Al via COP28: ecco i dubbi, le speranze e le raccomandazioni di chi ci sarà
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Ci siamo: inizia oggi giovedì 30 novembre – e durerà sino al 12 dicembre – a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, la Conferenza ONU delle Parti sul clima COP28. La COP28 non parte sotto i migliori auspici. Prevale infatti lo scetticismo di fronte alla lentezza dell’azione politica mondiale, la cui attenzione oltretutto è assorbita dall’emergenza drammatica dettata dai fronti di guerra che si sono aperti.
Nel frattempo la crisi climatica non lascia tregua, segnata dal continuo aumento della temperatura media globale e da eventi estremi sempre più intensi come siccità, ondate di calore e alluvioni, che causano gravi conseguenze sugli ecosistemi e sulla vita e la salute delle persone in molte parti del pianeta. Una situazione di gravità tale da imporre un’attenzione crescente da parte della società civile e dell’opinione pubblica mondiale e che ha spinto lo stesso Papa Francesco ad annunciare la propria presenza alla COP28.
QUALI ASPETTATIVE PER LA COP28
La COP di Dubai si concentrerà sul primo bilancio globale dei progressi compiuti verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo sul Clima di Parigi (Global Stocktake). La situazione che avanza a rilento renderà necessario cercare di aumentare l’impegno sia in materia di mitigazione, cioè di riduzione delle emissioni di gas serra, che di adattamento, ossia le azioni per ridurre e gestire gli impatti dei cambiamenti climatici.
«Consigliamo comunque di mantenere alta la speranza, anche se non tutto andrà come adesso ci auguriamo, perché è con questa speranza e attenzione che un passo alla volta, un’azione alla volta, possiamo portare la collettività nella direzione migliore per salvarci e vivere al meglio i prossimi decenni», osserva Sofia Farina, fisica, dottoranda in meteorologia alpina all’università di Trento, da tanti anni dedita all’attivismo e alla causa ambientale, specialmente in connessione alle terre alte, e nel board di CIPRA International e presidente di Protect Our Winters Italia.
A Dubai una particolare attenzione sarà rivolta alla questione dei finanziamenti, per ora promessi ma non ancora realmente impegnati, specie per le politiche di adattamento e per le cosiddette “perdite e danni”, cioè quei fondi destinati perlopiù ai Paesi più poveri costretti a subire impatti da eventi estremi sempre più gravi e che non possono essere evitati.
L’Unione Europea si presenta con un’agenda ambiziosa, proponendosi con un ruolo di leader mondiale nell’azione per il clima, ma dovrà fare i conti con potenze come Cina, India e Russia, orientate a rallentare il necessario processo di eliminazione dell’utilizzo dei combustibili fossili, lasciando inalterato il sistema attuale per privilegiare soluzioni tecnologiche come la cattura e lo stoccaggio di gas serra. Soluzioni che sono definite invece del tutto insufficienti in relazione agli obiettivi di mitigazione da parte della comunità scientifica.
Secondo Climate Action Tracker, gli obiettivi energetici degli Emirati Arabi – il 50% di energia prodotta da fonti pulite e rinnovabili entro il 2050 – sono “altamente insufficienti“. «Proprio per il ruolo centrale che gli Emirati Arabi assumono nel mondo dei combustibili fossili è importante dialogare con loro», sottolinea Sofia Farina. «Sono il giocatore fondamentale di questa partita e anche se probabilmente questo dialogo sarà complicato, è fondamentale per cambiare le sorti del pianeta».
È però opinione di molti osservatori che non sarà di aiuto il fatto che la presidenza della COP28 sia affidata a Sultan Al Jaber, a capo della compagnia petrolifera nazionale degli Emirati Arabi Uniti ospitanti. Sarà pertanto indispensabile una pressione molto forte da parte delle organizzazioni che rappresentano la società civile, affinché le decisioni negoziate dalla Conferenza non si limitino a promesse tese solo a ritardare le necessarie azioni da intraprendere.
IL PROGETTO “RACCONTA IL CLIMA ALLA COP28”
Anche il Trentino cerca di fare la sua parte promuovendo una serie di attività di sensibilizzazione rivolte alle scuole, all’università e al pubblico trentino in generale nell’ambito del progetto “Racconta il clima alla COP28”. Il progetto intende accrescere la consapevolezza sulla situazione di emergenza climatica, sia a livello globale che locale, attraverso percorsi di formazione e partecipazione rivolti innanzitutto ai giovani. Un team composto da dieci persone, tra giovani precedentemente selezionati ed esperti, in veste di accompagnatori, parteciperà attivamente agli eventi in programma e contribuirà con articoli e materiale informativo a documentare quanto accadrà prima, durante e a seguito della COP28.
La delegazione trentina avrà il compito di raccontare l’evento internazionale della COP28 dal punto di vista dei giovani, mediante l’utilizzo di tecniche di giornalismo partecipativo e la produzione di articoli, foto, podcast e video che saranno diffusi attraverso i social media. I partecipanti al progetto seguiranno la prima settimana della COP28 da Trento, partecipando agli eventi in programma da remoto, mentre nella seconda settimana saranno in presenza a Dubai, dove lavoreranno in squadra con una trentina di giovani di altri Paesi. Il gruppo utilizzerà come piattaforma di diffusione il sito e gli account Facebook e Instagram dell’Agenzia di Stampa Giovanile, fondata dall’Associazione Viração&Jangada, oltre ad altri mezzi di comunicazione più tradizionali, come giornali, radio, riviste locali e nazionali.
In vista dell’imminente trasferta dei ragazzi e delle ragazze del progetto, non posso che concludere raccogliendo le loro sensazioni in questo momento in cui il medio oriente sta attraversando uno dei periodi più bui della storia recente. «Onestamente, ci sentiamo in pensiero», risponde Sofia. «Ciò che sta succedendo in Medio Oriente da un mese e mezzo mi scuote nella quotidianità che passo nelle Alpi e immagino si sentirà con anche maggiore intensità una volta che ti troveremo a Dubai. Ammetto inoltre che anche il pensiero della grande concentrazioni di personaggi illustri e potenti in un solo luogo mi preoccupa, in un periodo di così grande instabilità internazionale. Saremo 70.000 anime a COP28, sono molto curiosa».
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