11 Set 2023

Tuba, la libreria, bar e spazio sociale femminista dedicato alle donne

Scritto da: Brunella Bonetti

Tuba è un luogo che è impossibile definire con poche parole. La sua caratteristica principale è forse il suo essere stato creato da donne per le donne, ma non solo. A Tuba si diffonde cultura – non solo letteraria, ma anche del rispetto e del dialogo –, si socializza, ci si incontra, si beve, si fa acquisti e tanto altro. Il tutto in una zona di Roma che sta rinascendo, trovando la propria identità originale e innovativa.

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Roma, Lazio - Nell’isola pedonale del Pigneto, fin dal 2007, c’è Tuba. Di cosa si tratta? O meglio, così ci si può trovare? Tanto: una libreria al femminile con testi scritti da donne, un bar di prodotti in gran parte biologici e a km0, uno spazio per eventi culturali aperto a tutti e tutte e un locale ricco di eventi. Insomma, Tuba è uno luogo che ne racchiude molti, costruito da un gruppo di femministe e lesbiche che credono in una socialità libera, allegra e consapevole.

Immaginato, fondato e gestito da undici donne, a Tuba si lotta tutti i giorni in modo costruttivo, creativo e gustoso contro le discriminazioni basate sul genere, l’orientamento sessuale, la condizione di classe, il colore della pelle e la provenienza geografica. A raccontarci questo angolo di Roma, è una delle due socie fondatrici, ma a rappresentarla sono tutte le donne che lo vivono quotidianamente conferendogli un valore inestimabile. 

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SEXY SHOP E LIBRERIA FEMMINISTA 

Barbara è una delle sei socie di Tuba, che all’inizio voleva essere un bello spazio femminista “su strada” che parlasse dell’immaginario delle donne e che generasse anche lavoro. A più di quindici anni di distanza, Tuba è oggi tante cose insieme: «Siamo tutte noi, ognuna con le sue differenze, e siete tutte e tutti voi, che vi affacciate dalle nostre vetrate», racconta.

Brina – così preferisce essere chiamata Barbara – ci racconta la storia di un posto ispirato ai sexy shop femministi americani, ma anche a Betty books di Bologna e a Los placeres de Lola di Madrid. Cioè, a quei negozi che erano anche spazi di confronto e laboratori, in cui maturava l’idea di un immaginario erotico femminile tutto da costruire.

«Viviamo pur sempre a Roma, una città conservatrice sotto tanti punti di vista, e arrivate al dunque abbiamo pensato che insieme ai giocattoli erotici ci sarebbero stati bene i libri: i libri sono rassicuranti, alle donne piacciono. Aveva appena chiuso la libreria storica delle donne e, a quel punto, abbiamo pensato che sarebbe stato importante inserirli». Da allora, a Tuba si trovano solo libri scritti da donne che veicolano un immaginario di potenza.

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BAR A KM0

Ma allor, perché non anche un bar? Un luogo di socialità, dove ritrovarsi, sole o in compagnia. Da Tuba bar ci sono prodotti d’eccellenza, in larga parte biologici e/o a km zero, sempre frutto del lavoro di piccoli produttori e produttrici, in un’ottica di filiera corta diversa dalla grande distribuzione.

L’offerta del bar è ampia e sostenibile. Per cominciare vini, in gran parte biologici, di piccole aziende italiane e di fiducia; tisane del mercato equo e solidale; quiche, torte e dolcetti vari prodotti dalle donne di un laboratorio artigianale; birre artigianali e di diverse tipologie che variano con le stagioni e i desideri, così come i cocktail; liquori artigianali di una piccola azienda reatina; e poi estratti o spremute di frutta e verdura biologici. 

TANTE COSE IN UNA 

Insomma, fin dall’inizio, Tuba è sempre stata tante cose in una e tutte in crescita. «I primi anni, le nostre attività succedevano in trenta metri quadri. È stato nel 2014 che ci siamo trasferite nel locale dove siamo ora. Prima eravamo poco più su, nella stessa via, ma in un posto piccolino. Nel tempo i libri hanno preso il sopravvento sui giocattoli, il bar si è ingrandito e complessivamente abbiamo tenuto fede all’idea iniziale: Tuba è un luogo dedicato alle donne, è uno spazio pubblico femminista». Ebbene sì, esiste a Roma un luogo dedicato all’immaginario delle donne, alle loro parole, ai loro desideri, ai loro corpi gioiosi e alla loro forza politica.

