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Genova - Lo dice il nome stesso, A Thousand Trees Project, ovvero “il progetto dei mille alberi”: sono infatti un migliaio le piante che avevano pianificato di piantare sul Monte Moro a Nervi. La promessa è stata mantenuta: il millesimo albero è stato messo a dimora nel 2020. Ma le loro iniziative non sono finite qui. Oggi voglio parlarvi di questo magnifico progetto, di che cosa si tratta e di chi lo porta avanti ormai da diversi anni.
CHE COS’È A THOUSAND TREES PROJECT
Ve ne avevamo già parlato l’anno scorso qui, ma loro non si sono mai fermati. A Thousand Trees Project è un movimento nato dall’idea di tre amici, tra cui Matteo Ciappina, quindi spontaneamente e dal basso, per far fronte al disboscamento che incendi e intemperie provocano nell’entroterra di Genova Nervi. Le persone che ne fanno parte sono volontarie e spesso provengono da associazioni presenti sul territorio tra cui Occupy Nervi, Fridays For Future, Legambiente, Circolo Nuova Ecologia, Genova Contro il degrado, Surfrider Genova, Cittadini Sostenibili per citarne alcune, ma possono essere anche individui singoli che hanno a cuore il territorio li circonda.
QUAL È IL LORO OBIETTIVO
L’obiettivo è coinvolgere chiunque sia interessato a un progetto che non si limita a interrare alberi e arbusti, ma a curarli, seguirli nel tempo, gestirli per migliorare la situazione di un territorio fragile e danneggiato. Come sappiamo bene il disboscamento è un circolo vizioso: più il terreno viene disboscato e più il pericolo di smottamenti e frane diventa alto. Per questo i cittadini e le cittadine si sono attivati già da diversi anni nel tentativo di salvaguardare il loro territorio, ponendosi l’iniziale obiettivo di raggiungere quota mille alberi piantati, obiettivo che è stato raggiunto nel 2020.
In una nota il gruppo scrive: “L’evento rappresenta non solo il raggiungimento del traguardo prefissato ma anche e soprattutto, la ripresa della nostra attività di impianto, che non ha intenzione di fermarsi qui. Pronti a proseguire con l’ impianto di nuovi alberi, al fine di tutelare e cercare di preservare la nostra casa… sì, quella casa, la Terra, di cui troppo spesso non si ha abbastanza rispetto e cura”.
Invece di piantare i pini, che sono altamente infiammabili, il progetto prevede di piantare alberi e arbusti latifogli, che sono molto meno infiammabili e possono aiutare a prevenire gli incendi. Il corbezzolo per esempio è utilizzato anche dai Vigili del Fuoco per spegnere le fiamme. I grossi rami vengono utilizzati per arginare le fiamme e, proprio in virtù di questa qualità della pianta, i volontari l’hanno utilizzata per creare delle linee tagliafuoco che aiutino a limitare i danni di eventuali incendi futuri.
L’INIZIATIVA NATALIZIA DI A THOUSAND TREES PROJECT
Intorno a questa pianta ruota anche il progetto natalizio proposto da A Thousand Trees da alcuni anni a questa parte. Anche di questa iniziativa abbiamo già parlato e abbiamo saputo con gioia che, proprio grazie al successo ottenuto, è stato riproposto negli anni e richiesto a gran voce. Come sappiamo, gli alberi che vengono utilizzati per Natale, soprattutto pini e abeti, costituiscono un grosso problema problema da un punto di vista dell’impatto ecologico. O meglio, è il business che ruota intorno a questi alberi in questo periodo dell’anno a costituire il problema, riducendo milioni di alberi a oggetti usa e getta.
Il progetto A Thousand Trees ha pensato a un’alternativa virtuosa. In realtà, come ci ha detto Matteo Ciappina, non hanno inventato nulla di nuovo, ma hanno riportato in voga un’usanza dei loro nonni, che erano soliti addobbare proprio il corbezzolo a Natale. L’idea innovativa si innesta qui: finite le festività, invece di buttare gli arbusti, si va tutti insieme, seguiti anche da un agronomo che indica le aree più idonee e i metodi per la piantumazione, a interrare gli arbusti sul Monte Moro, in modo da rinfoltire il territorio e non sacrificare inutilmente piante che hanno ancora tutta la vita davanti.
Insomma, invece del solito abete, acquistate un alloro o un corbezzolo, addobbatelo per le festività mantenendolo nel vaso e, una volta terminate le festività, lo potete interrare sul Monte Moro insieme agli altri volontari. Per di più molti vivai forniscono questi arbusti a prezzi calmierati proprio per incentivare l’iniziativa quindi non ci sono scuse.
CONSIDERAZIONI DI UNO DEI MEMBRI FONDATORI DI A THOUSAND TREES PROJECT
A distanza di circa un anno ho voluto parlare nuovamente con Matteo Ciappina per sapere come vanno le cose, ma la risposta non è stata delle più rosee. Lui e gli altri volontari di A Thousand Trees Project sono certamente orgogliosi dei risultati ottenuti e di quello che sono riusciti a creare. Tuttavia mi racconta anche della frustrazione di avere a che fare un’amministrazione comunale miope e non realmente interessata alla questione relativa al verde pubblico.
Genova è una delle città con meno verde pubblico in Italia e lo testimoniano le temperature che si raggiungono nel centro abitato. Matteo mi spiega che l’unica zona relativamente fresca d’estate sono i Parchi di Nervi, proprio perché ricchi di vegetazione. Il Comune sembra non preoccuparsi minimamente di questo problema, continuando a tagliare alberi e limitandosi a rimpiazzarli come prevede il regolamento, ma senza considerarne il valore e senza prendere mai in considerazione l’idea di piantarne dei nuovi senza prima averne tagliati altri. Questi fatti mostrano quanto poco l’amministrazione comunale tenga a questo tema, nonostante in questo periodo storico sia quanto mai impellente da considerarsi.
Matteo mi assicura che, nonostante tutto, lui e gli altri volontari continueranno per la loro strada spostando l’asticella ancora più in alto a quota duemila alberi, anche per compensare quelli che non hanno attecchito in passato. Quello che fanno è tutto completamente gratuito e nessuno dei volontari guadagna assolutamente nulla, ci tiene a sottolineare. Questa è la loro filosofia e si procede in quella direzione.
Matteo ci tiene a ringraziare ogni singola persona che ha preso parte al progetto, con una menzione d’onore alla famiglia Contini che, da sola, ha piantato più di un centinaio di arbusti. Tuttavia questi sforzi dovrebbero essere, se non premiati, quantomeno affiancati, supportati e incentivati dai governi e dalle amministrazioni ancora troppo imbrigliate da burocrazie kafkiane e legate a interessi personali.
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