Fotovoltaico di famiglia. Tutte le ombre del mega progetto di Acea in Sardegna
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La prima pietra dell’impianto fotovoltaico che la società capitolina Acea Solar intende realizzare nell’area industriale di Ottana non è stata ancora posata, ma il progetto fa già registrare due record. Il primo: è il più grande impianto mai autorizzato in Sardegna. Il secondo: l’indennizzo stratosferico accordato all’avvocato nuorese Rinaldo Lai (e alle sorelle) per il diritto di superficie su 85 ettari. A esser precisi, in trent’anni incasseranno da Acea Solar la bellezza di 43 milioni di euro. «È una cifra fuori mercato», dice a Indip un esperto del settore.
PIOGGIA DI SOLDI E PERICOLO ALLUVIONI
E infatti, in proporzione altri due proprietari terrieri che hanno affittato le aree ad Acea Solar incasseranno meno della metà di quanto spuntato dai Lai. Non basta, perché nel conto finale compaiono anche diverse centinaia di migliaia di euro per il «supporto» che sempre i Lai si sono impegnati a fornire, non si sa a che titolo, durante l’iter autorizzativo dell’impianto. Un fatto insolito e non l’unico di una vicenda che si snoda tra Roma, Nuoro e gli uffici cagliaritani della Regione. Dove l’iter autorizzativo del progetto si è concluso con esito favorevole, non senza perplessità. L’area su cui dovrebbe sorgere l’impianto è infatti caratterizzata da un elevato rischio di alluvioni.
C’è una curiosa storia da raccontare dietro l’impianto fotovoltaico che Acea Solar, controllata della municipalizzata romana Acea, realizzerà nella Piana di Ottana. Con 85 Mw di potenza e una superficie di 140 ettari, 90 dei quali destinati alla posa dei pannelli, è il più grande mai autorizzato in Sardegna. Come in una pièce dal ricercato intreccio, i protagonisti hanno ruoli doppi, la trama è fitta e i punti oscuri tanti, come i soldi che viaggiano sull’asse Roma-Nuoro. A cominciare dalle centinaia di migliaia di euro riconosciute dalla società capitolina ai proprietari di un’area di 85 ettari in agro di Bolotana e cioè l’avvocato Rinaldo Lai e delle sorelle Maria Assunta e Caterina.
FOTOVOLTAICO, AFFARE DI FAMIGLIA
L’esborso viene giustificato con l’attività di supporto che i tre fratelli s’impegnano a fornire durante l’iter autorizzativo dell’impianto. A quale titolo non si sa, anche perché non si capisce in che modo potrebbero giocare il ruolo di facilitatori in una procedura appannaggio di enti pubblici. Ma è certo che i Lai sono gli unici proprietari coinvolti dal progetto a cui viene riservato questo inusuale bonus. La trafila delle autorizzazioni condotta dalla Regione, lo anticipiamo, si è conclusa con il via libera all’impianto, ma non son mancate complicazioni. Una su tutte: l’area opzionata dalla società capitolina è caratterizzata da un elevato pericolo alluvioni.
Le centinaia di migliaia di euro appena citate sono in ogni caso briciole rispetto ai 42,8 milioni di euro – qui potete consultare il documento – che Acea Solar ha deciso di corrispondere ai Lai in cambio del diritto di superficie trentennale sugli 85 ettari di cui sono proprietari. Più che una locazione, sembra un jackpot al SuperEnalotto. Una somma definita fuori mercato da un esperto del settore che chiede a Indip di restare anonimo. Eppure messa nero su bianco nel contratto registrato dai Lai e da Alfonso Messina, amministratore unico di Acea Solar, davanti al notaio Mario Scattone il 28 luglio del 2022.
Ad avvalorare la tesi dell’esperto è l’enorme divario tra i quasi 43 milioni di euro e gli importi riconosciuti ai proprietari degli altri fondi su cui dovrebbe sorgere l’impianto. Le ragioni di questa differenza e dell’elevata somma riconosciuta ai Lai non sono note. Né l’ufficio stampa di Acea né Messina hanno infatti risposto alle domande di Indip. Nessuna parola quindi sui compensi che lui stesso ha pattuito. Ne prendiamo atto, in attesa di un’eventuale risposta di Acea. Va detto che in casi come questi la capacità di negoziazione dei proprietari, che evidentemente non difetta ai Lai, ha un peso non trascurabile.
All’avvocato – più volte contattato, ma senza successo – non manca neanche l’esperienza ad alti livelli. Il penalista, ad esempio, ha seguito la difesa di Maria Grazia Vivarelli, consigliera di Stato ed ex capo di gabinetto di Christian Solinas, finita a processo con il capo dell’esecutivo per abuso d’ufficio e induzione indebita in relazione ad alcune nomine in Regione. Vivarelli è stata condannata a due anni e otto mesi. Inoltre, come raccontato da Indip, Lai ha sempre giocato un ruolo parecchio importante al Consorzio industriale di Nuoro (Cip), ente finito nel mirino dell’avvocatura regionale, che non aveva esitato a definire la gestione dell’ex presidente Piero Guiso e del direttore generale (dg) Tore Serra “opaca”.
Tra il 2018 e il 2019, Lai aveva assistito sia il Cip, sia le due cessionarie (Trisol 81 e Trisol 82) nella compravendita di alcuni terreni consortili. Un doppio incarico bollato dai revisori dei conti dell’ente come un chiaro «conflitto d’interessi». Il consorzio nuorese è collegato con l’affaire del fotovoltaico targato Acea, intanto perché ricade sotto la sua giurisdizione l’area di cui il legale è comproprietario insieme alle sorelle. Soprattutto, l’ente si rivelerà decisivo nel corso dell’iter autorizzativo condotto dalla Regione. Una storia nella storia del fotovoltaico più ricco dell’isola, in cui compaiono, come detto, problemi di varia natura e presunte pressioni.
FINE PRIMA PARTE
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