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Imperia - Mani impiastrate, piedi nudi nell’erba e grembiuli inzaccherati. Dal 2016 a Camporosso, una piccola città in provincia di Imperia, esiste Karibu, un micronido in cui i bambini possono scoprire e imparare in maniera libera, sicura e secondo i loro modi e tempi individuali. Nasce dall’idea di tre ragazzi con il sogno di creare qualcosa di diverso e di utile per la comunità, in linea con i loro principi: l’apprendimento basato sulla sensorialità scevra da scopi e obiettivi e l’amore e il rispetto per la natura. Ne ho parlato con Emanuela Lava, una delle titolari.
Emanuela, raccontaci un po’ chi sei, cosa hai studiato e di che cosa ti occupi.
Sono Emanuela Lava e sono un’educatrice della prima infanzia. Mi sono specializzata in questo ambito a Torino nel 2010 e in seguito ho lavorato diversi anni in asili nido in Piemonte e in Liguria, dai quali ho assorbito e imparato molto. In quegli anni di esperienza ho incrociato diverse persone e realtà che mi hanno influenzato ognuna a suo modo e col passare degli anni ho avuto sempre più chiaro quello che avrei voluto proporre io. Nel 2015 quindi, avendo maturato una certa esperienza nel settore, ho sentito l’esigenza e la voglia di avviare un servizio educativo che rispecchiasse la mia idea di infanzia e di educazione.
Ti va di raccontarci cosa ha reso possibile realizzare questo tuo progetto?
L’occasione che ha reso possibile trasformare queste idee in qualcosa di concreto è stato l’incontro con Francesca Morgante e Andrea Floris, rispettivamente una psicologa e un educatore ambientale. Parlandone con Andrea che è un gran sognatore ci siamo chiesti: “Perché non ci informiamo su come fare?”. Lui è sempre stato legato al discorso sull’educazione in natura, con l’idea di avvicinare i bambini a questi temi.
Poco dopo mi ha presentato una sua amica così ho conosciuto Francesca. Ci siamo piaciute fin dal primo momento e abbiamo deciso di condividere questo percorso. Mettendo insieme influenze e suggestioni diverse ma affini, l’idea che avevamo in testa è diventata un progetto. All’inizio è stato un vero e proprio salto nel vuoto, ma a distanza di anni Karibu è ancora qui! Purtroppo Andrea dopo circa un anno ha intrapreso altri progetti, ma Francesca e io abbiamo tenuto duro!
Quando apre effettivamente Karibu?
Karibu apre ufficialmente a ottobre del 2016 nel centro storico di Camporosso, cittadina dell’entroterra imperiese, dopo un anno e mezzo di progettazione e ristrutturazione. Abbiamo scelto il nome Karibu perché in lingua swahili vuol dire “benvenuto”. All’epoca era nato come centro per bambini e bambine, che non è propriamente un asilo nido, ma un servizio educativo che viene definito integrativo poiché non prevede la somministrazione dei pasti e del riposo pomeridiano. Accoglieva un massimo di venti bambini di età compresa tra 16 e i 36 mesi.
Vi rifate a un modello educativo specifico?
Non ci rifacciamo a una metodologia specifica, siamo influenzati da diverse metodologie educative. Tra le nostre fonti d’ispirazione possiamo trovare un po’ del metodo Montessori, un po’ del Reggio Emilia Approach, ma anche un po’ di Steiner: le influenze sono state tante e non smettiamo mai di aggiornarci.
Come scelta educativa tutti i giochi sono di materiali naturali come per esempio legno, stoffa, metallo e mai plastica. Questo perché durante i primi anni del bambino la conoscenza del mondo avviene attraverso i sensi e questo fatto è fondamentale per tutto quello che si progetta per la prima infanzia. Le informazioni che ottengono dal contatto con i materiali sono quindi fondamentali per loro. I materiali naturali sono molto più ricchi dal punto di vista sensoriale rispetto alla plastica. Hanno profumi e pesi diversi, si distinguono al tatto, ce n’è di più o meno ruvidi e più o meno lisci. Tutta questa varietà arricchisce il bambino. Per questo ci teniamo ed è una delle caratteristiche che ci contraddistinguono.
Un altro nostro caposaldo è permettere loro di vivere gli spazi esterni come esperienze educativa. Attraverso le passeggiate, utilizzando una cordicella per non disperderci, viviamo il paese, il centro storico e incontriamo le persone. Inoltre utilizziamo il giardino come un’aula a cielo aperto, incentivando esperienze con gli elementi che la natura stessa offre e che cambiano con la stagionalità. D’estate per esempio ci sono le spighette, in primavera i soffioni, d’autunno le foglie e i funghi. Il nostro è un giardino molto vivo. Lo spazio esterno insomma viene vissuto come un’esperienza formativa.
In questa fascia di età in cui si impara attraverso i sensi si deve essere nelle condizioni di sperimentare liberamente e immergersi nell’esperienza con i tempi e i modi che si preferiscono
Dunque, nel concreto, che cosa fate fare ai bimbi a Karibu?
Le nostre proposte educative hanno sempre come punto centrale la sensorialità. Attraverso l’utilizzo dei sensi alleniamo una serie di abilità. Ci sono attività semplici come travasi e manipolazioni che allenano la motricità fine, giochi di movimento che allenano quella globale, proposte artistiche di vario genere basate sul segno e sulla traccia, in cui i vari tipi di motricità si mescolano tra loro e con la creatività.
Importante è anche il gioco destrutturato ovvero il gioco in cui si utilizzano oggetti o materiali tendenzialmente di recupero che non hanno una funzione prestabilita univoca ma che possono essere interpretati dai bambini in molteplici modi. Possiamo usare scatole, mattoncini, rocchetti, tappi di sughero, che stimolano la creatività del bambino. Mentre una scatola per un bambino può trasformarsi in una barca, in un cappello o in una torre, i giocattoli con uno scopo univoco non possono.
Un caposaldo del nostro approccio prevede di apparecchiare l’esperienza creando un setting con i materiali proposti, ma di non dare indicazioni specifiche su cosa si deve fare, lasciando il bambino libero di sperimentare. In questa fascia di età in cui si impara attraverso i sensi si deve essere nelle condizioni di sperimentare liberamente e immergersi nell’esperienza con i tempi e i modi che si preferiscono.
Come è cambiato Karibu negli anni?
La situazione col passare del tempo si è evoluta. Dopo anni di esperienza come centro per bambini e bambine, abbiamo deciso di fare un importante passaggio e diventare micronido. Per questo abbiamo dovuto diminuire la capienza passando a un massimo di tredici bambini, ma abbiamo potuto aumentare la qualità dell’offerta proposta, implementando i momenti di routine forniti come quelli del pasto e della nanna che sono momenti altamente formativi ed educativi e che hanno grande importanza a livello pedagogico. Inoltre il range di età si è allungato, diventando dai 3 mesi ai 3 anni.
Cosa dicono di voi i genitori dei bambini e quali progetti avete per il futuro?
Il riscontro che stiamo avendo è molto buono, siamo felici e soddisfatte e le nostre idee sono in continua evoluzione! Abbiamo molta richiesta e purtroppo non riusciamo a soddisfare tutti. Per questo tra i progetti futuri sicuramente vorremmo avere uno spazio più grande per accogliere più bambini e implementare il servizio. Tra i progetti più imminenti invece c’è la richiesta di accreditamento alla Regione Liguria. Potete contattarci tramite Facebook, Instagram e tramite l’e-mail karibu_camporosso@hotmail.com.
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