Cooperativa sociale Etnos, da Caltanissetta un modello virtuoso di economia solidale
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Caltanissetta - «Questa Sicilia e la sua burocrazia ci danno la possibilità di sviluppare un modello di resilienza che ci rende invulnerabili. Devo davvero ringraziare tutti quelli che in questi anni ci hanno messo i bastoni tra le ruote». Fabio Ruvolo, presidente e anima della Cooperativa Etnos di Caltanissetta, è una grande fonte di ispirazione nonché un’iniezione di energia e positività. Fabio infatti, nisseno, classe 1977, è uno di quelli che ha deciso di opporsi all’idea che tutto in questa terra debba andare sempre in un certo modo e ha voluto credere alla magia delle idee, dei progetti, degli incontri e delle connessioni con gli altri.
Ne è venuta fuori, in 18 anni, un’impresa che opera nel sociale la cui storia vi avevamo raccontato già qualche anno fa in questo articolo e che oggi, oltre a posizionarsi al 25° posto della lista del Sole 24 ore che annovera le aziende italiane che sono cresciute di più, emerge nel panorama siciliano e nazionale come modello virtuoso di imprenditoria. «Tutti i sacrifici, il duro lavoro, il guardare sempre avanti senza fermarsi mai nonostante le difficoltà viene ripagato. Questo risultato arriva grazie a coloro che ogni giorno credono che il nostro modus vivendi e pensandi e nella volontà che tanto possa essere cambiato per andare incontro a un domani migliore fatto di inclusione, solidarietà e condivisione».
Inclusione, solidarietà e condivisioni sono sempre stati i pilastri dell’attività della Cooperativa Sociale Etnos che, nata nel 2005, promuove e realizza pratiche di economia solidale finalizzate allo sviluppo sensibile mediante l’applicazione dei principi del commercio equo e solidale ed è fonte di iniziative che mirano all’innovazione e alla collettività.
PENSIAMO GLOBALMENTE E AGIAMO LOCALMENTE
E lo fa da quando Fabio, 18 anni fa, decide di uscire dall’ottica della polemica sterile e della lamentela che spesso avvolge chi pensa che nulla possa cambiare e di provare a fare del suo meglio per una fetta di mondo migliore. «Ho deciso che non volevo essere il solito spettatore che critica il sistema e ho pensato che dovevo provarci. Allora ho coinvolto l’allora mia fidanzata e oggi moglie Rossana e altri amici ed è nata Etnos. Con un nome che, allo stesso tempo, riprende quello del nostro vulcano parlando di forza e imprevedibilità e richiama la parola etnico perché il progetto alla base fu proprio quello del commercio equo e solidale».
E così Fabio e gli altri cominciano a fare impresa per cambiare l’ordine delle cose, lavorando con l’idea di un’impresa pulita che desse anche spazio e opportunità a chi non riesce ad averli facilmente. «In pratica abbiamo cercato di pensare globalmente e agire localmente. Rossana e io abbiamo fatto un corso di Cooperazione nazionale con il Vis, volontariato internazionale per lo sviluppo, e ci siamo detti: o facciamo i missionari o facciamo i missionari sul territorio. E abbiamo avviato tutto con le ceste natalizie e il commercio equosolidale. Ricordo ancora che io partivo con la valigetta per trovare clienti e Rossana con un’amica impacchettavano».
Da lì in poi, tutta una storia di cooperazione, incontri, dialogo e progettualità. «Abbiamo aperto Equamente Bottega del Mondo e avviato tutta una progettualità che ci ha portato a crescere e a essere coinvolti in più di venti progetti diversi, ma sempre nel sociale. Etnos oggi si occupa di accoglienza di donne vittime di violenza, di minori stranieri non accompagnati, promuove inclusione lavorativa per persone con disabilità ed ex detenuti, gestisce una casa di riposo e favorisce percorsi di recupero per uomini autori di violenza».
«Io non smetto mai di dire che tutto nasce dagli incontri e dell’incontro di passioni. E sono convinto che sia questa la vera chiave di volta per la nostra Sicilia: la collaborazione e la complementarità tra chi decide di non piangersi addosso ma è capace di autodeterminarsi e di cooperare». E lo dice il presidente di una cooperativa sociale che oggi fa lavorare 142 persone oltre a tutti coloro impegnati in tirocini vari.
TUTTE LE ATTIVITÀ DELLA COOPERATIVA SOCIALE ETNOS
Etnos offre accoglienza a donne vittime di violenza e donne in difficoltà – come l’associazione Io sono Giordana – attraverso un percorso di riscatto psicologico, sociale ed economico mediante l’accoglienza nelle Case Rifugio a indirizzo segreto. Con il progetto di agricoltura sociale Restart! coinvolge le donne vittime di violenza in un percorso di riscatto attraverso l’inserimento nel mondo del lavoro. I prodotti coltivati vengono commercializzati con il marchio Fattoria Rosanna e contribuiscono ad alimentare il commercio equosolidale con Equamente.
Altro progetto che il 25 novembre è stato anche presentato in Montecitorio è Equo Dress, sartoria sociale che vede protagoniste le donne vittime di violenza nell’arte dell’upcycling. Il percorso che parla di rinascita per le donne sia dal punto di vista sociale e remunerativo sia personale, è stato ampliato grazie agli strumenti forniti dal Pon in termini di progettualità e fondi che hanno permesso di portare a livelli nazionali il progetto.
E c’è tanto, tanto altro: dal Centro Ascolto per uomini maltrattanti ai progetti con persone con disabilità con il progetto Raggi d’Isole alla struttura del “dopo di noi” La Casa di Josè – come quella che sta realizzando La Casa di Toti –, passando per Nonni Felici 4.0 per la terza età e ai tanti progetti per i minori stranieri non accompagnati mediante l’inserimento in strutture dedicate nell’ambito del progetto Sistema Accoglienza Integrazione, promosso dal ministero dell’Interno e gestito dal Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta.
L’inclusione passa anche dal cibo e dalla valorizzazione di prodotti a km0 con i progetti Equo Cream Aut Cafè, gelateria che promuove l’inclusione lavorativa di soggetti fragili, soprattutto affetti dallo spettro autistico, o con N’Arancina Speciale, che vede protagoniste persone con disabilità ed ex minori stranieri non accompagnati, coinvolti in un percorso inclusivo e lavorativo. Il cibo – o meglio lo spreco alimentare – è al centro di Open Food, progetto di economia e innovazione sociale che intende ridurre lo spreco ed eliminare il divario sociale tra cittadini in disagio economico, e rigenerarlo sotto forma di interventi positivi a sostegno della povertà.
Infine, Opportunity – Scuole aperte e solidali, che si esprime in una collaborazione tra scuola, enti specializzati del Terzo Settore e territorio: ha l’obiettivo di potenziare i processi di apprendimento e di insegnamento per accrescere la motivazione e l’interesse per lo studio, garantendo il successo formativo e, quindi, a ridurre le bocciature, le ripetenze, gli abbandoni. Mentre, con Pronti, Via! la cooperativa sociale Etnos affianca, come partner, la Fondazione Exodus di don Antonio Mazzi, capofila, nel progetto finanziato dall’impresa sociale con i bambini attraverso il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
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