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Oristano - Professore associato all’Università di Cagliari ed esperto di marketing territoriale e turistico, Giuseppe Melis è intervenuto all’evento conclusivo del progetto IlabFood Oristano – nato per supportare le aziende nei processi produttivi, commerciali e tecnologici – per parlare di un caso sintomatico di quanto un prodotto locale possa superare i propri confini e affacciarsi con successo nel mercato internazionale. La vernaccia di Oristano Doc racconta proprio di come l’identità di un territorio possa diventare un fattore di competitività.
Si tratta di un vino che deriva dalle omonime viti ancora oggi coltivate nell’areale di 17 Comuni in provincia di Oristano: Cabras, Baratili S. Pietro, Milis, Narbolia, Ollastra, Nurachi, Oristano, Palmas Arborea, Riola Sardo, S. Vero Milis, Santa Giusta, Siamaggiore, Simaxis, Solarussa, Tramatza, Zeddiani e Zerfaliu. Un prodotto che negli anni ha avuto alterne fortune e che oggi, dopo una crisi durata alcuni decenni, raccoglie un nuovo interesse sia da parte dei produttori sia dei consumatori. A partire da questa riscoperta è nato il progetto cluster sulla Vernaccia di Oristano all’interno del programma IlabFood, finanziato da Sardegna Ricerche al Comune di Oristano e che si è articolato in 5 linee di attività.
Dottor Melis, perché l’identità è un fattore di competitività?
In una economia di mercato è quasi banale richiamare l’importanza del concetto di identità, quale insieme delle caratteristiche distintive di un qualsiasi prodotto/servizio o territorio. Nell’era della globalizzazione, ancor di più riuscire a distinguersi, a rendersi unici, rappresenta un fattore di competitività importante perché sposta l’attenzione del cliente/consumatore dal prezzo ad altri elementi di tipo qualitativo e simbolico. Talvolta però accade che ci siano soggetti che non abbiano piena consapevolezza della propria identità e della propria specificità, perdendo in questo modo opportunità di business da un lato e possibilità di irrobustire la propria reputazione dall’altro.
In cosa è consistito il vostro lavoro?
L’obiettivo era l’ideazione e la realizzazione di un’azione volta a incrementare la caratteristica di specificità e singolarità del prodotto Vernaccia di Oristano Doc e la sua qualità percepita da parte dei consumatori, oltre che dei visitatori del territorio di riferimento. A tale scopo, sono state incontrate prima di tutto le imprese produttrici di Vernaccia di Oristano e successivamente si è cercato di conoscere la percezione attuale del prodotto da parte di consumatori, ristoratori e pubblici esercenti di alimenti e bevande. Ciò è stato fatto utilizzando come strumenti di indagine Focus group, Interviste in profondità e dei questionari somministrati online.
Che esiti avete raccolto?
Il risultato di tale lavoro ha evidenziato come, da un lato, la Vernaccia di Oristano sia considerata un prodotto di pregio e dalla reputazione crescente, anche per effetto dei premi ricevuti in ambito nazionale e al lavoro svolto dai produttori che hanno adottato e stanno adottando innovazioni capaci di qualificare meglio le proprie offerte differenziando il prodotto e trasformando gli opifici in ambienti accoglienti per studenti, viaggiatori e semplici curiosi. Dall’altro lato, esso è un vino ancora sconosciuto ai più o di cui si ha una conoscenza superficiale se non addirittura distorta. Addirittura, spesso non compare neppure negli assortimenti e nelle carte dei vini della gran parte degli esercenti pubblici, siano essi ristoranti o bar della stessa provincia di Oristano.
Quali le azioni conseguenti?
A partire da questi risultati sono state definite le strategie volte a colmare il gap della inadeguata consapevolezza delle potenzialità di questo prodotto e che, insieme ad altri, può svolgere ancora meglio la funzione di ambasciatore del territorio e di veicolo per comunicare la cultura, la storia e le tradizioni dello stesso. A tale fine sono state individuate come aree di intervento quelle della ristorazione, quella degli eventi e quella della formazione, a partire dalle scuole alberghiere.
Quali sono gli attori coinvolti e qual è la missione?
A svolgere questa azione, con appropriate iniziative sono chiamati prima di tutto il consorzio di tutela della Vernaccia di Oristano e l’ecomuseo della Vernaccia di Oristano oltre ovviamente alle singole imprese produttrici. L’intento è quello di educare gli operatori della ristorazione all’uso della vernaccia in cucina e ai criteri che informano gli abbinamenti e la realizzazione di piatti, anche innovativi, utilizzando le risorse del territorio. Analogamente, è importante istituire premi/concorsi così da comunicare gli abbinamenti della vernaccia col cibo e creando interesse verso processi innovativi. Infine, è fondamentale promuovere la conoscenza dell’ecomuseo e l’educazione all’identità del territorio di cui la vernaccia di Oristano è espressione, in particolare verso le fasce di età giovanili.
Ciò dimostra che la qualità di un prodotto non basta…
Esatto. Soprattutto in questo momento storico le possibilità di sopravvivenza e sviluppo derivano da investimenti in radici – l’identità – e ali – l’innovazione –: da questo apparente contrasto possono nascere iniziative di successo, a beneficio dei territori e delle persone che vi abitano, nel rispetto dei valori della salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente, del paesaggio, della storia e della cultura degli stessi.
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