13 Set 2023

Non parlarne è 1 suicidio: Telefono Amico Napoli scende in piazza per parlare di prevenzione

Il 10 settembre si è celebrata la Giornata Mondiale per la Prevenzione al Suicidio. È stato un momento simbolico ma anche l'occasione per fare qualcosa di concreto. Una delle iniziative messe in campo è stata "Non parlarne è 1 suicidio", l'evento per cui Telefono Amico Napoli è sceso in piazza ricordando l'importanza di prendersi cura di sé. Come? Parlando. Telefono Amico fa prevenzione ogni giorno, attraverso l'ascolto in totale anonimato, senza giudizio e senza false promesse. Ognuno di noi ha già in sé le risorse per affrontare le proprie difficoltà, a volte ha solo bisogno di supporto per ritrovarle.

Salva nei preferiti

Campania - Il 10 settembre ricorre la Giornata Mondiale della Prevenzione al Suicidio e come ogni anno Telefono Amico è sceso in piazza per sensibilizzare sul tema, organizzando l’evento “Non parlarne è 1 suicidio”.  Telefono Amico Napoli ha scelto come luogo d’incontro il parco Borbonico del Fusaro, uno spazio immerso nel verde e che affaccia sull’omonimo lago sul quale si erge la Casina Vanvitelliana. Parlare di suicidio una domenica di sole e in un luogo tanto ameno può sembrare una stonatura, ma al contrario si allinea perfettamente con lo spirito di Telefono Amico, che si propone di restituire bellezza a chi crede di non riuscire a vederla più.  

TELEFONO AMICO NAPOLI: COME TI PRENDI CURA DI TE?

Sullo stand, attorno al quale siedono i volontari di Telefono Amico Napoli, una manciata di fogliettini bianchi. I visitatori sono invitati a riempirli con un pensiero che possa essere d’aiuto a chi sta vivendo un momento di difficoltà. Accanto allo stand, un pannello li ha raccolti tutti e tutti hanno risposto alla domanda: “Quando attraversi un momento difficile, come ti prendi cura di te?”. C’è chi ama fare lunghe passeggiate, chi va a guardare il mare, chi sceglie di stancarsi per non pensare, chi cerca la compagnia degli amici e chi invece si prende del tempo da solo per ricaricarsi.

TELEFONOAMICONAPOLI2

I visitatori che si sono fermati a lasciare il proprio messaggio hanno ricevuto in cambio un biglietto con il pensiero di uno dei volontari. «Ognuno di noi ha già in sé le risorse per affrontare le difficoltà della propria vita», mi ha raccontato Luciana, una delle volontarie di Telefono Amico Napoli. «Per questo abbiamo pensato l’evento in questo modo. Chiedere alle persone di fermarsi a riflettere su cosa le fa star bene significa ricordare loro che posseggono già le risorse per stare meglio. Abbiamo deciso di scambiare questi pensieri perché quella che è la risorsa di qualcun altro oggi, potrà essere la mia un domani».

TELEFONO AMICO FA PREVENZIONE ATTRAVERSO L’ASCOLTO

L’impegno dei volontari di Telefono Amico consiste proprio in questo. «Cerchiamo di fare prevenzione ogni giorno attraverso l’ascolto, perché una persona in difficoltà che ha la possibilità di esprimersi liberamente e di raccontare – in questo caso a un estraneo che rispetta l’anonimato – le sue frustrazioni, paure o disagi, può cominciare a rivedere le cose con occhi diversi. Essere in questa piazza oggi significa proprio questo, ricordare a tutti che noi ci siamo».  

Ognuno è artefice della propria storia e, siccome sono convinta che ciascuno di noi abbia le proprie risorse, in questo rispetto io mi fermo

Infatti Telefono Amico è attivo tutto l’anno, dalle 10:00 alle 24:00, tramite telefono (02 2327 2327), WhatsApp (324 011 7252) e via mail, attraverso la compilazione di un forum anonimo sul sito. «Chiunque, in qualsiasi momento di difficoltà, può rivolgersi a noi che rispettiamo l’anonimato e soprattutto che rispettiamo la sofferenza altrui senza giudizio e senza la fantasia di risolvere problemi o di dare consigli».

L’ASCOLTO SENZA GIUDIZIO E IL RISPETTO PER LA SOFFERENZA

Telefono Amico promette nient’altro che ascolto, un ascolto libero che può davvero cambiarti la vita. «La sofferenza fa parte della vita. Ognuno di noi vorrebbe scansarla e vorrebbe che le persone a cui vogliamo bene non debbano mai affrontarla, ma questa è una fantasia. Nello stare accanto a qualcuno dobbiamo essere consapevoli dei nostri limiti: posso essere con te in un momento di difficoltà, ma non posso mai sostituirmi a te», mi ha spiegato ancora Luciana.

«È doloroso e faticoso accettare l’impotenza di fronte alla sofferenza, però è l’unica possibilità di rispetto profondo per l’altro. Ognuno è artefice della propria storia e, siccome sono convinta che ciascuno di noi abbia le proprie risorse, in questo rispetto io mi fermo». La giornata del 10 settembre è stata molto partecipata. Tantissimi sono i pensieri che sono stati lasciati sul pannello e tante le persone che si sono fermata a raccontare un po’ della loro vita ai volontari.

TELEFONOAMICONAPOLI3

«Abbiamo ascoltato un sacco di storie ed è stata un’esperienza di crescita anche per noi. Ci siamo resi conto più che mai quanto le persone abbiano bisogno di raccontarsi e ne ho incontrate moltissime che credono fermamente nelle possibilità dell’ascolto. Soprattutto, mi hanno commosso dei ragazzini giovanissimi che hanno pensato ad alcuni loro amici che stavano attraversando un momento difficile».

C’è chi ha pensato che parlare di suicidio potesse rovinargli la passeggiata, ma che comunque si è fermato a lasciare un pensiero. C’è stato anche chi ha cercato di convincere i volontari che il mondo è un posto terribile in cui è impossibile essere felici. «Sappiamo bene quanto è difficile e faticoso, ma proprio per questo ce n’è tanto bisogno. Faccio la volontaria di Telefono Amico perché ci credo fermamente: l’ascolto cambia le cose», ha concluso Luciana.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Abitare collaborativo: cosa significa e perché è importante
Abitare collaborativo: cosa significa e perché è importante

Arghillà rinasce: la rigenerazione urbana dal basso di “uno dei luoghi più problematici d’Italia”
Arghillà rinasce: la rigenerazione urbana dal basso di “uno dei luoghi più problematici d’Italia”

Il centro FuoriLuogo: una casa della cultura per sperimentare e incontrarsi
Il centro FuoriLuogo: una casa della cultura per sperimentare e incontrarsi

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Com’è andata la COP16 biodiveristà di Cali fra flop, successi e disinteresse – #1013

|

La lettera del movimento per la Pratobello ’24: “Della legge di iniziativa popolare adesso parliamo noi”

|

La biodiversità arriva a scuola con il progetto “Azioni e voci per il clima”

|

Olio del Casale, l’azienda agricola che punta sul lavoro in rete

|

Abitare collaborativo: cosa significa e perché è importante

|

Arghillà rinasce: la rigenerazione urbana dal basso di “uno dei luoghi più problematici d’Italia”

|

Oltre alle barriere, Capri diventa inclusiva e accessibile

|

Fabio Gerosa: “Con Fratello Sole aiutiamo il sociale a costruire un percorso di transizione ecologica”

string(6) "napoli"