17 Nov 2023

Abbiamo incontrato la LIPU: come sta l’avifauna italiana?

Scritto da: Daniel Tarozzi

Quando si parla di animali – altri animali – si pensa subito agli animali domestici, magari a quelli di allevamento o talvolta ai mammiferi selvatici. Raramente, però, si pensa ai pesci, agli insetti o agli uccelli. In questo articolo facciamo il punto sull'organizzazione che – in Italia – si occupa dei volatili, la LIPU, partendo dalla Liguria ma toccando l'intero territorio nazionale.

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Genova - Nel nostro indagare il tema degli altri animali e di come possiamo costruire un rapporto sano con essi, abbiamo incontrato Adelaide Ceciarelli, referente della sezione Lipu di Genova. Con lei abbiamo fatto una panoramica generale sulle attività della storica associazione per poi soffermarci sulle attività territoriali specifiche. È emerso un quadro a tinte forti, contrastate, tra buone e cattive notizie, passi avanti e passi indietro. Con una forte necessità di una programmazione più generale e interconnessa alla protezione dell’avifauna e degli ecosistemi che la ospitano. Ma procediamo per grado

LIPU: OLTRE CINQUANT’ANNI IN PRIMA LINEA PER UCCELLI, ECOSISTEMI, VITA

Mai dare nulla per scontato. Decido quindi di ripercorrere brevemente la storia della Lipu definita – sul suo sito ufficiale – l’associazione per la conservazione della natura, la tutela della biodiversità, la promozione della cultura ecologica in Italia. “Con 30.000 sostenitori, quasi 100 sezioni locali, oltre 600 volontari attivi, decine di operatori, tecnici, educatori, la Lipu è un punto di riferimento per la difesa della natura in Italia”, si legge sul sito.

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“Curiamo ogni anno più di 15.000 animali selvatici in difficoltà in numerosi Centri Recupero o di Primo Soccorso in varie parti d’Italia. Gestiamo 30 Oasi e Riserve dove la natura è protetta e la gente può visitarla, conoscerla, innamorarsene. […]. Gli uccelli sono il simbolo, l’orizzonte della Lipu. La loro presenza, i canti, i voli, i colori rappresentano la bellissima speranza di un mondo migliore”.

Conoscevo – come molti – la Lipu di fama, ma non avevo mai approfondito la sua storia, che è molto affascinante. Sempre sul sito nazionale infatti scopro che in un giorno di primavera “Giorgio Punzo, leggendo il giornale sul terrazzo di casa, a Napoli, scopre che si riaprirà la caccia primaverile. Nello stesso momento un passero solitario, col suo blu splendente, gli si posa vicino. È proprio in quell’istante che Punzo decide di fondare la Lipu, creare una comunità di persone, scienziati, attivisti, soci, che si dedichi a proteggere gli uccelli, promuovere la natura, educare i giovani all’ambiente. Pochi mesi dopo, il 13 novembre, nasce la Lipu, con il primo nome di Lenacdu, Lega nazionale contro la distruzione degli uccelli”.

Ancora una volta i sogni, la determinazione e la volontà di una singola persona e la sua capacità di ascoltare e accogliere i segnali delle altre specie, hanno dato vita ad un’organizzazione che ha poi salvato migliaia di vite, tutelandole, curandole, prevenendo la loro morte. Si è persino sfiorato il quorum nel referendum contro la caccia del 1990. Vi consiglio di leggere la storia questo link per saperne di più.

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LIPU OGGI

LIPU quindi si occupa di proteggere l’avifauna, gli uccelli, direttamente e indirettamente. Cura gli uccelli feriti, fa sensibilizzazione nelle scuole e non solo, collabora con i centri di recupero, istituisce oasi, lavora sulla prevenzione, sulla sensibilizzazione e organizza campagne per le singole specie. Senza dimenticare che per proteggere gli uccelli occorre proteggere i loro eco-sistemi, che si tratti degli alberi, dei fiumi o dei palazzi in cui nidificano. Già perché a differenza di altre specie, quelle alate non vivono solo “in Natura” ma sono presenti anche nelle nostre città, nei palazzi, nelle torri, nei tetti, ovunque. 

Adelaide Ceciarelli mi segnala – oltre alle iniziative appena descritte – anche la nuova scuola di formazione dedicata a Danilo Mainardi, la Sdam. La scuola è pensata in modo speciale per il volontariato e gli operatori della LIPU e intende formarli in modo che possano poi agire in modo efficace nella società. Oltre alla scuola e alle attività per bambini, ci sono poi i corsi di birdwatching e quelli di approfondimento su rapaci, animali acquatici e non solo.

Ceciarelli ritiene comunque fondamentale il lavoro fatto con i bambini: «Dobbiamo dare emozioni e informazioni ai bambini – mi spiega -, educare alla bellezza di un uccellino che mangia, vola, insegna ai cuccioli. Ci vuole un rapporto emozionale, non pietoso, basato sulla conoscenza e sulla passione». Inoltre, i volontari LIPU attuano anche un fondamentale controllo sul territorio, verificando la salute degli ecosistemi e le sue trasformazioni nel tempo. 

