11 Ott 2023

Rosa Mancini e le Poesie Metropolitane: “Dobbiamo avere il coraggio di emozionarci”

Scritto da: Brunella Bonetti

La poesia è uno dei pilastri su cui poggia la vita di Rosa Mancini, che della parola – scritta, pronunciata o anche solo contemplata in silenzio – ha fatto una missione. Rosa è infatti fra le fondatrici di Poesie Metropolitane, un progetto attraverso cui cerca di portare bellezza, cultura e inclusione nella strade della città proprio attraverso la poesia.

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Campania - Siamo con Rosa Mancini, poeta napoletana e una delle anime di Poesie Metropolitane, progetto culturale partenopeo di cui vi abbiamo parlato qui. Attraverso iniziative artistiche, letterarie, di approfondimento, inclusione e creatività, il gruppo di Poesie Metropolitane ha come finalità proprio la riqualificazione poetica dell’urbano, la valorizzazione di poeti e autori e la diffusione della bellezza nel sociale.

Soprattutto per Rosa, che ne è la presidentessa, Poesie Metropolitane rappresenta una continua evoluzione positiva. Tra i molti traguardi e soddisfazioni, le ha dato l’opportunità di conoscere tante persone, stringere rapporti significativi, viaggiare, scoprire tanti luoghi e fare qualcosa di concreto per il sociale. Soprattutto, le ha insegnato a credere nei sogni, la cosa che ci rende vivi. E il suo sogno, fin da bambina, è sempre stato scrivere: un viaggio necessario, un modo per dare forma al linguaggio interiore dell’anima.

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La scrittura per lei è stata un miracolo, è riuscita a salvarla e a migliorarla. Questa giovane Moderna Persefone ci ricorda che, quando diamo spazio alle parole scrivendole sul foglio bianco, stiamo dando voce ai nostri sentimenti, alla nostra comunicazione non verbale e silenziosa che si fa la verità assoluta e porto sicuro in cui rifugiarsi.  

Ciao Rosa, raccontaci un po’ di te.

Sono nata a Napoli, nel mese più caldo dell’anno e qui vivo. Sono mamma di due meraviglie, Anita e Pietro, due gemelli di poco più di un anno. Ho studiato a Urbino, ricordo il periodo universitario a uno dei più belli in assoluto: ho conosciuto e vissuto con tante persone, provenienti da tutta Italia. Prima ho scelto il giornalismo perché avevo il desiderio di rappresentare al meglio la realtà che mi circondava. Poi ho intrapreso una strada similare: lavorare in un quotidiano curandone la parte commerciale, il che non mi dispiace perché è un lavoro creativo e culturale. 

Ho diverse cicatrici ho imparato a guardarle e accettarle. E spesso le ho curate rifugiandomi nella scrittura, nella poesia, nel silenzio e nella lettura. La mia vita oggi è intensa: lavoro, faccio la madre e mi dedico ai miei sogni. Dal 2012 lavoro come agente pubblicitario e sono Presidente dal 2015 dell’associazione culturale no profit Poesie Metropolitane.

poesie metropolitane5
Come nasce Poesie Metropolitane?

Questo, che all’inizio era solo un gruppo Facebook nasce da un’idea molto semplice: “Tappezzare la città di Napoli con manifesti poetici”, sostenuta all’epoca da un mio caro amico, Alessandro Tolino. Così nel 2015 realizzammo il nostro primo evento a Vico Vasto a Chiaia e riempimmo un pannello di ferro posto ai piedi di un palazzo antico di Napoli, Palazzo D’Avalos, di poesie di autori e scrittori emergenti o amanti della poesia. Fu un successo immediato. Già allora il desiderio era dare voce all’inedito e allo stesso tempo bellezza in quei luoghi ove vi è la necessità di poesia. 

Che significato ha per te e per gli altri che ne fanno parte questa associazione?

Questo progetto per me è stato un miracolo. Mi ha dato la spinta per uscire da situazioni che mi avevano profondamente delusa. In quel periodo la mia scrittura era come una scheggia, una folle che voleva solo mettere nero su bianco tutte le parole e le emozioni. Il 2015 è stato per me è un anno molto importante, anche per l’uscita del mio primo libro Monologo di un abbandono, edito dalla casa editrice LFA Publisher.

Mi sono guardata allo specchio e mi sono rimproverata di non avere abbastanza coraggio per scegliere

Poesie Metropolitane è uno dei miei sogni, ma anche di tutti quelli che oggi ne fanno parte. È l’idea che le cose che partono dal basso, se fatte insieme, possono sicuramente portare a benefici e cambiamenti, anche sul territorio in cui viviamo. Dare voce e spazio a chi non li ha, riqualificare l’urbano con l’intervento della poesia è una cosa bellissima.

Cosa vuol dire e che valore ha oggi fare poesia ed eventi connessi con l’arte nella tua città?

Poesia significa tante cose, per me è sinonimo di bellezza. Fare poesia significa avere il coraggio di emozionarsi e condividere il proprio io con gli altri senza timore di essere giudicati, senza paura di dire le cose. È la forma più nobile dell’arte. È coraggio, le parole raccontano il coraggio. Fare poesia per il territorio significa avere il desiderio di migliorarlo e la poesia è una strada che può incrociarsi con altri linguaggi artistici. È portatrice sana di felicità. Tanti sono stati gli eventi e le manifestazioni che hanno generato altre situazioni similari, in un effetto a catena positivo. Tante altre hanno portato i cittadini a prendersi più cura dei luoghi. 

Come vivi la tua napoletanità?

Sono metropolitana perché mi sento connessa con ogni emozione che mi trasmette l’urbano, con Napoli ho un legame romantico, creativo, profondo e unico.

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Cosa è cambiato in te dopo aver attraversato questo processo di creazione e crescita in Poesie Metropolitane? 

La crescita è indiscussa. Sono cresciuta molto nel progetto, tanto che c’è il desiderio inconscio di dedicarmi solo a questo. A volte bisogna però restare con i piedi per terra, perché i sogni si scontrano spesso con la realtà. Mi piacerebbe vivere di sola poesia, spesso me lo dico anche ad alta voce. Mi sono guardata allo specchio e mi sono rimproverata di non avere abbastanza coraggio per scegliere.

Ma se ci penso, la mission dell’associazione non ha finalità economiche, bensì sociali. Crediamo molto nel no profit, riceviamo donazioni dalla comunità e i fondi raccolti da cittadini o privati sono reinvestiti nl progetto. Sicuramente abita in me l’idea di aprire un’attività editoriale, ma questa è al momento ancora un’idea che spero in futuro di trasformare in qualcosa di concreto. Ma è un’idea diversa, che viaggia su un binario diverso da Poesie Metropolitane. 

Cosa consiglieresti alle Moderne Persefone che, come te vogliono impegnarsi per valorizzare l’arte, la poesia, la cultura e l’impegno civico e sociale, pur conducendo una vita “normale”? 

Di non arrendersi e battersi per i propri sogni. Di essere tenaci e credere in sé stesse. Di provarci e cambiare strada se non è quella giusta.

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