Sicily Divide, una guida cicloturistica alla scoperta delle varie anime dell’isola
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Giovanni comincia ad appassionarsi alla bici all’età di 12 anni, dopo aver riportato un bel numero di fratture a seguito di un incidente. “O piscina o bicicletta” era stato il consiglio del medico e da allora Giovanni non ha più smesso di pedalare. Da trent’anni percorre le strade della Sicilia riunendole in itinerari cicloturistici con tante destinazioni e storie da raccontare. Oggi è anche presidente dell’associazione Ciclabili Siciliane e la sua ultima fatica è la guida Sicily Divide in bicicletta, la grande traversata dell’isola.
«Sicily Divide è una guida, ma è soprattutto un progetto nato davvero dal basso, con un budget di appena 1000 euro, a cui stanno aderendo molte altre realtà dell’isola. Abbiamo mappato il territorio, preso accordi con i Comuni e le varie associazioni locali per conoscere meglio i percorsi e i servizi necessari allo svolgimento dell’attività cicloturistica dell’itinerario», racconta Giovanni Guarneri, esperto in economia del turismo e promotore del cicloturismo.
Un viaggio in bicicletta da ovest a est lungo 460 chilometri che mostra il lato meno conosciuto della Sicilia. Si inizia a pedalare dalle saline di Trapani, si lascia il mare alle spalle e ci si addentra in un territorio votato all’agricoltura e all’allevamento. Per chi decidesse di partire da Palermo, esiste una variante che conduce fino a Gibellina. Si raggiungono i territori distrutti dal terremoto del Belice del 1968 e nel Cretto di Burri, la più grande opera di land art italiana, si incontra il simbolo della ricostruzione. Il percorso continua verso il borgo di Sambuca di Sicilia, da dove il tracciato diventa un continuo sali e scendi di colline e montagne fino a Enna.
Superato il capoluogo di provincia più alto d’Italia si inizierà a scorgere l’Etna fino a raggiungere le sue pendici con l’arrivo a Catania. Sette sono le tappe suggerite, si pedala su strade secondarie con traffico molto ridotto o addirittura nullo, che è possibile modulare a seconda delle proprie esigenze di ritmo e di tempo. Un viaggio in bici che può essere pianificato in ogni momento dell’anno.
SICILY DIVIDE, UN MERCATO CICLOTURISTICO IN CRESCITA
Sicily Divide è una guida completa per preparare il viaggio in bici: tracce Gps, consigli per l’attrezzatura, indicazione dei servizi bike friendly e quelli per il trasporto bici, mappe, altimetrie e luoghi da vedere. A tutto questo si aggiungono anche le informazioni utili sul tipo di percorso, il fondo stradale, le officine, l’attrezzatura e il tipo di bagaglio. All’ interno della guida è presente anche la sezione “A portata di pedale”: per ciascuna tappa vengono proposte e descritte alcune brevi varianti per raggiungere e scoprire, a poca distanza dalla traccia principale, ulteriori tesori dell’isola, come il tempo di Segesta o la sfidante ascesa all’Etna.
«La Regione Sicilia ha voluto finanziare la guida perché ha compreso la validità del nostro progetto e anche del mercato cicloturistico siciliano, non più di nicchia, che include ormai anche le aree interne della regione e sta diventando uno dei più efficienti ed efficaci di Italia», racconta Giovanni.
L’idea dell’ itinerario Sicily Divide è nata a giugno del 2020, in piena pandemia, quando tutto era fermo e le aree interne vivevano un ulteriore collasso. Con l’allentamento delle restrizioni, il cicloturismo è stata una delle prime attività a ripartire. Così Giovanni ha deciso di lanciare questa nuova avventura. A dicembre 2020 si contavano già 1800 ciclisti lungo l’itinerario e le prime 7 strutture ricettive contrattualizzate, una per ogni tappa. Nel 2021 i ciclisti sono diventati 3.200 e le strutture ricettive raddoppiate, nel 2022 sono arrivati oltre 5.000 ciclisti che hanno trovato ospitalità in una delle 40 strutture distribuite in città o dislocate nei territori tra una tappa e l’altra.
“FARE RETE” È IL VERO SUCCESSO DI SICILY DIVIDE
«In Sicilia il cicloturismo è diventata la scelta di molte famiglie e turisti, è la regione con più operatori cicloturistici. Abbiamo primati senza saperlo, ad esempio la più ampia rete stradale. Manca la capacità di fare rete che è stata invece la carta vincente di Sicily Divide. Abbiamo creato una rete che funziona nonostante le complessità e nessun finanziamento e attraversa tutte le province. Una rete sincera che collega con un filo comunicante Trapani a Catania», continua Giovanni.
E nonostante il nome scelto per l’itinerario dia l’idea di tagliare in due qualcosa – evidenziando la duplicità dell’isola, dai suoi colori ai suoi temperamenti – ha proprio l’obiettivo di unire. All’interno del percorso sono stati studiati dei tragitti più brevi tenendo conto dell’intermodalità. In quasi tutte le tappe infatti è possibile utilizzare il treno e dove manca la ferrovia si sopperisce con linee di autobus o van locali capaci di trasportare ovunque ciclisti e passeggeri.
«Le mie tappe del cuore sono quelle che attraversano il Belice, devastate dal terremoto e poi ricostruite in modo eterogeneo, molto spesso privando i paesi della propria identità: penso a Salaparuta, famosa in tutto il mondo per la produzione di vino, trasformato in un agglomerato di cemento. In questi luoghi si incontrano persone che custodiscono gelosamente l’identità di una volta, come la signora Enza del Caffè degli Archi, capace di raccontare la Sicilia come pochi«.
«Sicily Divide si è classificato al secondo posto all’Oscar Italiano del Cicloturismo, premio assegnato ogni anno alle migliori ciclovie d’Italia, è stato premiato anche il cuore dell’isola, la vera forza di questa terra. In Sicilia, dove finiscono le infrastrutture cominciano i siciliani, non esiste la parola problema: alcuni ciclisti, mentre riparavano per strada la ruota bucata, si sono ritrovati ospiti a casa di famiglie del paese in cui sono rimasti “bloccati”. Questo è solo un esempio. Questa ospitalità è la vera ricchezza che non ha valore e va difesa con tutte le forze», conclude Giovanni.
Sicily Divide è una esperienza straordinaria nel cuore di un’isola dalla cultura millenaria e un’avventura da provare: ad ogni pedalata gli occhi si riempiono di bellezza, di distese di campi dominate dai colori della natura che cambiano con l’alternarsi delle stagioni, paesaggi ricchi di storia, custodi di memorie, tradizioni e cultura, sempre disponibili ad accogliere.
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