Animal Talk: superare i nostri blocchi per connetterci con noi stessi e con la Natura
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Modena, Emilia-Romagna - Vibrazioni energetiche e analisi scientifica, medicina convenzionale e omeopatia, natura e tecnologia. Raramente ho sentito accostare ambiti comunemente considerati distanti – se non antitetici – con la frequenza e la naturalezza con cui questi piccoli sposalizi si sono consumati sotto le volte del salone della Scuola di Musica di Spilamberto (MO), che ha ospitato l’evento con cui Animal Talk Italia ha celebrato il suo decennale.
Il direttore d’orchestra di questa sinfonia è stato Andrea Contri, fondatore di Animal Talk Italia, che per festeggiare questo importante traguardo ha chiamato a raccolta le persone che hanno accompagnato più da vicino il cammino dell’associazione e del suo lavoro in questi due lustri. Abbiamo intervistato e Andrea e prossimamente entreremo nel dettaglio del suo lavoro.
«È iniziato tutto con l’idea di condividere un sogno – ci racconta Andrea – e negli anni ho avuto incontri bellissimi con diverse persone che oggi hanno condiviso i loro talenti. Più che un compleanno è stata una nuova nascita. Proprio questo è il messaggio più bello: dentro di noi abbiamo dei talenti grandissimi e quando lasciamo andare le nostre paure, le nostre tensioni, le nostre aspettative, questi vengono fuori».
È partita così la carrellata di ospiti che hanno cominciato ad animare il palco. I temi? I più svariati. Il minimo comune denominatore era la consapevolezza, accompagnata dal rapporto con il Pianeta e i suoi abitanti, una sfera a cui anche gli essere umani appartengono anche se a volte se lo dimenticano – «dire “io proteggo la natura” è profondamente antropocentrico», ha ricordato Daniel Tarozzi nel suo intervento del pomeriggio.
La prima a prendere la parola è stata, in diretta zoom da Bali, Paola Martis, che con la sua Fondazione Lavandaia porta avanti nella famosa isola indonesiana un progetto articolato che spazia dall’educazione ambientale all’inclusione sociale, dall’apicoltura all’autoproduzione, sempre cercando di mantenere il delicato equilibrio fra la trasmissione di messaggi fondamentali in termini di buone pratiche ambientali e il rispetto per la cultura e la società locali. I proventi della giornata sono stati destinati a sostenere le attività della Fondazione.
La spiritualità che, bypassando schermi è connessioni, è arrivata nella pianura padana direttamente dall’Isola degli Dei ha avuto modo di risuonare – letteralmente – grazie al laboratorio sulla voce quale strumento di nutrimento energetico, cura, equilibrio e benessere tenuto dal musicista Marco Belcastro. A contornare la platea e ad attirare l’interesse dei partecipanti, un piccolo ma significativo gruppo di espositori con prodotti locali, artigianali e biologici ben rappresentativi del territorio, dal miele ai profumi naturali, dai prodotti da forno a quelli erboristici.
Nel pomeriggio gli e le ospiti hanno avuto modo di entrare sempre più nel cuore del discorso. Ad aprire gli interventi Wynter Worsthorne di Animal Talk Africa. È stata lei che, dopo un primo incontro, ha spinto Andrea ed aprire anche il ramo italiano e a occuparsi più in profondità del tema della comunicazione animale. Wynter – che risiede a Città del Capo, in Sudafrica – infatti è comunicatrice con la fauna selvatica, nonché membro del trust per la protezione del rarissimo leone bianco. Nel suo intervento ha parlato di H.E.A.R.T.H – Heart Energy Achieving Real Transformation – e della comunicazione con la fauna selvatica.
Si è poi parlato di cura del corpo, di malattia e di interconnessioni che vanno al di là della visione limitante della medicina allopatica con Sabine Eck – medico con una formazione tradizionale che parte sempre da un approccio scientifico-analitico senza però dimenticare gli aspetti più legati alla sfera energetica e a quella spirituale – e con Martin Jus, omeopata e fondatrice della SHI Haus der Homöopathie, una delle cliniche omeopatiche più grandi d’Europa.
Poi è stata la volta del nostro Daniel. Durante i momenti di pausa buona parte del pubblico, incuriosita, si era avvicinata allo stand di Italia Che Cambia per saperne di più. Il filo rosso che legava la maggior parte delle curiosità è riassumibile nella domanda: “Ma davvero riuscite ancora a fare informazione positiva?”. «Noi diamo notizie – ha spiegato Daniel, come per rispondere in differita a questo interrogativo – e una notizia è un fatto che le persone non conoscono utile per loro». Si torna dunque al grande tema della consapevolezza, non solo da parte di chi fa informazione, ma anche da parte di chi legge.
Daniel ha ripercorso anche la sua storia di vita a fianco di compagni a quattro zampe, sottolineando quanto noi esseri umani possiamo imparare da loro – «quando vivevo a Milano ed ero spesso triste, il “mio” cane era sempre felice e mi faceva le feste ogni volta che mi vedeva. Così ho capito che, diversamente a quello che avviene oggi, la felicità dovrebbe essere la norma e la tristezza l’eccezione, non il contrario». In chiusura, un appello a trovare una migliore interazione con il selvatico: «Il modo più adatto per rapportarsi con gli animali selvatici – dice Daniel citando l’etologa Chiara Grasso – è osservarli e rispettarli da lontano, staccandosi dal paradigma antropocentrico in favore di quello biocentrico».
La chiosa finale – prima della cena comunitaria e della serata musicale – è stata affidata ad Andrea Contri, che ha salutato e ringraziato le persone intervenute scardinando le consuetudini formali e parlando con il tono di chi sta chiacchierando in salotto con vecchi amici. E in fondo, è stato proprio così. «Propositi per il futuro? Conoscermi, intanto! E anche condividere tutto quello che viene da questo ascolto sottile, dal regno animale, dalla natura, per portare un messaggio di unione ma anche di crescita interiore perché è solo superando i blocchi che abbiamo dentro di noi che riusciremo a connetterci meglio con la natura, con noi stessi e con gli altri», ha concluso Andrea ai nostri microfoni.
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