Fattoria di Chiara e Arianna, a scuola con gli asinelli nel cuore di Roma – Io Faccio Così #394
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Roma, Lazio - Non so dire esattamente quando succeda, ma di punto in bianco ti ritrovi dal traffico strombazzante romano a essere immerso nei suoni della campagna. È un ottobre che sembra ancora agosto, il sole abbacina gli occhi, ti guardi intorno quasi incredulo. Tecnicamente siamo ancora ben dentro la metropoli, in zona Pisana, a pochi minuti di auto da Trastevere, eppure osservando i contorni dolci dei balzi verdi tutti attorno non si direbbe. È bastato un attimo, il tempo di scambiare due parole con Daniela che siede accanto a me, e la surreale transizione è avvenuta.
Troviamo ad attenderci Filippo, che oltre a essere un amico e socio di Italia che Cambia da anni oggi ci accoglie in veste di genitore. Sua figlia va a scuola da Bimbi in natura, il progetto educativo della Fattoria di Chiara e Arianna: è grazie a lui che abbiamo scoperto questa realtà. Mentre conosciamo le educatrici e la fondatrice del progetto, i bambini e le bambine ci scorrazzano attorno, incuriositi dalla nostra presenza e dalla strana attrezzatura che portiamo con noi: una telecamera, lunghi cavi audio arrotolati, un treppiede. Hanno appena fatto colazione con carote e finocchi, è tempo di portare gli avanzi ai polli e ai conigli e poi andare a salutare le asinelle.
LA FATTORIA DI CHIARA E ARIANNA
Chiara e Arianna sono le due figlie di Manuela Merlo, fondatrice del progetto e Presidente della Fondazione Fattoria di Chiara e Arianna Onlus. La fattoria, ci spiega Manuela, è nata nel 2010 a sostegno di persone con disabilità, ma l’idea è sorta molto prima, nei suoi sogni di bambina. Gli 8 ettari di terreno su cui sorge – che comprendono alcune strutture in muratura e in legno, un lungo pergolato, un’area recintata con polli e conigli e svariati ettari di terreno dove vivono diverse asinelle – sono di proprietà della sua famiglia.
Fin da piccola Manuela sognava di fare delle attività in quel luogo, aprirlo alle persone, farlo vivere. L’arrivo della prima figlia Chiara, una bambina autistica, ha fatto sì che il progetto prendesse forma e si indirizzasse in particolare all’inclusione di bambini con bisogni speciali.
«Nel 2010 – continua Manuela Merlo – vengo contattata da un gruppo di operatori che avevano delle asinelle sulle sponde del Tevere che era esondato e avevano acqua fino alle ginocchia; decido di accoglierli qua e inizio una collaborazione con la loro cooperativa, che si occupava anche di disabilità». Il terreno e tutte le strutture che vi sorgono vengono quindi messi a disposizione gratuitamente per una serie di attività legate al benessere psicofisico di bambini e bambine autistiche. In seguito viene aperto un centro di Terapia multisistemica per l’autismo (Tma), gestito da un gruppo specializzato per ragazzi e bambini dello spettro autistico o con disturbi dell’apprendimento.
Negli anni, pur mantenendo un focus specifico su disabilità e autismo, la Fattoria di Chiara e Arianna si è aperta anche ad altri tipi di attività e a tutte le persone perché, ci spiega Manuela, «c’era un gran bisogno di vivere a contatto con la natura, riscoprire tempi più lenti». Ci sono diversi momenti di apertura al pubblico ogni settimana in cui le persone e le famiglie possono andare a trascorrere qualche ora immersi nella natura e in compagnia degli animali e poi organizziamo eventi specifici, basati spesso sull’interazione fra i bambini le asinelle. Sul sito della Fattoria di Chiara e Arianna e sui suoi canali social si può scaricare il programma completo delle attività.