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PICCOLE GRANDI AZIONI CHE SALVANO VITE

A volte la differenza tra la vita e la morte di migliaia di creature passa per piccole azioni. Ceciarelli mi racconta – ad esempio – dell’importanza di aver inserito nei pannelli trasparenti frangivento del viadotto Morandi degli accorgimenti che li hanno resi visibili. Azioni di questo stesso tenore sono state svolte presso l’aeroporto o presso “La Commenda” dove sono state inseriti dei tendaggi. In questi casi, i vari referenti hanno collaborato proficuamente salvando migliaia di vite. 

Tra le attività portate avanti dal gruppo genovese, troviamo anche la pulizia delle spiagge. Tutto è interconnesso, lo so, ma subito non capisco il legame diretto tra pulizia delle spiagge e avifauna. Ascoltando Ceciarelli, però, questo diventa subito evidente: «Domenica andiamo a pulire la spiaggia di Montedo. Toglieremo plastica, lenzi e ami che sono prodotti killer per gli uccelli. In molti casi infatti queste si legano alle zampe o addirittura si incastrano nella loro bocca».

Ci sono anche attività di monitoraggio e protezione dei rondoni, uccelli particolari che vivono nei sottotetti e hanno bisogno di tre o quattro mesi di libertà per terminare il proprio sviluppo. «Chiediamo ai referenti di turno di non mettere le reti su un determinato edificio nel periodo dello svezzamento, successivo alla riproduzione. A volte ci ascoltano a volte no».

Adelaide fa l’esempio delle poste centrali di Genova, dove «ci hanno ascoltato e hanno messo le reti tra una nidificazione e l’altra, permettendo così un ciclo riproduttivo completo. Siamo andati anche sulle Torri di Albenga, sempre per  proteggere i rondoni». Infine, abbiamo un gruppo di guardie ambientali che vanno in giro a controllare le attività venatorie e i reati ambientali. Sono gruppi che si autoformano costituiti però da persone formate e riconosciute dalle istituzioni, in particolare dalla Regione Liguria.

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LE DIFFICOLTÀ PRINCIPALI E LE PROSPETTIVE FUTURE

Fare volontariato è bello, ma anche faticoso e in alcuni casi frustrante. Ceciarelli mi racconta come gran parte del personale LIPU sia volontario. Ci sono ovviamente persone retribuite nella sede centrale di Parma, ma il lavoro sui territori è completamente in mano ai volontari che purtroppo spesso devono sopperire alle mancanze delle istituzioni. Un esempio per tutti è quello del recupero degli animali feriti. Teoricamente esistono centri riconosciuti per questo. I CRAS – Centri di Recupero Animali Selvatici. In Liguria la LIPU si relazione con il CRAS dell’Enpa che è fuori Genova. Se trovi un animale ferito, devi prendere la tua auto, fare diverse ore di strada tra andata e ritorno, spendere benzina. In pratica sopperisci completamente al ruolo delle istituzioni. 

Le normative sarebbero anche buone. Ci sono diverse direttive europee e leggi nazionali che proteggono al riproduzione, la nidificazione e la vita degli uccelli. Ma poi ti scontri con le leggi regionali, le eccezioni specifiche, che vanno talvolta a vanificare le norme nazionali. Ad esempio, spesso si potano gli alberi a marzo-aprile, con i nidi in pieno sviluppo o si permette la caccia proprio nei pressi di una zona Natura 2000.

Scopro da Ceciarelli che ci sono addirittura dei “campi di addestramento cani” in cui è possibile sparare tutto l’anno. L’idea è abituare i cani da caccia agli spari – stendiamo un velo pietoso su questo aspetto. «Con questa scusa, in queste zone si può sparare sempre. E gli uccelli non è che conoscono i confini di un terreno privato. Chi va a verificare cosa succede lì dentro? Per fortuna i cacciatori stanno diminuendo. I giovani sono meno affascinati da questa attività. Ma i problemi restano. Per questo è fondamentale la formazione. Dobbiamo educare i giovani ad andare a caccia… con la macchina fotografica».

Ci vuole un rapporto emozionale, non pietoso, basato sulla conoscenza e sulla passione

Parliamo poi dell’impatto delle pale eoliche: è fondamentale fornirle di segni visibili agli uccelli, non inserirle in punti chiave, come nei pressi delle zone Natura 2000 e più in generale interrogarsi sull’impatto della loro presenza sul territorio e scopro anche che in Liguria è in corso una battaglia legata al parco di Portofino – andrebbero coinvolti sette Comuni e non solo tre come si sta cercando di fare ora.

Infine, Ceciarelli mi racconta delle Oasi gestite da LIPU e di come queste siano generando ricchezza sul territorio, per gli umani oltre che per gli altri animali. Prima di salutarci le chiedo un consiglio per chi ci legge: «Iscriviti a un’associazione di volontariato nell’ambito che ti appassiona di più – qualunque esso sia – e fai il tuo pezzetto. Non stiamo fermi a criticare i governi ma attiviamoci in prima persona. Cambiamo le cose, adesso!».

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