12 Ott 2023

Da riserva naturale a hotel di lusso: la controversa riqualificazione di Capo Figari

Scritto da: Laura Fois

Un’oasi naturalistica protetta da vincoli paesaggistici e di rilevanza storica, culturale e artistica, sta per diventare un hotel di lusso. Da teatro dell’esperimento sulle onde corte che il premio Nobel Marconi fece nel 1932 a struttura ricettiva per ricchi. Ma il comitato spontaneo di cittadini Maremosso ha già raccolto 55mila firme per scongiurare l’accordo tra la Regione e la società New Fari.

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Sassari - Nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni della nascita del premio Nobel per la fisica Guglielmo Marconi, precursore della radiofonia, proprio nel luogo in cui eseguì con successo l’esperimento che diede sviluppo alla telegrafia senza fili, la riserva naturale e di interesse storico di Capo Figari, in Gallura, sta per diventare un hotel di lusso.

Siamo affacciati sulla costa nord-orientale dell’isola, nel Comune di Golfo Aranci (Olbia). Su un promontorio di macchia mediterranea a 344 metri d’altezza, il comitato spontaneo di cittadini Maremosso ha promosso una petizione che ha raccolto ad oggi oltre 55mila firme per opporsi a un progetto di riqualificazione in un luogo che è al contempo riserva naturale, oasi faunistica e Sito di interesse comunitario (Sic).

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Un’iniziativa del comitato a Cala Moresca, ai piedi di Capo Figari.
DA BENE PUBBLICO A BENE PRIVATO

Tutto inizia nel 2017 quando l’agenzia del Demanio concede alla regione Sardegna l’utilizzo del sito e nello stesso anno viene inserito nel programma regionale “Orizzonte Fari”. L’iniziativa consiste nel mettere a bando 10 fari per iniziative di locazione e/o valorizzazione. Nel 2018 il bando lo vince la società New Fari srl, diretta dall’imprenditore Alessio Raggio, e il 28 giugno 2023 viene firmato il contratto di concessione per trentacinque anni.

Il comunicato stampa della regione annuncia l’inizio dei lavori con scadenza in 36 mesi: il progetto prevede la creazione di un hotel di lusso con 8 suite, ristorante, piscine e vasche termali. Il comitato spontaneo di cittadini Maremosso sostiene invece che questo sia un progetto speculativo e si costituisce per opporsi.

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L’esclusivo hotel a 5 stelle Faro di Capo Spartivento realizzato dalla New Fari srl.
LE DICHIARAZIONI

«Il complesso è inserito in un contesto ambientale di pregio», sostengono i portavoce del comitato. «Tutta l’area è sito di importanza comunitaria, riserva naturale e Zps (Zona a protezione speciale), parte della Rete Natura 2000 per la conservazione della biodiversità istituiti dall’UE. Il complesso è stato dichiarato di interesse culturale, storico-artistico e sottoposto ai vincoli paesaggistici dal ministero dell’Ambiente. Ci chiediamo: come l’hotel di lusso sia compatibile con il contesto di pregio di Capo Figari; come sia possibile che un bene legato alla figura di un Premio Nobel, precursore della comunicazione odierna, possa essere trasformato in una struttura turistico-ricettiva privata esclusiva. Davvero il progetto porterà benefici al territorio?».

BOTTA E RISPOSTA

L’assessore al Bilancio Giuseppe Fasolino, all’indomani dell’accordo, aveva valutato positivamente il progetto «di valorizzazione del sito: un importante bene viene messo al servizio della comunità in chiave di sviluppo e crescita futura del territorio. L’intervento vuole restituire alla Sardegna e ai sardi un bene di assoluto valore e che porterà benefici e sviluppo». Alessio Raggio, che abbiamo raggiunto al telefono, ha detto: «Al momento andiamo avanti con l’iter burocratico classico, tra un mesetto avremo delle informazioni più attendibili. Abbiamo vinto una gara onestamente, agiremo nel rispetto delle regole».

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Il comitato Maremosso invece si interroga su quale idea di turismo abbia la regione: «Un’oasi pubblica dimora di mufloni e all’interno della quale nidificano 19 specie di uccelli sta per essere cementificata e diventare un luxury hotel per pochi intimi», sostengono gli attivisti. «Siamo in attesa del progetto esecutivo, che doveva essere presentato dopo la delibera regionale – che dava il via libera ai lavori sulle linee progettuali presentate –, così come attendiamo il consiglio comunale aperto ai cittadini, ma ci risulta che sia stato fatto solo un incontro a porte chiuse tra sindaco, consiglieri di maggioranza e Raggio. La battaglia del comitato è contro il demanio e la regione Sardegna, non nei confronti del privato».

LE INIZIATIVE, UNA DOMANDA SU CAPO FIGARI E NON SOLO

Il comitato – che ha già vinto una battaglia ambientalista nel 2018 contro l’installazione di un impianto d’allevamento di ostriche e cozze asiatiche di 48mila metri quadrati, sempre a Golfo Aranci – si è fatto sentire organizzando eventi pubblici, flash mob notturni e sensibilizzando la comunità con varie iniziative. Il caso è approdato in Parlamento, con le interrogazioni delle onorevoli Francesca Ghirra e Elisabetta Piccolotti (Alleanza verdi e di Sinistra). Le deputate hanno sottolineato l’elenco di prescrizioni a cui il bene è sottoposto e a inizio ottobre hanno scritto nuovamente ai ministri della Cultura e dell’Ambiente per capire “quali iniziative intendano adottare perché l’area di Capo Figari sia preservata”.

Noi ci battiamo contro un’idea di turismo che deturpa le nostre ricchezze e non si cura dell’interesse pubblico

Alle istanze del Comitato e alle interrogazioni di Andrea Viola – avvocato e consigliere comunale d’opposizione a Golfo Aranci – «la Regione non ha mai risposto. Gli unici sono stati i ministeri di Cultura e Ambiente e la Commissione europea – commentano dal Comitato –, che hanno ricordato che Stato e Regione sono obbligati a rispettare i vincoli e gli impatti ambientali generati dalla ristrutturazione conservativa del sito». L’idea della New Fari è quella di offrire una ricettività atipica – si legge nella proposta progettuale – che sviluppa il concept di “lighthouse accomodation” creando un percorso emozionale diffuso, rispettando i criteri della sostenibilità e valorizzando la ricchezza storica e naturale del luogo.

Chi conosce la zona di Capo Figari sa quanto sia incontaminata e silenziosa e di certo i lavori, in primis di scavatura, andrebbero a impattare notevolmente su un sito già sottoposto a vincoli. In ultima analisi, la domanda che sovviene è la seguente: che visione ha del turismo la regione Sardegna? Quali sarebbero, in concreto, i benefici e gli sviluppi per la comunità – riprendendo le parole dell’assessore Fasolino – trasformando un bene pubblico in un resort privato?

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