LA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA E LA CAMPAGNA DI RACCOLTA FONDI
Ma come sta in piedi economicamente questo progetto? Come ci racconta ancora la Presidente che «il fatto che il terreno e la struttura li mettiamo noi gratuitamente, sicuramente aiuta a far quadrare i conti. Poi ci sono alcune attività a pagamento, ma cerchiamo di tenere i costi sempre molto bassi e laddove ci sono famiglie e persone con difficoltà siamo stati sempre disposti ad accoglierli o ad aiutarli. Invece tutti i bambini e ragazzi con bisogni speciali vengono qui gratuitamente».
Nel momento in cui pubblichiamo questo articolo, è da poco partita una campagna di raccolta fondi per realizzare dei nuovi giochi all’interno de giardino. Si tratta di giochi in legno inclusivi, che «vanno bene sia per bambini e ragazzi normotipici anche per bambini e ragazzi con bisogni speciali. Con queste attrezzature potremo fare anche attività di psicomotricità più specifiche per chi ne avesse bisogno».
L’EDUCAZIONE OUTDOOR: BIMBINATURA
Una delle attività più significative nate negli ultimi anni all’interno della Fattoria di Chiara e Arianna è Bimbinatura (qui il sito), un progetto di educazione outdoor per bambini dai 18 mesi ai 6 anni. Come ci racconta l’educatrice Irene Castrucci, «il progetto è nato nel 2016 da un gruppo di mamme che volevano un’educazione esperienziale per i loro figli in cui anche loro essere partecipi. Le famiglie possono partecipare alle attività».
Il modello educativo è quello dell’outdoor education, di cui abbiamo parlato spesso. I principi sono pochi, semplici, ma estremamente efficaci, riassumibili in due citazioni: “La migliore maestra è la natura” e “non esiste buono o cattivo tempo ma solo buono o cattivo equipaggiamento”. Qui a Bimbinatura i bambini e le bambine arrivano al mattino, fra le 8:30 e le 9:40, e dopo una prima fase di accoglienza, in cui posso chiedere alle educatrici di leggere loro un libro, giocare liberamente o andare a salutare gli animali, fanno merenda con frutta e verdura – tutta l’alimentazione è vegetariana, per poter garantire qualità e provenienza del cibo.
Dopo la merenda ci sono varie possibili attività: «Abbiamo una programmazione annuale – continua l’educatrice – fatta dall’equipe educativa e ogni giorno c’è una esperienza diversa. Il lunedì siamo al campo, c’è anche una casetta sull’albero, le altalene, l’arrampicata. Martedì attività grafico/pittoriche, sempre grazie alla natura. Il mercoledì è dedicato alla cura e alla relazione con le asinelle. Il giovedì ci spostiamo in collina, dove si possono trovare piccoli tesori, aculei, foglie, tane di altri animali».
I genitori, se vogliono, possono partecipare alle attività. Altrimenti possono tornare a casa/lavoro, ma possono anche approfittare di alcuni spazi della fattoria per fare smartworking. Come ci spiega Filippo Bozotti, che ha aiutato anche a realizzare l’orto della Fattoria ed è padre di una bambina che partecipa alle attività, «io resto spesso qui a lavorare. Mi porto il laptop da casa e ho un ufficio immerso nel verde».
Filippo, come detto in apertura, è anche un nostro socio e amico e prima di andarcene ci fermiamo – io, lui e Daniela Bartolini, collega giornalista nonché presidente di Italia che Cambia Cooperativa Impresa Sociale – a commentare la giornata e il progetto. «Le storie di educazione in natura – commenta Daniela – sono spesso fra quelle più apprezzate dai nostri lettori e lettrici, ma in molti pensano che vivendo in città non possono avervi accesso. Ecco, qui siamo a pochissimi chilometri dal centro e i bambini abbiamo 8 ettari di campagna».
«Noi abitiamo a Trastevere – racconta Filippo – e cercavo un posto come questo. Da quella zona di Roma ci metto 20 minuti, ma grazie a questo piccolo sacrificio mia figlia respira aria pulita, mangia cibo sano e sta all’aperto per almeno 8 ore al giorno. Qui si fa educazione outdoor vera, non è uno slogan». E conclude: «Per me la cosa incredibile è che in pochi conoscono la Fattoria di Chiara e Arianna. Chiunque dovrebbe mandare qui i propri figli».
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