro. […] Possiamo aprirci a nuove alleanze, cooperazioni e competizioni per dare nuovi significati alla vita stessa, senza aspettare tragedie e sofferenze, cavalcando l’onda del bene comune. […] C’è una stella (un obiettivo, un desiderio!) che non potremo vedere sino a quando non lo raggiungiamo. […] Così avviene nei nostri progetti. Partiamo anche solo con l’idea, un sogno e, man mano, che facciamo strada, diventano sempre più concreti e alla fine, anche se non è proprio come li avevamo pensati o sognati, c’è la speranza che siano molto più grandi, molto più verso l’alto e molto più verso l’altro».

«Rendere gli altri parte di noi, includere l’altro nel nostro agire, trasforma la vita in un’espressione continua di gioia, da non confondere con la ricerca della felicità, che troppo spesso rappresenta la fragilità umana». In queste parole di Massimiliano Braghin, in parte scritte nel libro Persone, Energie, Futuro. Infinityhub: la guida interstellare per una nuova dimensione dell’energia, è conservato il senso più profondo di Infinityhub, Società per Azioni Benefit, che in un momento storico e di sfide come quello attuale, riscrive pagine nuove, nuovi modelli socio-economici e nuove energie per soluzioni innovative. Per una sostenibilità olistica che unisca in un solo istante, in una sola opera l’ambiente, l’economia e l’intera società.

Massimiliano Braghin foto
Massimiliano Braghin, Ceo di Infinityhub

Era il 24 settembre 2013 quando un amico gli regalò un libro che parlava di incubatori/acceleratori di imprese o HUB, descrivendoli come strumenti necessari per una contaminazione positiva di innovazione. Fu in quel momento che dentro e fuori di lui qualcosa scattò. Il 24 settembre 2014, un anno dopo, un altro libro in dono, sempre dello stesso amico, è la volta della Divina Commedia, che aggiunge un altro pezzo importante, l’inizio del nome, l’infinito, come desiderio massimo di ogni umano. E così, all’improvviso, si materializza, nome omen, il nome della Società, dalla semplice unione dei libri.

Da allora è iniziato un viaggio che unisce tanti argomenti, dall’arte nelle sue varie forme alla scienza, dall’economia alla sociologia, all’ingegneria, confermando così un paradigma importante: la modernità richiede soluzioni provenienti da molteplici ambiti con un approccio inter e multi-disciplinare o ancor più “antidisciplinare”. Una storia appassionante che narra di progetti ambiziosi, sfide importanti e originali nel mondo green, coinvolgendo persone, energie e futuro nella massima unione d’intenti, che Massimiliano Braghin, fondatore di Infinityhub, racconta tra citazioni, aneddoti, coincidenze – che lui chiama, quale appassionato di fisica quantistica, collassi della funzione d’onda – che oltrepassano l’aspetto economico proiettandosi in illuminazioni pure.

Lo stesso codice etico di Infinityhub è il cuore dei valori e dell’attività imprenditoriale della società, basato sul dialogo, sulla centralità della relazione umana, sulla sostenibilità e il coinvolgimento proattivo delle persone. ‘Fare il bene, fatto bene’ è il cuore della strategia che richiama il tema della responsabilità e coinvolge le attività di collaboratori interni, esterni e della società tutta, oltre la materialità dei risultati apparenti. 

INFINITYHUB, UN NUOVO PARADIGMA PER UNA RIVOLUZIONE ECONOMICA E SOCIALE

«La condivisione, ovvero “dividere con”, implica la moltiplicazione del valore aggiunto, sia economico che sociale, con la comunità. Condividere significa anche ricondurre l’accezione competizione da negativa a positiva, quale condivisione del pathos verso una vittoria comune. Il termine energia, quando associato alle comunità, da un lato si riferisce all’energia ‘pulita’; dall’altro, fa riferimento all’energia delle persone che decidono volontariamente di unirsi per fare la differenza, per cooperare» prosegue Massimiliano.

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Palazzo Giustinian Lolin, sede di Infinityhub. Foto di Raul Betti

Dal 2016, anno di nascita, a oggi Infinityhub ha lanciato 19 campagne di crowfunding e tutte hanno raggiunto l’obiettivo. È successo più volte di partire con progetti e idee che non avevano, in un primo momento, tutti gli elementi necessari secondo il modello economico standard, ma sempre sostenuti dalla certezza di fare del bene, in linea con il pensiero di Václav Havel secondo il quale «la speranza non è ottimismo, ma avere la certezza che le cose che facciamo hanno un senso, indipendentemente da come finirà e se finirà». 

Se si guarda ai modelli di sviluppo ci si accorge di come spesso la politica soggiace all’economia e l’economia alla tecnologia e all’individualismo. Inquinamento e cambiamento climatico, perdita di biodiversità, deterioramento della qualità della vita umana, degrado sociale, diffondersi dell’iniquità tra indifferenza e impotenza sono solo alcuni degli effetti. «Ho scritto in passato che il futuro dell’Italia, circa l’efficienza energetica, era decisamente roseo e in crescita tendenziale, ma doveva essere il più possibile diffuso e condiviso proprio con strumenti fintech, ovvero il crowdfunding», spiega Massimiliano.

«Ogni iniziativa – continua – deve essere aperta a un valore aggiunto collettivo, perché un progetto non deve assolvere a un solo problema, ma deve contemporaneamente risolverne almeno tre: la riduzione degli sprechi, la creazione di lavoro e il miglioramento della qualità della vita e della salute ed essere di stimolo per creare relazioni ricche di gioia. La tecnologia che installiamo con i nostri progetti è di secondaria importanza, mentre è l’esercizio relazionale comune a prendere forma con sincronicità junghiana – come se fosse vera e propria materia, per l’appunto molto più tangibile della materia che installiamo – che diventa più importante con gli scambi emotivi e razionali che si instaurano», continua Massimiliano.

La condivisione, ovvero “dividere con”, implica la moltiplicazione del valore aggiunto, sia economico che sociale, con la comunità

Un modello di business contemporaneamente centrato sul senso delle cose e decentrato sulle relazioni e discipline, partecipato, condiviso e giovane – l’80% delle risorse umane di Infinityhub è sotto i trent’anni ed è neolaureata, con una visione alternativa rispetto a quella degli stessi investitori professionali che partecipano alla Benefit e che suggeriscono di puntare a figure con più esperienza – è il motivo dello sviluppo accelerato di Infinityhub che tiene conto di uno dei paradossi più evidenti della nostra economia globale: nonostante l’alta connettività e l’annullamento delle distanze sta diventando sempre più locale.

«Le nostre migliori idee sono ancora il riflesso degli stimoli che quotidianamente riceviamo dalle persone che incontriamo e dell’immediato ambiente sociale che ci circonda. Come ricorda Enrico Moretti ne La nuova geografia del lavoro, lavorare fianco a fianco è più importante che mai. È come se la globalizzazione e la localizzazione fossero le due facce della stessa medaglia. Il segreto del successo economico risiede più che mai nelle comunità locali», sottolinea Massimiliano.

I TRAGUARDI DI INFINITYHUB

E giusto per avere conferma della validità dei principi a cui si ispira Infinityhub, – a partire da Einstein per cui «non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l’ha generato» e per questo bisogna puntare a giovani sensibili all’ambiente, entusiasti e capaci di comunicare sui social – vi riportiamo solo qualche dato. 19 sono le campagne di equity e lending crowdfunding concluse con successo da Infinityhub e 6,2 milioni di euro di equity sono stati raccolti sui portali di crowdfunding. I 20 azionisti iniziali sono diventati 1197 soci e 1122 finanziatori.

quadro infinityhub
Quadro ‘Infinityhub’ dell’artista Paolo Franzoso presso la sede di Infinityhub

Infinityhub si posiziona sul mercato come la prima Energy “Social” Company italiana in grado di sviluppare integralmente e apertamente grandi progetti di efficientamento energetico, tramite società dedicate, per le quali la raccolta di capitale avviene, per un quinto del fabbisogno, attraverso l’equity crowdfunding. Inoltre, incrociando i desideri dei piccoli risparmiatori, della finanza e dei trend di mercato legati al green, al mondo social e al fintech, Infinityhub ha iniziato il percorso Elite di Borsa Italiana, con la probabile quotazione già nell’anno 2024. 

Stratificando le esperienze, Infinityhub mette assieme tante discipline e valorizza le applicazioni del passato con la logica di un’economia circolare applicata alla ricerca. Infinityhub si pone dunque contemporaneamente come creatore del cambiamento, e quindi seme e frutto dello stesso, in una continua moltiplicazione di sfide e di relazioni, le più diverse, le più totalizzanti.

Quale “fuoco” alimenta tutto questo? «È evidente come l’evoluzione del futuro dipenderà dalle persone, da come sapremo trasformare le energie universali in risorse equilibrate, efficaci ed efficienti per il futuro di tutte e di tutti. La sfida è arrivare insieme in uno spazio tempo davvero sostenibile, quindi capace di futuro, attraverso infinite soluzioni. Perché il vero senso della vita è essere uniti in un firmamento di stelle che illumina la via, così come scrive Dante: […] sì, come rota ch’igualmente è mossa, l’amor che move il sole e l’altre stelle» conclude Massimiliano Braghin.

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