23 Nov 2023

Ambiente Chiama: promuovere una cultura alimentare sana fa bene al nostro corpo e al pianeta

Scritto da: Salvina Elisa Cutuli

Alimentazione, allevamenti intensivi, sostenibilità, obesità, salute sono alcuni dei temi al centro del progetto “Ambiente Chiama” promosso da ISDE Modena e la Rete ARIA. Un progetto che pone molta attenzione allo spreco alimentare, alla riduzione dei rifiuti, ma soprattutto alla possibilità di promuovere una cultura alimentare sana ovunque e alla portata di tutti.

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Modena, Emilia-Romagna - Secondo la FAO il 42% della popolazione mondiale non ha una dieta sana e siamo ancora lontani dal raggiungimento degli obiettivi previsti dall’Agenda 2030, che tra i 17 goals prevede anche di azzerare la fame, realizzare la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere l’agricoltura sostenibile. In Italia il 42% della popolazione è in sovrappeso e il 10% di essa è obeso. Il sovrappeso cresce tra i giovani, nei bambini, nelle categorie svantaggiate, ma anche nei ceti più ricchi. Ecco perché informare ed educare sui temi dell’alimentazione, della qualità e dei prodotti che ogni giorno si mettono a tavola ha una grande rilevanza.

Mangiare sano significa stare bene – lo sosteneva già Ippocrate nel 400 a.C. – e significa pure salvare il pianeta. I cittadini infatti con le loro scelte e con la loro partecipazione possono influenzare le scelte dell’offerta alimentare. La dieta mediterranea è riconosciuta nel mondo come adatta a questo traguardo, anche se spesso si fa confusione attribuendole tradizioni di usanze e pietanze che i nostri avi non avevano di certo. La vera dieta mediterranea sarebbe prevalentemente vegetariana, così come lo era l’alimentazione dei nostri nonni. La carne si consumava solo per le feste e comunque, come dimostrano le popolazioni ultracentenarie sparse nel mondo a partire da quelle in Sardegna, molto raramente.

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È con queste convinzioni che ISDE – l’Associazione Medici per l’ambiente – sezione di Modena e la Rete ARIA hanno deciso di promuovere il progetto “Ambiente Chiama”, che ha il fine di promuovere una cultura alimentare sana, alla portata di tutti e compatibile con la salvaguardia ambientale, come raccomandato dalle istituzioni scientifiche e dall’OMS.

«Spesso ci è capitato di ritrovarci in eventi in cui si parla tanto di ambiente e salute alimentare e poi, a conclusione della chiacchierata, quanto proposto nel menù della serata non aveva nulla a che vedere con l’alimentazione sana né con la sostenibilità. Da qui l’idea di un progetto che possa coinvolgere chiunque mette a tavola le persone, a qualsiasi titolo, dalle feste popolari ai ristoratori, alle mense scolastiche, riunire tutti coloro che dovrebbero occuparsi di ecosostenibilità», commenta Eva Rigonat, medico veterinario ISDE Modena.

La dieta mediterranea consente la riduzione degli allevamenti intensivi di cui ormai conosciamo tutti gli effetti negativi

Ambiente Chiama coinvolgerà quindi diversi soggetti che dovranno rispondere a una “chiamata”. Nella prima fase sono stati invitati a rispondere i cittadini: a loro è stato chiesto di indicare, tramite una griglia illustrata sotto forma di questionario, in quali locali di Modena e provincia è possibile comporre, da menù, un pasto sano aderente alla dieta mediterranea che consente, oltre alla presenza di alimenti a base di proteine animali – latticini, carne, uova –, anche un’ampia scelta di alternative vegetali, quali legumi, funghi, verdura e frutta. L’attenzione è rivolta anche allo spreco alimentare e alla riduzione dei rifiuti.

«Per dare al progetto anche un valore formativo e informativo abbiamo pensato di coinvolgere la cittadinanza chiamata a indicare i luoghi dove va a mangiare e le offerte proposte. Grazie alla Rete Aria, che mette insieme tante associazioni che in modi diversi si occupano di ambiente, con Ambiente Chiama siamo riusciti a ricevere circa 60 segnalazioni di ristoranti da parte degli utenti. 13 hanno passato il vaglio e sono entrati nell’elenco “positivo”. L’idea è contattare coloro che non hanno superato l’“esame” e dare loro anche piccoli accorgimenti per modificare il menù», continua Eva Rigonat.

piatto della salute

La compilazione del questionario di Ambiente Chiama consente il completamento dell’elenco dei ristoranti, già presenti in una decina sul sito ISDE, in grado di fornire ai cittadini anche un servizio per orientarsi nella loro scelta in occasione di un’uscita. Nel tempo il progetto vedrà il coinvolgimento di tutte le tipologie di gestori di punti di ristorazione – bar, trattorie, ristoranti, mense private ed istituzionali, manifestazioni popolari – e delle scuole con particolare attenzione per quelle alberghiere. Una corretta scelta alimentare individuale non basta a cambiare il mondo, ma la sensibilizzazione di sempre più larghe fasce di popolazione che collaborano è l’unica strada percorribile per coinvolgere la politica e generare un cambiamento a vantaggio della nostra salute e di quella del pianeta.

«La dieta mediterranea consente la riduzione degli allevamenti intensivi di cui ormai conosciamo tutti gli effetti negativi. Se ciascuno mangiasse secondo il piatto della salute, essi non sarebbero necessari. Questo non vuol dire eliminare del tutto le proteine animali, ma ridurle a quel quantitativo che è sano per la salute. Non è semplice però cambiare le abitudini alimentari, soprattutto qui in Emilia Romagna, dove capita di ritrovare un intero pasto, dall’antipasto al dolce, con ingredienti di origine animale. Altre regioni hanno comunque una forte proposta di verdure, dai primi ai secondi, e noi stiamo cercando di smontare la convinzione che questo tipo di alimentazione rispecchia la tradizione», sottolinea Eva Rigonat.

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Il progetto “Ambiente Chiama” affronta davvero molto aspetti collaterali al tema dell’alimentazione e a tal proposito sono previsti anche una serie di incontri con le scuole in cui evidenziare le conseguenze di un certo tipo di alimentazione per i paesi ricchi e per quelli poveri, i livelli di obesità infantile, gli effetti sulla salute. «Ci sembrava importante e utile poter porre a confronto consumatori e chi fornisce servizi e metterci dentro la scolarizzazione e l’educazione, l’interesse economico, la sensibilità ambientale. Abbiamo incontrato un po’ di resistenza, ma speriamo che le prossime fasi abbiano maggiori consensi».

«Abbiamo già un primo elenco, siamo in contatto con i ristoratori e speriamo di poter contribuire a diffondere una maggiore consapevolezza per una diversa cultura alimentare», conclude Eva Rigonat. Il progetto è facilmente replicabile, in tutto o in una sua parte, per la sua semplicità strutturale, da qualsiasi associazione presente su un territorio. Per visionare il questionario, leggere le indicazioni per la composizione e il riconoscimento di un pasto sano per la salute e il pianeta clicca qui.

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