San Mauro Castelverde, la rinascita culturale e turistica che parte dalla comunità
Seguici su:
Palermo - Immaginate un borgo medievale in un contesto architettonico di pregio, con una natura e un paesaggio che fanno parte di un’area naturale protetta. A tanta bellezza si aggiunge un patrimonio culturale e immateriale fatto di sapienze artigianali, enogastronomiche e agricole ancora molto vive e consolidate. A San Mauro Castelverde, un minuscolo paese delle Madonie, tutto questo e molto altro esiste davvero.
Peccato che per decenni sia stato il mandamento mafioso di tutta l’area con un posto di rilievo nella cupola palermitana, scelto proprio per l’isolamento geografico che consentiva maggiori margini operativi. La presenza mafiosa ha condizionato l’intraprendenza culturale ed economica del paese avendo avuto un ruolo nella redistribuzione al livello locale del reddito proveniente da traffici illeciti.
Un contesto già precario che ha subito un ulteriore depotenziamento anche a seguito di una fortissima emigrazione, tipica delle aree interne. Eppure, negli ultimi anni San Mauro Castelverde ha intrapreso una nuova direzione, con una vera e propria rinascita del territorio cui sta contribuendo molto il turismo esperienziale e adrenalinico con le Gole di Tiberio, la Zipline Sicilia e l’Altalena più alta d’Europa, e il turismo culturale intorno alla figura di Paolo Prestigiacomo con un festival di poesia omonimo nato nel 2019.
Il FESTIVAL DI POESIA “PAOLO PRESTIGIACOMO” PER UNA NUOVA IMMAGINE DEL PAESE
«Ho scritto un libro sui piccoli Comuni siciliani e ho intercettato questo territorio scoprendo l’importante premio di poesia legato alla figura di Paolo Prestigiacomo, morto negli anni ‘90 del 900, allievo di Palazzeschi e suo erede, un talento già riconosciuto e stimato nel mondo della poesia e della narrativa».
«Da qui l’idea, insieme al sindaco Giuseppe Minutilla, di far rinascere il premio per generare una coscienza di luogo. Già durante la seconda edizione il premio si è trasformato in festival e ha permesso, nell’arco di tutte le edizioni, di portare a San Mauro 250 personalità importanti della poesia, della cultura e delle lettere italiane», racconta Fabrizio Ferreri, assegnista di ricerca presso l’Università di Catania e tra i promotori del cambiamento in atto a San Mauro Castelverde.
Al centro del festival ci sono la comunità locale e la figura di Paolo Prestigiacomo che sta diventando leva di auto-coscienza e di auto-costruzione e/o ri-costruzione della comunità maurina per promuovere letture del territorio che mettono in evidenza cura, impegno, partecipazione, costruzione di futuro.
“DAL MANDAMENTO AL CAMBIAMENTO” TRA CULTURA, ARTE, TURISMO E IMPRESE LOCALI
«San Mauro è vincitore del Bando PNRR “Attrattività Borghi” Linea B che riguarda progetti di rigenerazione culturale. “Dal mandamento al cambiamento” è il nome del progetto presentato, che ha due matrici fondamentali: una in cui il turismo diventa governo collettivo del territorio e l’altra di carattere culturale che vuole ritessere quei legami di comunità e territorio che negli anni si sono infragiliti.
Sono diverse le azioni previste, dal potenziamento del festival che vede la partecipazione di giovani, scuole e insegnanti del luogo, alla costituzione di una Casa della Poesia come luogo delle associazioni del territorio in cui immaginare attività e confrontarsi, per arrivare ad un’azione di teatro di comunità. Una compagnia teatrale esterna gestirà, per tre anni consecutivi, un cartellone di iniziative per San Mauro e le aree interne limitrofe. Accanto agli eventi previsti nel teatro del paese si offrirà una serie di attività per la comunità locale, che sarà coinvolta nella preparazione dello spettacolo», racconta Fabrizio.
Il processo è già cominciato e si concluderà nel 2026. Le azioni previste riguarderanno anche il filone delle imprese locali, quelle legate sia all’artigianato che all’agricoltura e zootecnia, per sviluppare una visione e organizzazione del business allineata alle nuove logiche del mercato. A tal proposito saranno previsti momenti formativi e di scambio con imprese simili dislocate in altri territori.
GIOVANI, TURISMO E RESTANZA A SAN MAURO CASTELVERDE
E proprio la partecipazione dei giovani sta producendo delle conseguenze enormi per una nuova imprenditorialità: giovani che hanno voglia di impegnarsi nel recupero innovativo delle tradizioni locali, dalla lavorazione artistica del caciocavallo agli allevamenti di vecchia concezione e imprese agricole. La loro presenza è fondamentale non solo per la rigenerazione culturale e sociale in atto, ma anche per quel turismo che lavora sulle dinamiche di comunità e che permette a diversi giovani di investire sul territorio energie non solo economiche, ma anche e soprattutto di cura e attenzione.
«Risorse di partecipazione e coinvolgimento che non erano consuete in questo contesto sono state recuperate grazie a questa articolazione di un’offerta turistica che ha messo al centro le persone del luogo che hanno cominciato a entrare nelle dinamiche di governo del territorio attraverso il turismo. Nel caso di San Mauro Castelverde, quindi, il turismo può essere una forma per esercitare la “restanza”», continua Fabrizio.
Ad esempio, le Gole di Tiberio, geosito UNESCO, contano 15.000 accessi l’anno e 20 giovani di San Mauro Castelverde impegnati a lavorarci, tutti al di sotto dei 30 anni; la zipline – un filo a cui ci si può imbragare facendo un volo d’angelo a 200 metri di altezza – 5.000 voli e 7 persone sempre di San Mauro; per l’altalena più alta d’Europa appena inaugurata, invece, si prospettano circa 10.000 lanci e 5 persone assunte. Senza considerare tutte le altre esperienze e attività che si svolgono a San Mauro Castelverde, da Uli-vagando, visite guidate agli ulivi millenari di San Mauro, agli Equitrekking, passeggiate a cavallo nel bosco maurino.
«Noi non immaginiamo che queste iniziative possano portare gli abitanti che c’erano cinquant’anni fa, ma almeno garantire a chi vive a San Mauro delle prospettive di futuro solide e che questo territorio torni a essere capace di offrire delle opportunità. Con questo tipo di bando non possiamo intervenire sulla sanità o sulla mobilità, qui il focus è la comunità locale che deve essere intesa come dinamica. Uno dei limiti maggiori delle aree interne infatti è che le comunità sono sempre autocentrate, introriflesse. Va cercato l’opposto. Ci vuole compenetrazione tra interno ed esterno per creare rottura anche rispetto alle logiche interne che nel tempo si sono rivelate deleterie e distruttive», conclude Fabrizio.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento