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Si considerano un filo prezioso che unisce le persone sordocieche con il mondo esterno. Parliamo della Lega del Filo d’Oro, che in ogni momento della giornata si prende cura di coloro che hanno bisogno, facendo in modo che non siano mai soli.
IL CODICE ETICO IN CINQUE PUNTI
La Lega del Filo d’Oro ha istituito un codice etico che si basa sul alcuni fondamentali concetti. Il primo è quello del Rispetto: rispettare le persone attraverso l’accoglienza, la disponibilità, l’osservanza delle regole ma anche rispettare la Fondazione nell’utilizzo delle strutture e dei beni. C’è poi la Professionalità, ovvero svolgere la propria mansione con efficienza, correttezza e responsabilità nell’uso del tempo e degli strumenti.
Lealtà per la fondazione significa invece conoscere e rispettare con diligenza il Modello Organizzativo e le Leggi vigenti. Valorizzando la Correttezza intende perseguire solo i suoi obiettivi generali, escludendo fini personali, conflitti di interesse e vantaggi per terzi. Infine, l’ultimo concetto è quello della Riservatezza: assicurare massima riservatezza su informazioni costituenti il patrimonio della Fondazione o inerenti alle attività.
I DATI
Nel 2016 la Lega del Filo d’Oro, in collaborazione con l’Istat, ha realizzato una ricerca per verificare il numero effettivo delle persone con problematiche legate alla vista e all’udito che vivono in Italia: si stima che siano 189 mila, pari allo 0,3% della popolazione italiana. In relazione alle loro condizioni di vita si pensa che quasi il 60% sia confinato in casa perché non riesce a svolgere le attività minime necessarie.
Questa ricerca mostra inoltre come circa il 65% delle persone con sordocecità è donna e l’88% ha oltre 65 anni. Spesso la sordocecità si accompagna ad altre forme di minorazione come disabilità motorie (oltre il 51%), danni permanenti da disabilità intellettiva (40%), disturbi del comportamento e malattie mentali (32%).
LE STORIE DELLA LEGA DEL FILO D’ORO
Matilde, sportiva e mamma di tre figli, ha perso vista e udito: eppure si prende cura della sua famiglia e porta avanti la sua vita senza arrendersi mai. In seguito alla nascita del suo terzo figlio, la sua miopia era peggiorata al punto da renderla totalmente cieca; in seguito alla vista iniziò a perdere anche l’udito, per questo Matilde decise di rivolgersi alla “Lega”.
Come accade per i più piccoli, anche con gli adulti l’equipe della “Lega”, dopo la diagnosi, inizia a lavorare su un percorso personalizzato, portato avanti grazie alle Sedi territoriali dove operatori e volontari non lasciano mai solo chi ha bisogno di aiuto. Oggi Matilde non si arrende: rappresenta un esempio di forza e determinazione all’interno dell’onlus.
Fiammetta è invece una musicoterapista. Usa i suoni per stimolare le interazioni con i bimbi e farli uscire dall’isolamento. Ma come fa la musica ad aiutare un bambino che soffre di pluriminorazione sensoriale? Il segreto è far sdraiare i bambini sul pianoforte di Fiammetta mentre lo suona: il ritmo musicale li coinvolge, li fa muovere (quando prima non riuscivano nemmeno a muovere gli arti), li fa parlare e interessare agli strumenti musicali. Fiammetta spiega anche che la musicoterapia non è un momento piacevole fine a se stesso: è la chiave che apre la porta della comunicazione per tanti bambini e ragazzi. Si crea un rapporto con il mondo esterno.
I SISTEMI DI COMUNICAZIONE
Siamo abituati a pensare che oltre al nostro linguaggio esista solo la lingua dei segni, eppure esistono diversi sistemi di comunicazione. Il Metodo Tadoma, ad esempio, permette la comprensione tattile del linguaggio verbale ponendo entrambe le mani della persona sul viso di chi parla: il pollice viene appoggiato leggermente sulle labbra di chi parla e ciò permette di rilevare il suo movimento.
Nel Sistema Malossi, la mano di chi riceve il messaggio viene considerata come una specie di “tastiera”. I vari “punti” della mano se vengono battuti leggermente o pizzicati, corrispondono a precise lettere dell’alfabeto e il vantaggio di questo metodo è la possibilità di mettere in comunicazione diretta due persone con sordocecità.
Questo articolo è stato realizzato dagli studenti e dalla studentesse della scuola secondaria di secondo grado Savoia Benincasa a conclusione del progetto“Green Learning”, un percorso formativo sul tema della sostenibilità, che permette di acquisire le competenze per individuare e raccontare una storia di cambiamento e sostenibilità nel proprio territorio. Green Learning è un progetto di Sineglossa, realizzato con il sostegno di Fondazione Cariverona, con il supporto di Comune di Bassano del Grappa, di Italia che cambia e dell’UNIVPM Università Politecnica delle Marche. Per saperne di più ed adottare il progetto nella tua scuola: https://greenlearning.it/
Articolo scritto da: Alessio Astracedi, Tommaso Barchiesi, Matteo Lillini e Federico Ronchitelli dell’Istituto Savoia Benincasa.
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