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Uno spazio costruito e alimentato quotidianamente dall’energia femminile che cresce e muta costantemente, che fa rete con gruppi, associazioni, scuole e biblioteche della città. «Per me la cosa che rende speciale Tuba è che è un posto gestito da donne. I luoghi pubblici, gestiti da donne, sono pochi, quelli in cui tutta la squadra è femminile ancora meno. Ma non è solo questo, da Tuba c’è un’attenzione molto forte al benessere delle donne. Per esempio, è un posto dove è facile andare da sole e dove ci si può permettere di rilassarsi. Ovviamente, Tuba è aperta a tutte e tutti. Solo una serie di comportamenti, che spesso vengono normalizzati, da noi non trovano spazio: per questo è un luogo sicuro.

INIZIATIVE E PROGETTI 

Non è semplice portare avanti un progetto multiforme come Tuba, ci confessa Brina. Ma ne vale la pena ed è un’avvincente avventura. «I progetti sono tanti: il primo è quello di avere una fitta programmazione di incontri e presentazioni di romanzi, fumetti, poesia e saggistica, tutti scritti da donne. Poi ci sono due festival: uno di illustrazioni e fumetti, che si chiama “Bande de femmes”, ormai arrivato alla decima edizione e si svolge tra giugno e luglio; e un altro di letteratura “in Quiete” che si svolge ad ottobre ed è alla sua settima edizione. Ci sono poi collaborazioni e progetti culturali che attiviamo di volta in volta».

È evidente che Tuba ha una storia lunga e una complessità di attività che assorbono e impegnano molto sia chi le organizza, che chi le vive. Ciononostante, i desideri futuri sono molti «Credo di non sbagliare – aggiunge Brina – se dico che il sogno nel cassetto di molte Tube è quello di creare una casa editrice, ma io per esempio vorrei un ostello/residenza queer femminista».

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IL PIGNETO

Quando le ragazze sono arrivate in questo quartiere a sud-est di Roma, multiculturale e molto frequentato, c’erano pochissime attività commerciali, molte serrande chiuse e solo qualche progetto indipendente. Tuttavia, già era un luogo in trasformazione, con una fitta rete di umanità e creatività. Oggi, l’area è cambiata moltissimo, con l’apertura della metro e la nascita di decine e decine di locali. Dei progetti pionieri, alcuni non sono sopravvissuti ai cambiamenti del quartiere, altri sono arrivati dopo, altri sono mutati pur non tradendo i propri obiettivi iniziali e la propria natura. E Tuba è tra questi ultimi.

Così negli anni il locale è diventato un punto di riferimento a Roma e oltre. «Credo che ciò sia dovuto un po’ alla costanza, un po’ all’impegno che ci mettiamo nelle cose che facciamo e un po’ perché costruiamo relazioni tra letterate, autrici, giornaliste e pensatrici che scelgono Tuba come spazio in cui portare le loro voci. Ma siamo anche un’attività commerciale di vicinato: abbiamo un buon rapporto con il quartiere in cui viviamo e con le persone che lo abitano. Quasi tutte noi, infatti, abbiamo scelto il Pigneto come luogo per vivere».

Esiste a Roma un luogo dedicato all’immaginario delle donne, alle loro parole, ai loro desideri, ai loro corpi gioiosi e alla loro forza politica

TUTTE E TUTTI CONTRO LE DISCRIMINAZIONI

Tuba è aperta a tutti, tutt@ e tutte, ma soprattutto alle donne, contemplate in tutta la loro meravigliosa eterogeneità. «Pensiamo che uno spazio al femminile sia uno spazio capace di vedere, accogliere e valorizzare le diversità e che abbiamo ancora bisogno di luoghi in cui sentirci forti, costruire relazioni, e far nascere progetti. Viviamo in un mondo patriarcale e fortemente disuguale, perciò avere luoghi dove respirare una possibilità altra apre spiragli». Allora anche qui, tra un cocktail e un sex-toy, un libro e una chiacchierata, si lotta contro le discriminazioni basate sul genere, l’orientamento sessuale, la condizione di classe, il colore della pelle e la provenienza geografica.

E tutto ciò è importantissimo, specie in una città come Roma. «Come dicevo, viviamo in una società in cui le disparità sono molto violente, in cui molti diritti non sono ancora acquisiti e quelli che lo erano vengono spesso svuotati o indeboliti. Per questo una delle cose che facciamo è pensare all’accessibilità di Tuba e al fatto che sempre più persone a prescindere da classe, abilità, cittadinanza, colore, genere e orientamento possano trovare uno spazio di socialità e riflessione. Questo si rispecchia nelle scelte economiche e in quelle di programmazione». Non resta altro che incontrarci tutti, tutte e tutt@ da Tuba. 

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