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Quando si pensa alla finanza molto spesso la si associa a investimenti speculativi, basati sullo sfruttamento del lavoro e delle risorse naturali o su profitti che hanno a che fare con armi, energie fossili e nucleare. Profitti che guardano molto al rendimento e ad analisi esclusivamente mirate alla rendita finanziaria. In realtà, questa non è l’unica dimensione possibile della finanza. Può esiste anche una finanza sostenibile.
A questa modalità più “spregiudicata”, si può infatti contrapporre un modello di attività finanziaria – avvalorato da reti internazionali di banche etiche come Gabv- Global Alliance for Banking on Values e Febea-Federazione Europea delle Banche etiche e alternative – che si basa su valutazioni etiche e socio-ambientali, sull’orientamento verso investimenti capaci di generare, oltre alla redditività economica, un impatto positivo sulla società e sull’ambiente.
I temi, i parametri e gli obiettivi di sostenibilità sono ormai al centro di molte discussioni e processi anche per merito dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e anche le Istituzioni Europee hanno voluto adottare il primo regolamento europeo (Regolamento (UE) 2019/2088) nell’ambito del Piano d’azione per la finanza sostenibile che mira a introdurre una definizione condivisa del termine “sostenibilità” per gli investimenti finanziari e a disporre una serie di obblighi di trasparenza nei confronti degli operatori che li gestiscono.
La sostenibilità vera promuove l’inclusione e i diritti umani, favorisce la giustizia sociale, la salvaguardia dell’ambiente e la responsabilità d’impresa per un’economia più attenta al Pianeta. L’uso che facciamo del nostro denaro può avere risvolti significativi in tal senso ed esserne consapevoli può contribuire a un cambiamento positivo per la collettività, indirizzando il risparmio verso strumenti finanziari adatti alle proprie esigenze di rendimento come pure alle aspettative di impatto sociale e ambientale, ad esempio verso investimenti responsabili nell’orizzonte della finanza etica.
Infatti, come ricorda Anna Fasano, presidente di Banca Etica, in un recente editoriale pubblicato su Vita.it, “l’obiettivo della finanza etica e di Banca Etica non è l’utile che rimane serrato in un caveau, né un profitto che accresce i dividendi di qualcuno. Il nostro obiettivo è l’impatto positivo e misurabile che l’uso responsabile del denaro espande nella società, rinsaldando le relazioni, creando lavoro e venendo incontro ai bisogni dei più fragili, proteggendo gli ecosistemi, puntando a trasformare, pezzo dopo pezzo, un modello dominante di economia e finanza che non ci piace”.
Quello della finanza etica è del resto un obiettivo trasformativo del modello in vigore che viene reso possibile da un impiego responsabile della finanza. E perché si concretizzi ha bisogno di risorse, che Banca Etica ricerca attraverso l’incremento del capitale sociale che si realizza grazie a una recente offerta al pubblico di azioni, e l’impegno di molte socie e soci che condividono un percorso comune.
Un percorso lungo il quale sviluppare iniziative incisive di contrasto al cambiamento climatico, di lotta all’economia della guerra e di promozione dei diritti umani, di sviluppo dell’economia sociale, traducendo la tensione ideale propria della finanza etica in buone prassi, progetti da sostenere e strumenti finanziari, che Banca Etica – la banca cooperativa festeggerà i suoi primi 25 anni nel 2024 – ha proposto ai clienti e ai soci, oltre 47mila fino ad oggi, e continua a proporre.
Così Banca Etica ha avviato dal 25 settembre 2023 il collocamento di un prestito obbligazionario ordinario per l’ambiente e la lotta al cambiamento climatico orientato a raccogliere risorse per finanziare chi opera attivamente o in forma indiretta per sostenere le pratiche e gli investimenti degli attori economici che contribuiscono a migliorare gli impatti ambientali sul pianeta, riducendo e mitigando l’avanzamento dei cambiamenti climatici. Un’obbligazione che serve a sostenere, attraverso la concessione di finanziamenti e altre linee di credito, imprese che Banca Etica ha valutato positivamente sotto il profilo economico e sociale/ambientale.
Nel medesimo orizzonte si colloca poi l’adesione a Italia Economia Sociale, il programma di incentivi del Ministero delle Imprese e del Made In Italy rivolto alle imprese che svolgono attività di utilità sociale e di interesse generale. La misura governativa promuove infatti la diffusione e il rafforzamento dell’economia sociale, sostenendo la nascita e la crescita delle organizzazioni che ne fanno parte in tutto il territorio nazionale, prime fra tutte le imprese sociali – ma anche cooperative sociali, Onlus e alcune imprese culturali e creative –, che potranno dunque accedere a un finanziamento agevolato di durata fino a 15 anni in caso di investimenti importanti, da 625 mila euro a 10 milioni di euro.
Come registrato in piena trasparenza dal Report di Impatto 2023, la disponibilità di capitale sociale ha permesso a Banca Etica di erogare nel 2022 nuovi crediti per 407,3 milioni di euro, dei quali il 65% verso organizzazioni e imprese e il restante 35% verso Persone e famiglie. Circa un quarto dei nuovi impieghi – il 24,8% – è andato a organizzazioni senza scopo di lucro o imprese sociali.
I 78,3 milioni di euro erogati a organizzazioni e imprese – di cui il 98% di questi è considerato come credito a impatto – hanno condotto alla creazione diretta di 2.338 posti di lavoro in Italia e Spagna. Sociale, Collettività, Ambiente, Internazionale, Legalità e diritti sono le macro aree in cui Banca Etica ha impiegato le proprie risorse, nel rispetto dell’art. 5 del proprio Statuto in cui si legge che “la finanza eticamente orientata è sensibile alle conseguenze non economiche delle azioni economiche”.
«Ciò di cui abbiamo bisogno – afferma la presidente Fasano nell’editoriale citato sopra – è invertire gli equilibri e rendere predominante una finanza responsabile che metta la tutela del lavoro al centro delle scelte, condividendo l’idea di un futuro di benessere collettivo. Una finanza che analizza e rendiconta gli impatti della propria attività nel creare e propagare il lavoro di qualità, negando ogni supporto a chi genera invece impatti sociali e ambientali negativi sugli occupati e sui territori (sfruttando le persone, inquinando, producendo armi…)». Questo è ciò che la finanza etica vuole fare e che Banca Etica si impegna quotidianamente a realizzare, col contributo dei risparmiatori responsabili.
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