23 Nov 2023

Il Parco di Portofino tra storia giudiziaria e interessi edili e venatori

Scritto da: Emanuela Sabidussi

Le vicende giudiziarie di un parco ligure stanno dando notizia in questi mesi: impugnazioni, sentenze, decreti che si sovrappongono ai precedenti. Parliamo del Parco di Portofino e degli interessi economici e politici che sta smuovendo e proviamo a ricostruire le varie vicende dall'inizio ad oggi insieme e Ermete Bogetti, ex presidente della sezione di Genova di Italia Nostra e magistrato oggi in pensione.

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Genova - Ricordo ancora quando diversi anni fa, durante un’intervista, sentii pronunciare le parole “La Liguria e i liguri sono da cercare e conoscere nell’entroterra, non sulla costa”. Sono passati anni, tanti incontri e articoli pubblicati, eppure spesso mi torna in mente questa frase. Vivo nell’entroterra e mi trovo spesso a spostarmi lungo la Regione e il contrasto tra le zone costiere spesso cementificate e sfruttate e le bellezze delle aree più interne è evidente a tutti.

Mentre le prime possono vantare delle bellezze marine, per lo più deviate e antropizzate, nel secondo caso spesso la biodiversità di territori, abitanti, fauna è sorprendente. E se ciò è vero in molte situazioni, lo è ancor di più quando si accede ai parchi e alle aree naturali protette che, a maggior ragione in una regione come questa, hanno l’onere e l’onore di proteggere le preziose biodiversità, vantando una grande varietà di paesaggi, flora e fauna, ma anche di testimonianze storiche.

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Un parco in particolare in questi ultimi mesi sta facendo parlare molto di sé per la sua storia tormentata: quello del Parco di Portofino. Per comprendere meglio cosa sta avvenendo e quali sono i risvolti giudiziari e gli interessi che si celano dietro a questa storia ho contattato Ermete Bogetti, ex presidente della sezione di Genova di Italia Nostra e magistrato in pensione.

LA STORIA

Attraverso l’aiuto di Bogetti ricostruiamo quindi la storia di questo parco, per comprenderne il passato. «Il parco nasce nel 1935  con la prima legge di tutela di quest’area del promontorio sopra Portofino. Non vi era all’epoca un ente parco, ma le cose sono andate via via cambiando fino a quando a metà degli anni ‘80 si inizia a parlare di Parco Regionale con gli attuali confini, che prevedevano però delle aree cuscinetto, le cosiddette “aree di cornice”, che erano delle zone limitrofe con alcune limitazioni, seppur minori rispetto all’area parco».

Queste avevano la funzione della “perimetrazione provvisoria” introdotta molti anni dopo dal ministro Cingolani, su suggerimento dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Le aree di cornice sono però negli ultimi anni state cancellate e il parco è rimasto di piccole dimensioni e isolato. Nel 2017 il senatore Caleo, riprendendo un vecchio progetto, è riuscito a introdurre nella Legge finanziaria per l’anno 2018 l’istituzione del Parco Regionale di Portofino e l’annessa riserva marina. Tale procedura però non seguiva l’iter previsto per legge per istituzionalizzare un parco, come la programmazione triennale.

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Ermete Bogetti

«Per tracciarne i confini il ministero si è rivolto a Ispra, organo tecnico in materia ambientale, il quale ha identificato un’area naturalistica omogenea, quindi idonea a essere trasformata in parco naturale, che andava da metà est del Monte Fasce di Genova, fino a Sestri Levante, abbracciando al suo interno 22 Comuni e la parte sud della valle di Fontanabuona; questo favoriva lo sviluppo verso terra di un’area protetta, per evitare che rimanesse solo costiera».

Il ministero ha cercato un dialogo e un’intesa con la Regione, non riuscendo però a trovarla. Due associazioni liguri hanno fatto ricorso al Tar Lazio, dichiarando il ministero inadempiente per la non perimetrazione del parco. Al di là di ogni aspettativa, circa un anno fa hanno vinto il ricorso ed è stato stabilito un limite di tempo – 30 giorni – per delimitare provvisoriamente il parco. A seguito di un’ulteriore valutazione di Ispra i confini sono stati definiti da un’area di 11 Comuni e circa 5mila ettari di estensione.

LA TRAFILA LEGALE CONTINUA

Viene così nominato il Comitato di gestione provvisorio in attesa della perimetrazione definitiva. Il decreto viene però a questo punto impugnato da parte della Regione Liguria e da alcuni degli 11 Comuni interessati precedentemente, con l’accusa di non aver sentito ulteriori pareri prima di prendere la decisione. Il Tar Liguria dà loro ragione per il profilo procedurale utilizzato. A questo punto interviene il Consiglio di Stato, il quale da a sua volta torto al Tar Liguria e rimette tutte le parti davanti a esso, affinché venga riassunto il giudizio e acquisiti i pareri degli enti. 

Credo sia penoso che su un parco naturali si facciano discussioni puramente economiche e politiche, senza parlare di ambiente

«C’è stata una rivitalizzazione di nuovi confini che nel frattempo erano stati annullati, facendo rientrare in funzione il Comitato di Gestione Provvisorio e le misure di salvaguardia.  A pochi giorni dalla sentenza del Tar il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha emesso un nuovo decreto di perimetrazione provvisoria e delimitandola a tre comuni, decreto  però è stato a sua volta impugnato da due associazioni locali che sentenziano il fatto che non sia stata seguita la procedura prevista per legge di consultazione di Ispra, e ignorando la valutazione da essa precedentemente fatta senza motivarne la causa».

GLI INTERESSI ECONOMICI E NON SOLO

Come è possibile che un parco sia oggetto di così tante attenzioni politiche e dispute giudiziarie? Secondo Ermete Bogetti le cause delle controversie sulla questione hanno una radice legata a interessi economici, in particolare del mondo dell’edilizia. A conferma di ciò nella nuova perimetrazione prevista dal decreto Fratin la cosiddetta “zona 3” risulta essere molto più ampia rispetto ai progetti precedenti, il che prevede che possa essere edificabile una parte costiera e non che prima non lo era.

«Ci sono molti interessi legati al settore edile, in particolare su zone come quella di Santa Margherita e Portofino. A ciò si aggiunge anche una visione ideologica sulle aree naturali protette dell’attuale amministrazione regionale e ciò risulta evidente da come ha accentrato e depotenziato economicamente – e non – solo tutti i parchi liguri. Da tempo infatti è stato nominato un direttore unico, il dottor Marenco, che si occupa di molti parchi e che, per quanto competente sia, non può svolgere tutte le funzioni richieste dai molti ruoli ricoperti».

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Ma non è tutto. Vi sarebbe un terzo e importante fattore a determinare il futuro naturalistico ligure: «Le associazioni di cacciatori, seppur rappresentanti di una piccola fetta di popolazione, sono presenti nel Consiglio Regionale e riescono a spostare i suoi equilibri e le sue decisioni. Sono un gruppo estremamente compatto e in misura limitata ma determinante riescono a smuovere i voti necessari e a condizionare le decisioni da prendere».

UN’ISOLA, NON UN PARCO

Come spiega Italia Nostra, la legislazione che tutela i parchi e le aree naturali protette prevede il principio della continuità, ovvero di collegare più aree naturali per riuscire a garantirne e tutelarne la biodiversità. Nel caso del Parco di Portofino con le attuali dimensioni previste, sarebbe una piccola isola totalmente scollegata dal resto delle aree naturali e pertanto esposta a un rischio maggiore. Quale sarà il futuro di questo parco e degli altri liguri? A quando un cambio di visione dell’amministrazione regionale?

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