Giornata mondiale del suolo: il cemento avanza al ritmo di 2 metri quadri al secondo
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“Il degrado del suolo deriva dalle cattive pratiche e a loro volta i metodi colturali ad alto impatto che utilizziamo oggi provocano il degrado del suolo. E quando il suolo è malato, lo è anche tutto ciò che produce“. È questo il messaggio emerso dall’ultima conferenza ONU sulla desertificazione. Un messaggio che oggi – Giornata mondiale del suolo 2023 – risuona forte e chiaro, come un campanello d’allarme, un’ultima chiamata.
“A livello europeo e italiano abbiamo davvero poco da festeggiare”, ricorda il WWF rincarando la dose. “Senza tutela del suolo si rischia di essere travolti da frane e alluvioni, si perde un importantissimo serbatoio di carbonio e si pregiudica un indispensabile patrimonio di biodiversità, nonché si mette a rischio la nostra sicurezza alimentare”.
Tutto ciò mentre a Dubai proseguono senza sosta i lavori della COP28, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite. Già, perché degrado del suolo e crisi climatica sono legati a doppio nodo: “Mentre abbiamo altre soluzioni per il cambiamento climatico, come le risorse energetiche rinnovabili, non abbiamo alternative per il suolo e per ciò che ci fornisce, ovvero il 95% della nostra produzione alimentare, per i nostri 8 miliardi di persone, la regolazione del flusso dell’acqua e l’habitat del 25% della biodiversità globale”, avverte la professoressa Bridget Emmett, responsabile dell’Area Scientifica, Suoli & Uso del Suolo del Centro di Ecologia e Idrologia del Regno Unito, in occasione della tavola rotonda Salva il Suolo alla COP28.
Fra i principali “killer” del suolo figurano l’agricoltura intensiva e industriale e la cementificazione, che soprattutto in Italia avanza a ritmi impressionanti: secondo gli ultimi dati ISPRA, al 2022 nel nostro paese sono più di due milioni gli ettari su cui insiste una copertura artificiale, pari al 7,14% del territorio. Questo vuol dire che ogni secondo vengono cementificati 2,2 metri quadrati di suolo. Insomma, prima che finiate di leggere questo articolo, una superficie pari al parchetto che avete vicino a casa vostra si sarà già trasformata da prato a spianata d’asfalto.
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Name: Salviamo il suolo prima che sia troppo tardi - A tu per tu + #2
Autore: Daniel Tarozzi
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L’Italia è un territorio fragile dal punto di vista idrogeologico. Fa notare ancora il WWF che “frane e alluvioni sono fenomeni diffusi, ricorrenti e pericolosi in costante aumento anche a causa del cambiamento climatico. E le città, le aree urbane sono quelle più vulnerabili. Il consumo di suolo incide sull’esposizione della popolazione al rischio idrogeologico: oltre 900 ettari di territorio nazionale sono stati resi impermeabili in un solo anno nelle aree a pericolosità idraulica media”.
“La cementificazione contribuisce così a rendere il nostro Paese meno sicuro perché l’impermeabilizzazione del suolo aumenta il rischio di disastri: negli ultimi cinquant’anni (fra il 1972 e il 2021) frane e inondazioni hanno provocato 1.610 morti (di cui 42 dispersi), 1.875 feriti e oltre 300 mila evacuati e senza tetto. Nessuna Regione esclusa (Irpi-CNR 2023). Da eventi eccezionali e sporadici, gli eventi meteorologici estremi sono ormai la regola: negli ultimi quattro anni grandi alluvioni e frane hanno travolto la Penisola da Nord a Sud, Sicilia e Cala”.
Anche il movimento Salva il Suolo accendo i riflettori sul problema, lanciando la raccomandazione politica di “mantenere un minimo di 3-6% di sostanza organica nel suolo agricolo, in modo da garantirne la salute e la prosperità. In Italia, i terreni agricoli hanno in media solo il 2% di sostanza organica. Questo dato è ben al di sotto della soglia minima accettata. Il movimento mira a sostenere il governo nell’adottare una politica del suolo”. A tal proposito, la dottoressa Rosa M. Poch, presidente del Gruppo Tecnico Intergovernativo sui Suoli, ha detto che “è giunto il momento di riconoscere che occupandoci del suolo, il più grande ecosistema vivente del mondo, e prendendocene cura potremmo trovare le risposte che abbiamo sempre cercato”.
Non solo oggi, in occasione della Giornata mondiale del suolo, dobbiamo porci questo problema, ma ogni giorno. Desertificazione, frane, alluvioni, inquinamento, riscaldamento globale, politiche alimentari locali e globali. Tutto ciò ha origine – e soluzione – dal suolo. Da tempo anche noi di Italia Che Cambia abbiamo deciso di dare spazio a questo tema cruciale, lo abbiamo fatto in passato e continueremo a farlo, ad esempio con il nostro podcast dedicato, che vi invitiamo ad ascoltare – lo trovate qui sopra. Vi anticipiamo anche che nelle prossime settimane pubblicheremo un approfondimento realizzato con Daniela Ducato sul tema della cementificazione del terzo paesaggio. Restate sintonizzati per saperne di più!
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